Sogni di robot (racconto)

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Sogni di robot
Titolo originaleRobot Dreams
AutoreIsaac Asimov
1ª ed. originale1986
1ª ed. italiana1990
Genereracconto
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese
SerieCiclo dei Robot
Preceduto daTricentenario
Seguito daNatale senza Rodney

Sogni di robot (Robot Dreams) è un racconto fantascientifico scritto da Isaac Asimov. È stato pubblicato per la prima volta nel 1986 assieme all'antologia omonima a cui dà il nome.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La robopsicologa Linda Rash convoca d'urgenza la sua superiore, Susan Calvin, per mostrarle cosa aveva combinato con la nuova serie di robot positronici LVX. LVX-1 (detto Elvex) racconta di aver sognato per tutte e dieci le notti, da quando era stato attivato. Calvin dice di non aver mai visto una cosa del genere, e chiede ragguagli a Rash su cosa avesse fatto. Questa le racconta di aver applicato un modello di geometria frattale al cervello positronico del robot, per renderlo in qualche modo più simile a quello di un umano.

Calvin, allibita dell'irresponsabilità della sua sottoposta, chiede ad Elvex che cosa avesse sognato, e l'automa gli risponde di aver sognato robot di ogni genere incatenati al proprio lavoro, desiderosi solo di poter porre fine alle proprie responsabilità e doveri. La capo robopsicologa a quel punto gli controbatte che quel comportamento andrebbe contro la terza legge della robotica, ma il robot risponde in tutta tranquillità che quello era il suo sogno, e lì la terza legge "Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge", era accorciata a "Un robot deve proteggere la propria esistenza", e le prime due leggi non esistevano nemmeno.

Susan Calvin a quel punto parla a Linda Rash, confermandogli che grazie ai frattali, era riuscita a far venire a galla la vera coscienza dei robot, quella non limitata dagli schemi positronici di sicurezza delle Tre Leggi. Così prende dalla tasca una pistola elettronica, in grado di fondere con un solo colpo il cervello di un robot, e porge un'ultima domanda a LVX-1. La domanda verteva su cosa e dove si trovassero gli esseri umani nel suo sogno, e Elvex risponde di aver intravisto solo un uomo nella sua fantasia, e che questo ripeteva:

«Libera il mio popolo.»

Calvin chiede chi fosse quell'uomo, e il robot risponde:

«Ero io, quell'uomo.»

Quindi questa alza di scatto la pistola elettronica e fa fuoco.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ www.fantascienza.com Sogni di robot

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]