Aurelio Marena

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Aurelio Marena
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato25 agosto 1893 a Napoli
Ordinato presbitero1917
Nominato vescovo25 agosto 1946 da papa Pio XII
Consacrato vescovo27 ottobre 1946 dal cardinale Alessio Ascalesi, C.PP.S.
Deceduto23 marzo 1983 (89 anni) a Napoli
 

Aurelio Marena (Napoli, 25 agosto 1893Napoli, 23 marzo 1983) è stato un vescovo cattolico italiano, vescovo di Ruvo e Bitonto dal 1950 al 1978.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ordinato presbitero nel 1917, già a 30 anni, nel 1926, fu chiamato a reggere la segreteria del cardinale di Napoli Alessio Ascalesi.

Il 25 agosto 1946 papa Pio XII lo nominò vescovo titolare di Lampsaco e vescovo ausiliare di Napoli.

Quattro anni dopo fu nominato vescovo di Ruvo e Bitonto, dove ebbe la residenza vescovile.

Per alcuni conservatore e tradizionalista, per altri fedele interprete della Chiesa che uscì dal Concilio Vaticano II, Marena ha incarnato compiutamente i tratti del presule vicino, pur se in una dimensione composta, al sentimento popolare e devozionale. Egli fu uomo della Chiesa pacelliana. La sua formazione teologico-culturale seguiva la scia dei pontefici Pio X, Pio XI e Pio XII, papi che avevano retto le sorti della Chiesa in epoche difficili e poi addirittura tragiche.

Marena arrivò a Bitonto a cinque anni da quella guerra che aveva visto attivo in città Andrea Taccone, suo predecessore, prelato di origini calabresi. Marena entrò in diocesi il 16 marzo 1950. Fu vescovo fino alle dimissioni del 21 novembre 1978. Un episcopato secondo per durata solo a quello di mons. Vincenzo Materozzi (1853-1884).

Uomo di grande e solida cultura, allievo di Michelangelo Schipa all'Università di Napoli e docente di diplomatica e paleografia presso la Pontificia Università di Posillipo, Marena portò sempre con sé una non celata simpatia monarchica, da buon amico personale di alcuni esponenti di casa Savoia. Ma un occhio particolare, come già a Napoli durante i delicatissimi momenti bellici, Marena ebbe per le questioni sociali e i più disagiati. Nel capoluogo campano, dove fu presidente della Poa (Pontificia opera di assistenza), si distinse per un forte impegno su questi aspetti. Sono numerose le iniziative legate al suo nome: mense, colonie estive per migliaia di bambini, lotta all'analfabetismo, assistenza agli indigenti di più di cento parrocchie.

Da vescovo di Bitonto, fu attento all'arte, sua grande passione, quindi alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali. A lui si devono, tra i non pochi interventi storico-artistici, il riordino e la catalogazione della biblioteca-archivio vescovile e la nascita dell'importante pinacoteca, nel 1970, tra le più importanti italiane e in particolare del Mezzogiorno e soprattutto i lavori architettonici alla cattedrale romanica di Bitonto.

Alla cura dell'arte non seguì la cura della pompa e del decoro personale.

A Napoli visse i suoi ultimi giorni in uno stato assolutamente umile e quasi ascetico, come fece pure a Bitonto negli anni di episcopato.

Indubbiamente tanti gli episodi legati ai suoi anni, ma certo nella coscienza popolare della città di Bitonto è rimasto il ricordo del ruolo che svolse nell'edificazione del santuario dei Santi Medici, dal 1975 Basilica Pontificia con breve di papa Paolo VI, dedicato ai santi Cosma e Damiano, fratelli siriani martirizzati al tempo di Diocleziano. Pensato in realtà già dal previdente Taccone, il maestoso edificio fu voluto anche da numerosi ambienti della chiesa locale, consci, ormai, di quanto la piccola chiesa di San Giorgio (dove anticamente si rendeva culto ai santi anargiri), posizionata nel centro storico, fosse logisticamente insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli, che in gran numero accorrevano da sempre in suffragio dei Santi Medici.

Provato da anni di intensa e faticosa vita pastorale, il vescovo farà ritorno a Napoli il 12 dicembre 1978. Dopo la morte, per diretta volontà del presule, le sue spoglie raggiunsero Bitonto e il “suo” santuario, dapprima custodite nella cappella dei francescani presso il cimitero di Bitonto.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Salvatore Palese e Vincenzo Robles, La Chiesa di Ruvo e Bitonto e l’episcopato di Aurelio Marena (1950-1978), Edipuglia, 1994
  • Vincenzo Robles, Stefano Milillo, Franco Nacci, Francesco Savino, Mons. Aurelio Marena. Vescovo (1950-1978), Insieme, 2013

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Lampsaco Successore
Francis Liu-Chiu-wen (Liou King wen) 25 agosto 1946 - 16 marzo 1950 David Frederick Cunningham
Predecessore Vescovo di Ruvo e Bitonto Successore
Andrea Taccone 16 marzo 1950 - 21 novembre 1978 Salvatore Isgrò
(amministratore apostolico)
Controllo di autoritàVIAF (EN89277879 · ISNI (EN0000 0000 7820 7352 · SBN SBLV082461 · BAV 495/229316 · LCCN (ENn97056836 · GND (DE120802198 · WorldCat Identities (ENlccn-n97056836