Fabrizio Serbelloni

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Fabrizio Serbelloni
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ambito bolognese, Ritratto del cardinale Fabrizio Serbelloni (anni 1750); olio su tela, 72×60 cm, Bologna.
 
Incarichi ricoperti
 
Nato4 novembre 1695 a Milano
Ordinato diacono29 giugno 1731 dal vescovo Vincenzo Antonio Maria Muscetolla
Ordinato presbitero1º luglio 1731 dal vescovo Vincenzo Antonio Maria Muscetolla
Nominato arcivescovo6 agosto 1731 da papa Clemente XII
Consacrato arcivescovo25 agosto 1731 dal vescovo Vincenzo Antonio Maria Muscetolla
Creato cardinale26 novembre 1753 da papa Benedetto XIV
Deceduto7 dicembre 1775 (80 anni) a Roma
 

Fabrizio Serbelloni, anche Sorbelloni (Milano, 4 novembre 1695Roma, 7 dicembre 1775), è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia ed educazione[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia Serbelloni

Di nobile famiglia milanese, Fabrizio Serbelloni era il figlio sestogenito di Giovanni Serbelloni, II duca di San Gabrio e Grande di Spagna, e di sua moglie Maria Giulia Trotti Bentivoglio, dei marchesi di Incisa. Sue sorelle e fratelli erano Costanza, Luigia, Gabrio, Giovanni Battista e Galeazzo.

Fabrizio venne inizialmente istruito da precettori privati nel palazzo paterno a Milano e successivamente inviato a Roma al Collegio Clementino. Il 19 luglio 1718 conseguì la laurea in utroque iure presso l'Università di Pavia.

Carriera ecclesiastica[modifica | modifica wikitesto]

Papa Innocenzo XIII

Nel 1719, durante il pontificato di Innocenzo XIII entrò nella Curia romana come prelato domestico di Sua Santità e venne nominato già dal 27 agosto 1721 alla carica di Referendario per il tribunale della Segnatura Apostolica. Vice legato a Ferrara nel 1722, occupò tale carica per sette anni consecutivi. Nel 1726 fu nominato di inquisitore generale a Malta. Per il suo temperamento orgoglioso, si attirò le antipatie di un gruppo di cavalieri di Malta, che lo precipitarono in un burrone con l'intento di ucciderlo. Scampato miracolosamente all'attentato, il Serbelloni venne richiamato a Roma per la sua incolumità e nel 1730 divenne governatore di Loreto e Recanati, rimanendo impiegato come consigliere per la congregazione dell'inquisizione.

Dopo aver ricevuto gli ordini minori il 22 giugno 1731, il suddiaconato il 24 giugno e il diaconato il 29 giugno, venne ordinato sacerdote il 1º luglio 1731 e il 6 agosto dello stesso anno fu nominato arcivescovo titolare di Patrasso. Il 1º settembre 1731 gli venne concesso l'incarico di nunzio apostolico presso il Granducato di Toscana e dal 9 dicembre di quello stesso anno divenne assistente al Soglio Pontificio. Fabrizio Serbelloni intraprese così una florida carriera diplomatica che lo portò a divenire nunzio a Colonia dal 5 febbraio 1734 sino all'8 agosto 1738 quando venne nominato nunzio apostolico in Polonia. Venne infine nominato al prestigioso incarico di nunzio apostolico in Austria il 1º marzo 1746.

Clemente XIII ritratto da Anton Raphael Mengs nel 1758

Nel concistoro del 26 novembre 1753, venne creato cardinale, ma fu poi l'imperatore Francesco I a imporgli la berretta cardinalizia (giunta a Vienna per mano del conte Petroni), in virtù del privilegio accordato agli imperatori di imporre la berretta cardinalizia ai nunzi apostolici in residenza presso di loro. Il 22 luglio 1754 ricevette il titolo di Santo Stefano al Monte Celio divenendo anche protettore dell'Ordine degli Agostiniani. Legato a Bologna dal 16 settembre 1754, la legazione gli venne prorogata per un triennio sino al 3 gennaio 1757. Prese parte quindi al conclave del 1758 che elesse a pontefice Clemente XIII ed il nuovo eletto gli prorogò ulteriormente la legazione a Bologna sino al 1761. Divenne nel frattempo protettore della Congregazione lombarda degli Osservanti dell'Ordine di San Girolamo dal 25 gennaio 1763. Il 21 marzo 1763 optò per il titolo di Santa Maria in Trastevere.

Il 16 maggio 1763 optò per l'ordine dei cardinali vescovi e per la sede suburbicaria di Albano. Quando papa Clemente XIII stava per celebrare il concistoro del 26 settembre 1766 e il Serbelloni vide che tra la lista dei nuovi cardinali non figurava l'amico Mario Marefoschi, egli si recò personalmente dal pontefice a protestare vivamente per questa grave mancanza, annunciando a Clemente XIII che non avrebbe preso parte al concistoro stesso e che sarebbe stato assente dalla curia romana per alcuni giorni in segno di protesta. Prese poi parte al conclave del 1769 ove uscì eletto papa Clemente XIV, Il 18 aprile 1774 divenne vescovo di Ostia e Velletri.[1]. Partecipò al conclave del 1774-1775 che elesse papa Pio VI. Divenne abate commendatario delle abbazie di San Lanfranco presso Parma e San Dionigi presso Milano, da cui ebbe laute rendite.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Il cardinal Fabrizio Serbelloni in una stampa d'epoca

Morì a Roma il 7 dicembre 1775 e la sua salma venne esposta e poi sepolta nella basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, chiesa nazionale dei milanesi.

Al suo funerale prese parte il Papa e il Sacro Collegio riunito.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Serbelloni, II conte di Castiglione Giovanni Battista Serbelloni, I conte di Castiglione  
 
Ottavia Balbi  
Gabrio Serbelloni, I duca di San Gabrio  
Luigia de Marini Gian Girolamo de Marini, II marchese di Castelnuovo Scrivia  
 
Cecilia Grimaldi  
Giovanni Serbelloni, II duca di San Gabrio  
Ludovico Lante Montefeltro della Rovere Marcantonio Lante, marchese di San Lorenzo e Monteleone  
 
Livia Montefeltro Della Rovere  
Livia Lante Montefeltro della Rovere  
Olimpia Cesi Federico Cesi, II duca di Acquasparta  
 
Isabella Salviati  
Fabrizio Serbelloni  
Gian Galeazzo Trotti Bentivoglio, II conte di Casal Cermello Luigi Trotti Bentivoglio, I conte di Casal Cermello  
 
Cinzia Fara  
Antonio Trotti Bentivoglio, III conte di Casal Cermello  
Paola Cuttica Lorenzo Cuttica  
 
 
Maria Giulia Trotti Bentivoglio  
Agostino Litta, III marchese di Gambolò Pompeo Litta, II marchese di Gambolò  
 
Lucia Cusani  
Costanza Litta  
Maria Ferrer Antonio Ferrer  
 
Cridonia Marina Gualtieri  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nonostante la sede di Ostia venga assegnato solitamente al Decano del collegio cardinalizio, il decano a quell'epoca era Gian Francesco Albani, vescovo di Porto e Santa Rufina (Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Venezia, Tipografia Emiliana, 1840-1861, vol. LXIV, p. 173)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Inquisitore generale di Malta Successore
Antonio Maria Ruffo 7 maggio 1728 – 17 ottobre 1730 Giovanni Francesco Stoppani
Predecessore Arcivescovo titolare di Patrasso Successore
Sinibaldo Doria 6 agosto 1731 – 26 novembre 1754 Johann Philipp von Walderdorff
Predecessore Nunzio apostolico nel Granducato di Toscana Successore
Lazzaro Pallavicini 1º settembre 1731 – 5 febbraio 1734 Giovanni Francesco Stoppani
Predecessore Nunzio apostolico a Colonia Successore
Giacomo Oddi 5 febbraio 1734 – 8 agosto 1738 Ignazio Michele Crivelli
Predecessore Nunzio apostolico in Polonia Successore
Camillo Paolucci 8 agosto 1738 – 1º marzo 1746 Alberico Archinto
Predecessore Nunzio apostolico in Austria Successore
Camillo Paolucci 1º marzo 1746 – 26 novembre 1753 Ignazio Michele Crivelli
Predecessore Cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio Successore
Filippo Maria de Monti 22 luglio 1754 – 21 marzo 1763 Pietro Paolo Conti
Predecessore Legato apostolico di Bologna Successore
Giorgio Doria 16 settembre 1754 – 20 ottobre 1761 Girolamo Spinola
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere Successore
Henry Benedict Mary Clement Stuart of York 21 marzo – 16 maggio 1763 Pietro Colonna Pamphili
Predecessore Cardinale vescovo di Albano Successore
Carlo Alberto Guidobono Cavalchini 16 maggio 1763 – 18 aprile 1774 François-Joachim de Pierre de Bernis
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