Leopoldo Eleuteri

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Leopoldo Eleuteri
NascitaCastel Ritaldi, 27 dicembre 1894
MorteFurbara, 19 gennaio 1926
Cause della morteIncidente aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
CorpoCorpo Aeronautico
SpecialitàCaccia
Reparto73ª Squadriglia poi 121ª Squadriglia
71ª Squadriglia caccia
70ª Squadriglia Caccia
90ª Squadriglia
Anni di servizio1915-1926
GradoCapitano pilota
GuerrePrima guerra mondiale
Comandante diSquadriglia Sperimentale Armamento di Furbara
Decorazionivedi qui
dati tratti da Italian Aces of World War 1[1]
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Leopoldo Eleuteri (Castel Ritaldi, 27 dicembre 1894Furbara, 19 gennaio 1926) è stato un militare e aviatore italiano, pluridecorato Asso dell'aviazione da caccia italiana, è accreditato di 7[2] abbattimenti durante la prima guerra mondiale[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Castel Ritaldi (Perugia) il 27 dicembre 1894,[1] dove frequentò la Scuola tecnica fino al 1915, quando venne arruolato nel Regio Esercito.[1] Assegnato inizialmente a una fabbrica di munizioni, fu successivamente trasferito presso il Reggimento di fanteria. Appassionato di meccanica presentò domanda di entrare nel Servizio Aeronautico. Il 18 ottobre 1916 ottenne il brevetto di pilota presso la scuola di volo Gabardini di Cameri. Il 4 dicembre conseguì l'abilitazione al pilotaggio di velivoli Caudron G.3.[3]

La prima assegnazione[N 1] fu presso la 73ª Squadriglia di stanza a Verona, equipaggiata con i biposto SAML S.1,[4] che doveva difendere la città da possibili attacchi aerei austriaci. Il 26 marzo 1917 conseguì il brevetto di pilota militare,[1] ed effettuò il suo primo volo operativo il 1 aprile, sostenendo il suo primo combattimento il giorno 24 con il mitragliere soldato Michele Gresino con un aereo sul Pasubio e dopo averlo colpito lo vede picchiare.[5] Il 20 settembre l’unità, sempre dotata di velivoli SAML, venne ridesignata 121ª Squadriglia. Dopo la disfatta di Caporetto, il 18 settembre[1] sostenne un duro combattimento nel cielo di Asiago contro tre caccia nemici[N 2] della Flik 55J Kaiserstaffel che colpirono ripetutamente[N 3] il suo aereo. Comandò successivamente una Sezione SAML, trasferita a novembre alla 71ª Squadriglia caccia.

Alla fine dell'anno venne allontanato dal fronte ed inviato presso il campo d'aviazione della Malpensa per l'addestramento al pilotaggio dei velivoli da caccia, ritornando in linea il 22 febbraio 1918, assegnato alla 70ª Squadriglia Caccia[1] dislocata sul Campo di aviazione di San Pietro in Gu. Il 17 aprile[4] ottenne le sue prime due vittorie aeree[N 4] in collaborazione con i piloti Bocchese,[4] Resch,[4] e Avet.[3] nonostante il grande impegno profuso durante le missioni per il contrasto all'offensiva austro-ungarica del mese di giugno, ritornò alla vittoria solo il 15 luglio conseguendo una doppietta[N 5] in collaborazione con Avet ed il sergente Bocchese. Abbattuto un altro biposto il giorno 19, effettuò la transizione sul nuovo caccia Ansaldo A.1 Balilla,[1] che in quel periodo incominciava ad essere distribuito in pochi esemplari ai reparti operativi. Volando a bordo del nuovo aereo conseguì una nuova vittoria l'8 ottobre nei pressi di Oderzo, ottenendo l'ultima il giorno 28[1] quando costrinse un caccia nemico Aviatik D.I[N 6] ad atterrare sul campo d'aviazione di Arcade.

Al termine della guerra aveva compiuto 151 missioni, di cui 26 di combattimento, conseguendo 8 vittorie[N 7] aeree. Risultava insignito di due Medaglie d'argento,[6] una di Medaglie di bronzo al valor militare e della Croce al merito di guerra. Nel dicembre 1918 fu trasferito alla 90ª Squadriglia Ansaldo S.V.A. a Busiago di Campo San Martino.

Nel primo dopoguerra si laureò in ingegneria presso il Politecnico di Milano, laureandosi nel 1922.[6] L'anno successivo entrò nella neocostituita Regia Aeronautica come ufficiale del reparto ingegneristico, facendosi subito apprezzare per le non comuni qualità professionali e tecniche.[6] Il 31 ottobre fu promosso al grado di capitano del Genio Aeronautico. Divenuto Comandante della Squadriglia Sperimentale Armamento di Furbara (Roma), compì proprio su quell'aeroporto il suo ultimo volo in data 19 gennaio 1926.[6] Decollato a bordo di un caccia Ansaldo AC.2[6] per una missione di combattimento simulato contro un caccia Hanriot HD.1[6] pilotato del sergente Corrado Augias, alla terza simulazione i due velivoli entrarono improvvisamente in collisione.[6] Entrambi gli aerei persero un'ala e precipitarono a terra da circa mille metri di altezza, causando la morte di entrambi i piloti. In sua memoria gli venne intitolata la Scuola caccia di Castiglione del Lago.[3]

Oggi portano il suo nome l'aeroporto di Castiglione del Lago e l'aeroclub dell'aeroporto Sant' Egidio di Perugia. In sua memoria sono stati eretti tre monumenti, una a Castel Ritaldi, che gli ha intitolato anche una via, uno sull'aeroporto civile di via Salaria a Roma ed uno su quello di Furbara.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia di valore e perizia singolari, compiva numerose azioni in condizioni avverse, superando ogni difficoltà, spinto dalla sua grande audacia e dal suo alto senso del dovere. La mattina del 17 aprile 1918, in uno scontro con una forte e numerosa pattuglia nemica, attaccava risolutamente un caccia e lo abbatteva, e poscia concorreva a far atterrare altri due velivoli nemici. Nel corso dell'offensiva avversaria dal giugno 1918, si portava più volte, anche spontaneamente, a bassissima quota a mitragliare le fanterie avversarie, dando prova di sprezzo del pericolo. Nelle azioni successive, si comportò sempre da intrepido e coraggioso. Cielo del Piave e degli Altipiani, aprile 1917-ottobre 1918
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia di eccezionale abilità e perizia, fu sempre nelle sue azioni di guerra nobile esempio di fermezza e sprezzo del pericolo.dal 15 luglio al 28 ottobre 1918 abbatté, sia da solo, che in concorso con altri, ben cinque apparecchi nemici. In una delle sue numerose scorte ad apparecchi da bombardamento, si scagliò risolutamente contro una forte pattuglia avversaria. Avuto l'apparecchio ripetutamente colpito e danneggiato ad un'ala, che cominciava a bruciare, non desisteva dal proprio compito, riportando il velivolo nelle nostre linee. Dotato di mirabile ardimento, in ogni circostanza, anche la più difficile, dimostrò sempre entusiasmo e impareggiabili doti di pilota e di soldato. Cielo del Piave e degli Altipiani, luglio-novembre 1918
— 2 giugno 1921
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia di valore e perizia singolari, compiva numerose azioni sul nemico in circostanze avverse, superando ogni difficoltà, spinto dalla sua grande audacia e dal suo alto sentimento del dovere. La mattina del 17 aprile 1918 in uno scontro con una forte e numerosa patgtuglia nemica, attaccava risolutamente un caccia e lo abbatteva. Nel corso dell'offensiva del giugno 1918 si portava più volte, anche spontaneamente, a bassissima quota a mitragliare le fanterie avversarie, dando prova di sprezzo del pericolo. Cielo del Piave e degli Altipiani, aprile 1917-giugno 1918
— Regio Decreto 4 luglio 1920
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Presso la 73ª Squadriglia strinse una grande amicizia con il futuro asso Flaminio Avet.
  2. ^ Pilotati da Julius Arigi, Josef Kiss e Mayer.
  3. ^ L'osservatore tenente Edoardo Velo ebbe la scarpa trapassata da un colpo di mitragliatrice.
  4. ^ Si trattava di un caccia Albatros D.III della Flik 42J abbattuto presso Vidor, e di un biposto Hansa-Brandenburg C.I della Flik 52/D abbattuti presso Valdobbiadene.
  5. ^ Si trattava di un caccia Aviatik D.I della Flik 74J abbattuto presso Vidor, e di un biposto sconosciuto abbattuto presso Sernaglia.
  6. ^ Il velivolo risultava appartenente alla Flik 70/J.
  7. ^ Tali vittorie gli furono ufficialmente assegnate dalla Commissione Bongiovanni, incaricata nel primo dopoguerra di riesaminare le vittorie rivendicate dagli aviatori italiani nel corso della guerra.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Varriale 2009, p. 36.
  2. ^ http://www.theaerodrome.com/aces/italy/eleuteri.php.
  3. ^ a b c d Franks, Guest, Alegy 1997, p. 139.
  4. ^ a b c d Guttman 2001, p. 68.
  5. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999 pag. 241
  6. ^ a b c d e f g Varriale 2009, p. 37.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gregory Alegi, Paolo Varriale, Ali sul Trasimeno. La SAI e la Scuola caccia di Castiglione del Lago, Montepulciano, Editrice Le Balze, 2001, 978-8-88718-742-7.
  • (EN) Norman Franks, Russell Guest, Gregory Alegi, Above the War Fronts: The British Two-seater Bomber Pilot and Observer Aces, the British Two-seater Fighter Observer Aces, and the Belgian, Italian, Austro-Hungarian and Russian Fighter Aces, 1914–1918: Volume 4 of Fighting Airmen of WWI Series: Volume 4 of Air Aces of WWI, London, Grub Street, 1997, ISBN 978-1-898697-56-5.
  • Roberto Gentilli, A. Iozzi, Paolo Varriale, Gli Assi dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Adel Grafica S.rl., 2002.
  • Roberto Gentilli, Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • (EN) Jon Guttman, SPAD VII Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2001, ISBN 1-84176-222-9.
  • (EN) Paolo Varriale, Italian Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing Company, 2009, ISBN 978-1-84603-426-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]