Sándor Márai: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:25, 5 giu 2013

«Noi siamo ciò su cui manteniamo il silenzio»

Sándor Márai

Sándor Márai, in origine Sándor Károly Henrik Grosschmid de Mára (Košice, 11 aprile 1900San Diego, 22 febbraio 1989), è stato uno scrittore e giornalista ungherese. La sua fama è legata in particolare al romanzo Le braci, apparso in Italia nel 1998 e L'eredità di Eszter, pubblicato nel 1999.

Vita

Márai nacque a Kassa (oggi Košice), che in tempi passati faceva parti dell'Ungheria (Impero Austro-Ungarico) e oggi appartiene alla Slovacchia, da un'antica famiglia sassone. Studiò giornalismo presso l'Institut für Zeitungskunde dell'Università di Lipsia per poi spostarsi a Francoforte sul Meno e Berlino, senza però conseguire mai la laurea. Per un breve periodo accarezzò l'idea di scrivere in tedesco, scegliendo però alla fine la lingua materna, l'ungherese: in questo periodo appaiono i primi articoli sulla rivista satirica Der Drache dell'editore sassone Hans Reinmann. Più tardi iniziò una collaborazione con uno dei più prestigiosi quotidiani tedeschi, la Frankfurter Zeitung. Nel 1917 pubblicò la sua prima opera, una raccolta di poesie dal titolo Il libro dei ricordi.

Nel 1923 si sposò con una donna di origini ebraiche, Lola, ma la coppia non riuscì ad avere figli (più tardi, alla fine della seconda guerra mondiale, avrebbero adottato un orfano di guerra, János). Márai visse agiatamente per un certo periodo a Berlino, prima della disastrosa crisi inflazionistica che colpì in quegli anni la Germania, poi fu inviato dalla Frankfurter Zeitung a Parigi come corrispondente. Nella capitale francese però non riuscì a mantenere lo stesso tenore di vita del passato e in poco tempo si ritrovò in gravi ristrettezze economiche.

La casa di Sándor Márai a Košice, oggi sede di una raccolta di cimeli dello scrittore

Nel 1928 fece ritorno in Ungheria e si stabilì a Budapest, disorientato e confuso, in cerca di un nuovo lavoro e della possibilità di comporre prose più lunghe ed elaborate nella lingua madre. Proprio questo periodo corrisponde alla sua fase più produttiva: sviluppò decine di lavori, 22 dei quali tradotti oggi in tedesco. Negli anni trenta acquistò visibilità e fama con il suo stile chiaro e preciso, impregnato di realismo e fu il primo a recensire le opere di Kafka. Risale al 1934 il suo primo successo, con il libro Confessioni di un borghese. Scrisse commenti entusiastici sul Primo Arbitrato di Vienna, ma non risparmiò critiche al regime nazista e a quello comunista, che salì al potere dopo la seconda guerra mondiale: profondamente antifascista, riuscì a scampare al conflitto mondiale, ma le persecuzioni dei comunisti lo costrinsero ad abbandonare l'Ungheria nel 1948.

Si rifugiò in Svizzera fino al 1950 e da lì si spostò a Napoli (una traccia di tale soggiorno rimane nel romanzo "Il sangue di San Gennaro", del 1965), vivendo sempre in condizioni precarie, per poi trasferirsi negli Stati Uniti, dove acquisì la cittadinanza nel 1957.

Si stabilì nella città di San Diego, in California e continuò a scrivere in lingua madre, ma non fu pubblicato in inglese fino alla metà degli anni novanta. Quando il figlio János si sposò, americanizzò il proprio nome rifiutando la sua discendenza ungherese, creando così un grave contrasto con i genitori. Màrai e la moglie decisero quindi di tornare in Italia, e si stabilirono a Salerno all'inizio del 1968. Qui lo scrittore visse, isolato dal mondo culturale ma vicinissimo ai ceti popolari, fino al maggio 1980, quando decise di ritornare a San Diego a causa di un'infezione intestinale mal curata. Nel periodo salernitano scrisse la raccolta Terra! Terra!...Ricordi, ed intensificò le pagine del suo diario.

Dopo la morte della moglie per cancro, seguita da quella del figlio, Márai cominciò ad isolarsi sempre più, fino a quando, nel febbraio 1989, si suicidò con un colpo di pistola alla tempia; secondo le sue volontà, il corpo fu cremato e le ceneri vennero disperse nel Pacifico. Nove mesi dopo, cadde il Muro di Berlino, e con esso anche il regime comunista in Ungheria che era stata la causa del lungo esilio dello scrittore.

Largamente trascurato al di fuori dell'Ungheria, la sua opera (fatta di poesie, romanzi e diari) è stata "riscoperta" solo recentemente e ripubblicata in francese (1992), inglese, tedesco e italiano ed è ora considerata parte dei capolavori della letteratura europea del XX secolo.

In onore e in ricordo dello scrittore ogni anno viene assegnato il Premio Sándor Márai per la letteratura ungherese. Tra i vincitori passati, Péter Esterházy (2001) e György Ferdinandy. Sul lungomare di Salerno gli venne eretto nel 2007 un busto in bronzo, che però è stato rubato all'inizio del 2009.

Opere

Opere pubblicate in Ungheria

  • 1918 Emlékkönyv (it. Album), poesie
  • 1931 Idegen emberek 1-2 (it. Gente estranea), romanzo
  • 1932 Csutora, romanzo
  • 1933 A szegények iskolája (it. La scuola dei poveri), poesie
  • 1934 A sziget (it. L'isola), romanzo
  • 1934-35 Egy polgár vallomásai I-II (it. Le confessioni di un borghese), romanzo
  • 1936 Válás Budán (it. Divorzio a Buda), romanzo
  • 1936 Kabala (it. Cabala), racconti brevi
  • 1940 Kaland (it. Avventura), dramma
  • 1940 Vendégjáték Bolzanóban (it. La recita di Bolzano), romanzo
  • 1940 Szindbád hazamegy (it. Sindbad torna a casa), romanzo
  • 1941 Mágia (it. Magia), racconti brevi
  • 1941 Az igazi (it. La donna giusta)
  • 1942 Ég és föld (it. Cielo e terra), romanzo-saggio
  • 1942 A kassai polgárok (it. I cittadini di Kassa), un dramma allegorico sulla lotta dei cittadini di Kassa per la legge e la giustizia nel Medioevo
  • 1946 A nővér (it. La sorella), romanzo
  • 1947 Európa elrablása (it. Il rapimento d'Europa), articolo sulle esperienze personali di Márai in occidente dopo la seconda guerra mondiale

Opere scritte e pubblicate durante l'esilio

  • 1952 Béke Ithakában
  • 1958 Napló (1945–1957) (it. Diario), libro di memorie pubblicato a Washington
  • 1960 Egy úr Velencéből
  • 1965 San Gennaro vére
  • 1968 Napló 1958–1967 (et. Diario), diario, pubblicato a Roma
  • 1970 Ítélet Canudosban
  • 1971 Rómában történt valami
  • 1972 Föld, föld...! (it. Terra, terra!)
  • 1975 Erősítő
  • 1976 Napló (1968–1975) (it. Diario), diario, pubblicato a Toronto
  • 1978 A delfin visszanézett (it. Il delfino guardò indietro), raccolta di poesie, pubblicato a Monaco
  • 1980 Judit... és az utóhang
  • 1982 Jób... és a könyve
  • 1983 Harminc ezüstpénz
  • 1985 Napló (1976–1983) (it. Diario), diario, pubblicato a Monaco
  • 1988 A Garrenek műve

Opere pubblicate postume

  • 1991 Ami a Naplóból kimaradt (1950–1952)
  • 1992 Ami a naplóból kimaradt (1945-46) (it. Diario: Quel che resta)
  • 1993 Ami a Naplóból kimaradt (1947)
  • 1994 Ismeretlen kínai költő
  • 1997 Napló (1984–1989)
  • 1998 Ami a Naplóból kimaradt (1948)
  • 1999 Ami a Naplóból kimaradt (1949)
  • 2000 Szabadulás (it. Liberazione)
  • 2000 Vándor és idegen
  • 2001 Eszter hagyatéka és három kisregény
  • 2002 Tájak, városok, emberek
  • 2002 Magyar borok
  • 2003 Írók, költők, irodalom
  • 2003 Kedves Tibor!
  • 2003 Ami a Naplóból kimaradt (1953–1954-1955)
  • 2003 Oroszország Márai Sándor szemével
  • 2004 Lucrétia fia
  • 2004 Japán kert I-II.
  • 2004 Bölcsességek januártól decemberig
  • 2004 Ajándék a végzettől
  • 2005 Kitépett noteszlapok
  • 2005 Lomha kaland
  • 2005 A régi szerető

Opere pubblicate in italiano

  • Divorzio a Buda, Baldini & Castoldi, 1938
  • L'amante del sogno, Baldini & Castoldi, 1941
  • Le braci, Adelphi, 1998
  • L'eredità di Eszter, Adelphi, 1999
  • La recita di Bolzano, Adelphi, 2000
  • I ribelli, Adelphi, 2001
  • Truciolo, Adelphi, 2002
  • Divorzio a Buda, Adelphi, 2002
  • Confessioni di un borghese, Adelphi, 2003
  • La donna giusta [1], Adelphi, 2004
  • L'eredità di Eszter, Adelphi, 2004
  • La recita di Bolzano, Adelphi, 2005
  • Terra, terra!... Ricordi, Adelphi, 2006
  • La sorella, Adelphi, 2006
  • L'isola, Adelphi, 2007
  • Liberazione, Adelphi, 2008
  • L'ultimo dono, Adelphi, 2009
  • Il vento viene da Ovest, Mondadori, 2009
  • Il sangue di San Gennaro, Adelphi, 2010
  • Il gabbiano, Adelphi, 2011
  • Sindbad torna a casa, Adelphi, 2013

Note

  1. ^ il volume riunisce Az igazi (1941) e Judit... és az utóhang (1980)

Altri progetti

Collegamenti esterni

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