Solo Dio mi fermerà

Solo Dio mi fermerà
Lingua originale	italiano
Paese di produzione	Italia
Anno	1957
Durata	94 min
Dati tecnici	B/N;
Genere	drammatico
Regia	Renato Polselli
Soggetto	Renato Polselli
Sceneggiatura	Renato Polselli
Casa di produzione	Edera Film
Fotografia	Ugo Brunelli
Montaggio	Guido Bertoli
Musiche	Felice Di Stefano
Scenografia	Vittorio Valentini: Elso Valentini
Interpreti e personaggi
	Gérard Landry: Don Salvatore D'Angelo; Vittorio André:; Claudio Biava:; Mimo Billi:; Pina Branchetti:; Miranda Campa:; Bruno Carotenuto:; Memmo Carotenuto: Il maresciallo dei carabinieri; Ada Colombo:; Adalgisa Colombo:; Giulio Donnini:; Piero Giagnoni:; Tina Gloriani:; Philippe Hersent:; Edilio Kim:; Carlo Lombardi:; Lea Padovani: Madre indignata; Marcello Prando:; Astrid Recher:; Olga Solbelli:; Erminio Spalla:; Nora Visconti:; Giancarlo Zarfati:; Michele Cerreto Cuccaro:;

Solo Dio mi fermerà è un film del 1957, diretto da Renato Polselli. Girato completamente a Maddaloni, il film narra la storia di don Salvatore d'Angelo, sacerdote maddalonese fondatore del Villaggio dei ragazzi.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

In una sera di pioggia Don Salvatore d'Angelo incontra Nottola, un ragazzino che, avendo perduto i genitori, vive solo. Egli s'interessa al piccolo ed in breve è indotto a dedicare le sue cure ad un gruppo di ragazzi sbandati. Malgrado l'avversione di alcuni anticlericali e di alcune donne del paese, il sacerdote pensa ad una nuova opera per la quale riceve i primi aiuti dal padre, dapprima contrario all'iniziativa. Il maresciallo dei carabinieri gli è amico e lo difende quando può; altri aiuti gli consentono di adattare al fini della sorgente istituzione una vecchia caserma abbandonata e il numero dei ragazzi cui provvede, aumenta sempre più. In qualche attimo fugace è preso dallo scoraggiamento e vorrebbe rinunciare all'iniziativa; ma subito l'amore per i giovani abbandonati ha il sopravvento. La popolazione apprezza ed ammira il Villaggio dei ragazzi, e quando un incendio doloso lo devasta, concorre alla sua ricostruzione.

Un giorno però si fa viva l'autorità militare, che vorrebbe riavere la caserma; ma l'accorrere della popolazione, richiamata dal vivace Nottola, dimostra la necessità dell'opera ormai sviluppata e fa cambiare idea ai responsabili.