Costantino Munari

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Costantino Munari (Calto, 1º gennaio 1772Calto, 2 ottobre 1837) è stato un rivoluzionario italiano, dottore in filosofia, diritto civile, diritto canonico e medicina. Nel maxiprocesso ai fu accomunato ai Carbonari sorti attorno alla "vendita" di Fratta Polesine, immagine questa privilegiata anche dalla storiografia tradizionale, ma la sua vicenda ci riporta invece alla pagina inedita dei patrioti della Repubblica Cispadana, della Repubblica Cisalpina, e dei cospiratori emiliani. Egli negò sempre, davanti al suo giudice istruttore Antonio Salvotti, di aver aderito alla Carboneria e tanto meno di aver pronunciato il giuramento di affiliazione a quella società. Ma ugualmente la commissione inquirente si convinse che fosse depositario di molti segreti sul movimento clandestino e sui collegamenti con potenze straniere. Ciò in considerazione che fu l'autore della Costituzione Latina con cui ideò un progetto politico dove ipotizzava una società segreta unica diffusa in tutt'Italia, di matrice giacobina, gerarchicamente al di sopra della Carboneria. In quell'opera che diffondeva in copia tra gli affiliati alla Carboneria, prefigurava una repubblica, organizzata su base regionale, di ispirazione rousseauina, dove il bene comune era affidato alla patria governata da un senato di cinque uomini (i "Supremi maestri dell'Adelfia").

Nei suoi frequenti viaggi a Parigi nel periodo dell'ultima parte della Rivoluzione, durante il Direttorio, era venuto in contatto con Filippo Buonarroti e Antonio Cristoforo Saliceti che con la nascita della Cispadana, conferì al Munari la carica di presidente della V Commissione Criminale d'alta Polizia, carica che gli consentì di sfogare tutto il suo giacobinismo, introducendo nella città di estense, tramite purghe, un vero e proprio "terrore". Munari venne condannato ed incarcerato nella Fortezza dello Spielberg.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]