Solanto

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Sòlanto
frazione
Sòlanto – Veduta
Sòlanto – Veduta
Il castello di Sòlanto
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Palermo
Comune Santa Flavia
Territorio
Coordinate38°04′32.88″N 13°32′35.16″E / 38.0758°N 13.5431°E38.0758; 13.5431 (Sòlanto)
Altitudine20 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale90017
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantisolantari
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sòlanto
Sòlanto

Sòlanto è una frazione marinara di Santa Flavia posta sull'omonimo promontorio.

Stele funeraria punica da Solanto

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo recenti ipotesi suffragate da rinvenimenti archeologici[1], la primigenia città punica di Solunto (in semitico Kfr), datata dall'VIII al V secolo a.C. e ricordata dallo storico Tucidide[2], si trovava in corrispondenza del promontorio di Sòlanto. Il toponimo deriverebbe dal greco sólos («roccia ferrosa»). A seguito dell'invasione di Dionisio I di Siracusa, l'abitato venne distrutto e successivamente, intorno al 383 a.C., sul Monte Catalfano venne edificata la seconda città di Solunto, di matrice ellenistica.

Dell'abitato punico rimangono oggi scarse tracce a causa della recente crescita edilizia, come una necropoli con sepolture a camera (distrutte nell'aprile 1972 durante lavori edili) nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Flavia, un quartiere industriale con fornaci, un probabile tofet con resti di ossa combuste e stele «a trono» e, presso la località Olivella, una sepoltura ipogea con dromos.[1]. Tra i materiali ceramici rinvenuti si ricordano kylikes di produzione ionica, aryballoi corinzi, un kantharos etrusco di bucchero, anfore puniche di forma Ramón 1.1.2.1 e Ramón 4.2.1.4.[3] La monetazione punica della città raffigurava essenzialmente al diritto la testa di Eracle con copricapo in pelle di leone (leontè) e al rovescio un gambero.

Luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Il castello di Sòlanto fu edificato durante il dominio del Re Ruggero[non chiaro] a protezione della vicina tonnara. Da Federico III il castello fu ceduto a Manfredo Layhabixa, mentre nel 1392 re Martino devolse il complesso a Francesco de Casaya. Nel 1415 fu acquisito da Corrado Spadafora; successivamente, nel 1517, passò alla famiglia Alliata, baroni di Solanto. Signori del castello furono Francesco Catena (1666), Mario Antonio Joppolo Colnago principe di Sant'Elia (1682), Cristoforo Riccardo Filangeri principe di Santa Flavia (1765) e Benedetto Mantegna principe di Gangi (1879). Oggi è una sala per i matrimoni.[4]
  • Il palazzo reale consiste in un settore del castello adibito (inizi del XIX secolo) a residenza di Ferdinando I di Borbone.
  • La tonnara, la cui struttura è realizzata in calcarenite a facciavista, ha cessato l'attività di pesca il 14 luglio 1961.

Spiagge[modifica | modifica wikitesto]

  • Aciddara («uccellaia», per la presenza di uccelli dovuta ad una fonte d'acqua sorgiva) - sabbia e ciottoli.
  • Fondachello - sabbia.
  • Olivella - ciottoli.
  • Pietra Chiara - rocce.
  • Porto di Spagna (toponimo derivante dallo sbarco della flotta di Filippo V di Spagna nel 1718) - sabbia e ciottoli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Vittorio Giustolisi, Cronia - Paropo - Solunto, Palermo 1972
  2. ^ Tucidide, Guerra del Peloponneso VI, 2,6
  3. ^ Caterina Greco, Solunto: nuovi dati dalla campagna di scavo 1997, Pisa 2000
  4. ^ Castello di Solanto - Castello di Solanto Palermo, su ilcastellodisolanto.it. URL consultato il 16 agosto 2018.

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