Paolo Ravenna

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Da sinistra, Paolo Ravenna con Giorgio Bassani, Roseda Tumiati e Bruno Zevi

Paolo Ravenna (Ferrara, 6 marzo 1926Ferrara, 11 novembre 2012) è stato un avvocato e scrittore italiano, impegnato nella tutela dei beni ambientali e culturali, ricercatore, e saggista.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Paolo Ravenna fu il secondogenito di Renzo Ravenna e di Lucia Modena, e nacque alla vigilia della nomina del padre a podestà della città di Ferrara. Appartenne ad una famiglia ebrea del capoluogo estense e visse in modo tranquillo i suoi primi anni, sino a quando non vennero promulgate le leggi razziali fasciste, nel 1938. Da quel momento fu costretto ad abbandonare, con i fratelli, la scuola pubblica cittadina ed a trasferirsi in quella di via Vignatagliata dove, tra gli altri insegnanti, trovò anche Giorgio Bassani.

Nel 1943 fu costretto, con tutta la sua famiglia, a fuggire in Svizzera, dove rimase sino alla fine del conflitto. Al suo ritorno in Italia prima terminò gli studi e poi iniziò a lavorare nello studio legale del padre, che a sua volta aveva ripreso la sua professione di avvocato mantenendosi lontano dalla politica.[1]

Ferrara, Palazzo comunale. Parole di Paolo Ravenna che ricordano l'origine dei marmi che formano la colonna del duca Borso d'Este

Iniziò a collaborare con Bruno Zevi, Giorgio Bassani, Antonio Cederna e varie altre personalità per la tutela del patrimonio artistico e culturale arrivando infine a ricoprire la carica di consigliere nazionale di Italia Nostra per circa 25 anni, sino al 2003. Fu tra i promotori della costituzione del Parco del Delta del Po e tra gli studiosi che più si batterono per la difesa delle mura di Ferrara.[2]

Verso la fine degli anni 80 incontrò il maestro Adriano Franceschini durante i lavori di preparazione di una mostra al Palazzo dei Diamanti e da allora iniziò tra i due studiosi una collaborazione che sarebbe durata per tutto il resto della loro vita. Fu Ravenna infatti a curare, dopo la scomparsa del maestro nel 2005, la revisione finale della sua opera più importante: Presenza ebraica a Ferrara. Testimonianze archivistiche fino al 1492, pubblicata postuma.

Paolo Ravenna prese parte ad una trasmissione della serie La Storia siamo noi della Rai nella quale si parlava dei rapporti tra suo padre Renzo ed Italo Balbo.[nota 1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel gennaio del 2018 a Paolo Ravenna è stato dedicato lo Slargo di Corso Ercole I d'Este, vicino a Palazzo Prosperi-Sacrati.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni

  1. ^ Paolo Ravenna racconta personalmente alcuni episodi avvenuti dopo le dimissioni del padre da podestà di Ferrara e della solidarietà che gli manifestò l'amico Balbo. Rai.

Fonti

  1. ^ museoferrara.
  2. ^ Italia Nostra.
  3. ^ Dedicato a Paolo Ravenna lo 'Slargo di corso Ercole I d'Este - angolo Palazzo Prosperi', su cronacacomune.it, Comune di Ferrara, 17 gennaio 2018. URL consultato il 16 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Ravenna, Le lapidi ebraiche nella colonna di Borso d'Este a Ferrara, Ferrara, Corbo Editore, 2003, ISBN 978-88-8269-076-2.
  • Adriano Franceschini, Presenza ebraica a Ferrara. Testimonianze archivistiche fino al 1492, a cura di Paolo Ravenna, Ferrara, Carife, 2007, ISBN 978-88-222-5741-3.
  • Paolo Ravenna (a cura di), Le mura di Ferrara: immagini e storia, Modena, Panini, 1986, SBN IT\ICCU\RER\0009347.
  • Paolo Ravenna, Il museo della Comunità israelitica: un patrimonio della città, Ferrara, Corbo, 1986, SBN IT\ICCU\RML\0165491.
  • Paolo Ravenna, Delta del Po, Cederna presso il Bosco della Mesola, Ferrara, Bollettino dell’Associazione Nazionale Italia Nostra per la tutela del patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione, 2008, SBN IT\ICCU\RML\0353574.
  • Paolo Ravenna, L'antico orto degli ebrei - Il cimitero ebraico a Ferrara, Ferrara, Corbo Editore, 1998, ISBN 88-85325-80-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN51849505 · ISNI (EN0000 0001 1641 9648 · SBN CFIV033833 · LCCN (ENn80152751 · GND (DE136256198 · BNF (FRcb13526888r (data) · J9U (ENHE987007266969905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n80152751