Sindrome di de Morsier

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Sindrome di de Morsier
Malattia rara
Cod. esenz. SSNRN0860
Specialitàgenetica clinica
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM742.2
OMIM182230
MeSHD025962
Sinonimi
Displasia setto-ottica
Eponimi
Georges de Morsier

La sindrome di de Morsier, anche chiamata displasia setto-ottica o sindrome di Kaplan-Grumbach-Hoyt[1], è una malattia genetica rara caratterizzata da aplasia o ipoplasia del Septum pellucidum (la membrana che separa i ventricoli cerebrali) e/o dei nervi ottici e del chiasma ottico e/o dell'ipofisi e dell'ipotalamo. Spesso sono presenti anche perdita del visus e malformazioni cerebrali di gravità variabile, dall'aplasia del sistema olfattivo all'oloprosencefalia, spesso associate a ritardo mentale[2].

Deve il suo nome al neurologo svizzero Georges de Morsier[3], che la studiò a metà del XX secolo.

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in un caso ogni 10.000 bambini nati vivi[4] e rappresenta il 10% dei casi di ipoplasia del nervo ottico[5].

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

Si ritiene che la causa siano mutazioni del gene HESX1 situato nel braccio corto del cromosoma 3 (3p21.2), il quale sovrintende allo sviluppo embriologico delle strutture encefaliche anteriori[2]. Tuttavia nella maggior parte dei casi di malattia il gene è normale, e questo ha fatto ipotizzare il coinvolgimento di altri geni, quali PROP1[6], LHX2, SOX2[7] e SOX3[8]. La maggior parte dei casi tuttavia è sporadica e non geneticamente determinata[8].

Si ritiene che vi possano essere coinvolti fattori eziologici ambientali manifestatisi durante la vita intrauterina, quali l'esposizione ad acido valproico, assunto dalla madre per il trattamento dell'epilessia[9] o traumi dell'arteria cerebrale anteriore.[2][10] È stata osservata una correlazione diretta tra l'incidenza della malattia e la giovane età della madre[11] e con l'abuso di sostanze stupefacenti, in particolar modo di cocaina[12][13][14].

Clinica[modifica | modifica wikitesto]

Segni e sintomi[modifica | modifica wikitesto]

Il paziente presenta soprattutto disturbi visivi variabili, dal nistagmo fino alla cecità e ipopituitarismo, con carenza di uno o più ormoni secreti da ipotalamo e ipofisi, in particolar modo la somatotropina[5]. Possono essere presenti anche dismorfismi del volto, microftalmia e coloboma[2].

Esami di laboratorio e strumentali[modifica | modifica wikitesto]

Radiologicamente si distinguono due gruppi: un primo gruppo è caratterizzato da malformazioni soprattutto a livello della corteccia cerebrale con conseguente distruzione dei nervi ottici, che si presentano piccoli. Il secondo gruppo presenta assenza del setto pellucido con scarso sviluppo della sostanza bianca, mentre la corteccia è risparmiata[2][15]. Sono stati ipotizzati altri due gruppi caratterizzati uno da ectopia dell'ipofisi, l'altro da scarso sviluppo del corpo calloso[2]. La classificazione clinico-radiologica di Miller prevede invece due gruppi: la forma isolata, in cui il setto pellucido è assente, la sostanza bianca è ipoplasica e i nervi ottici sono piccoli, è caratterizzata da una prognosi migliore; nella forma plus sono presenti residui del setto, le malformazioni cerebrali sono variabili e la prognosi è peggiore[16].

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

La carenza ormonale può essere sopperita da una terapia ormonale sostitutiva da attuarsi precocemente durante la fase di crescita del bambino[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mutsuo Ishihara, Optic hypoplasia with pituitary dwarfism (Kaplan-Grumbach-Hoyt syndrome, or DeMorsier syndrome)., in Endocrinologia Japonica, vol. 30, n. 1, febbraio 1983, pp. 7–14, DOI:10.1507/endocrj1954.30.7, PMID 6884276. URL consultato l'11 ottobre 2012.
  2. ^ a b c d e f Pavone, Ruggieri, pp. 204-6, 2006.
  3. ^ (EN) Ole Daniel Enersen, Sindrome di de Morsier, in Who Named It?.
  4. ^ Displasia setto-ottica su orpha.net
  5. ^ a b c Kanski, pp. 88, 2008.
  6. ^ JB. Cruz, VS. Nunes; SA. Clara; D. Perone; P. Kopp; CR. Nogueira, Molecular analysis of the PROP1 and HESX1 genes in patients with septo-optic dysplasia and/or pituitary hormone deficiency. (PDF), in Arq Bras Endocrinol Metabol, vol. 54, n. 5, 2010, pp. 482-7, DOI:10.1590/S0004-27302010000500009, PMID 20694410.
  7. ^ C. Mellado, A. Poduri; D. Gleason; PC. Elhosary; BJ. Barry; JN. Partlow; BS. Chang; GM. Shaw; AJ. Barkovich; CA. Walsh, Candidate gene sequencing of LHX2, HESX1, and SOX2 in a large schizencephaly cohort. (PDF), in Am J Med Genet A, 152A, n. 11, novembre 2010, pp. 2736-42, DOI:10.1002/ajmg.a.33684, PMID 20949537.
  8. ^ a b L. Zhao, SE. Zevallos; K. Rizzoti; Y. Jeong; et al., Disruption of SoxB1-dependent Sonic hedgehog expression in the hypothalamus causes septo-optic dysplasia., in Dev Cell, vol. 22, n. 3, marzo 2012, pp. 585-96, DOI:10.1016/j.devcel.2011.12.023, PMID 22421044.
  9. ^ CL. McMahon, SR. Braddock, Septo-optic dysplasia as a manifestation of valproic acid embryopathy., in Teratology, vol. 64, n. 2, agosto 2001, pp. 83-6, DOI:10.1002/tera.1049, PMID 11460259.
  10. ^ MS. Lubinsky, Hypothesis: septo-optic dysplasia is a vascular disruption sequence., in Am J Med Genet, vol. 69, n. 3, marzo 1997, pp. 235-6, PMID 9096749.
  11. ^ DE. McNay, JP. Turton; D. Kelberman; KS. Woods; et al., HESX1 mutations are an uncommon cause of septooptic dysplasia and hypopituitarism. (PDF) [collegamento interrotto], in J Clin Endocrinol Metab, vol. 92, n. 2, febbraio 2007, pp. 691-7, DOI:10.1210/jc.2006-1609, PMID 17148560.
  12. ^ Volpe JJ, Effect of cocaine use on the fetus, in N. Engl. J. Med., vol. 327, n. 6, agosto 1992, pp. 399–407, DOI:10.1056/NEJM199208063270607, PMID 1625714.
  13. ^ Dominguez R, Aguirre Vila-Coro A, Slopis JM, Bohan TP, Brain and ocular abnormalities in infants with in utero exposure to cocaine and other street drugs, in Am. J. Dis. Child., vol. 145, n. 6, giugno 1991, pp. 688–95, PMID 1709777.
  14. ^ Orrico A, Galli L, Zappella M, et al., Septo-optic dysplasia with digital anomalies associated with maternal multidrug abuse during pregnancy, in Eur. J. Neurol., vol. 9, n. 6, novembre 2002, pp. 679–82, PMID 12453085.
  15. ^ Barkovich AJ, Fram EK, Norman D, Septo-optic dysplasia: MR imaging, in Radiology, vol. 171, n. 1, aprile 1989, pp. 189–92, PMID 2928524.
  16. ^ Miller SP, Shevell MI, Patenaude Y, Poulin C, O'Gorman AM, Septo-optic dysplasia plus: a spectrum of malformations of cortical development, in Neurology, vol. 54, n. 8, aprile 2000, pp. 1701–3, PMID 10762523.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo Pavone, Martino Ruggieri, Neurologia pediatrica, Elsevier, 2006, ISBN 88-214-2789-7.
  • Bergamasco, Mutani, La Neurologia di Bergamini, Torino, Cortina, 2007, ISBN 88-8239-120-5.
  • J. J. Kanski, Oftalmologia clinica, Elsevier, 2008, ISBN 88-214-3050-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]