Sinagoga di Cortemaggiore

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Sinagoga di Cortemaggiore
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàCortemaggiore
Coordinate44°59′50.06″N 9°55′54.62″E / 44.99724°N 9.93184°E44.99724; 9.93184
ReligioneEbraismo
Inizio costruzione1545
Completamento1842

La sinagoga di Cortemaggiore era una sinagoga situata nel centro dell'omonima cittadina, al primo piano di un edificio, poi trasformato in abitazione privata[1], posto all'angolo tra le vie Cavour e IV Novembre, in posizione centrale rispetto all'area in cui si estendeva il vecchio ghetto ebraico magiostrino, istituito nel 1545 dal marchese Gerolamo Pallavicino e densamente popolato fino agli ultimi anni del XIX secolo[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La sinagoga, edificata nel 1545[1], anno di istituzione del ghetto ebraico di Cortemaggiore[2], fu poi ricostruita nel 1842. Nel 1869, con il trasferimento del rabbino Tobia Foà a Fiorenzuola d'Arda, l'edificio rimase senza rabbino, figura che venne comunque sostituita per gli aspetti relativi al culto da un membro della comunità[3].

In seguito al forte declino demografico della locale comunità ebraica, l'edificio venne progressivamente abbandonato nel corso del Novecento. Tra il 1917 e il 1918, come documentato da A.J.M. Pacifici a seguito di una visita a Cortemaggiore, la porzione centrale del soffitto dell'edificio si presentava sfondata, in cattive condizioni erano anche i libri posti dentro ai banchi, che rischiavano di disfarsi in polvere al semplice tocco, mentre si trovavano in buono stato sette/otto Sefer Torah complete di paramenti e poste su una parete a circondare l'arca nonché la tevà con la relativa cancellata che circondavano il tempio[4]. Nel 1930 la comunità locale venne unità con la comunità di Parma, terminando così le funzioni di culto svolte presso la sinagoga[3].

Negli anni settanta, l'edificio venne posto in vendita, mentre gli arredi e gli elementi decorativi furono contestualmente trasferiti altrove. Le ante dell'arca furono spostate in Israele, mentre il portale dipinto di azzurro fu trasportato a Soragna, per essere conservato nel museo della locale sinagoga[5].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio presenta una pianta rettangolare con pareti in laterizio e tetto a coppi[1].

Come tipico delle sinagoghe di ghetto la presenza del luogo di culto non è desumibile da nessun elemento visibile dall'esterno dell'edificio. L'ingresso avveniva originariamente tramite una casa vicina attraverso un ballatoio, successivamente crollato. È possibile ancora accedere alla sala da una botola del locale sottostante, adibito a magazzino di alimentari.

All'interno la sala è spoglia e si presenta in stato di completo degrado con pochissime tracce visibili delle decorazioni e degli affreschi originari in azzurro e oro[6]. Il portale dell'arca, decorato di azzurro, si trova presso il museo della sinagoga di Soragna, dove è conservato anche un camino risalente al XVII secolo e dotato di stucchi decorativi originariamente situato nella casa del rabbino di Cortemaggiore[5]. Non risulta siano al momento previsti interventi per il recupero dello storico luogo di culto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Sinagoga - Cortemaggiore, 1545-1545, su sigecweb.beniculturali.it. URL consultato il 4 febbraio 2022.
  2. ^ a b Stato Pallavicino, su comune.cortemaggiore.pc.it. URL consultato il 4 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2022).
  3. ^ a b Artocchini, p. 218.
  4. ^ Artocchini, pp. 216-217.
  5. ^ a b Sala delle Sinagoghe scomparse, su museoebraicosoragna.net. URL consultato il 4 febbraio 2022.
  6. ^ Sacerdoti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carmen Artocchini, Note sulla comunità ebraica di Cortemaggiore, in Cortemaggiore 1479-1979. Saggi storici, Parma, Deputazione di Storia patria per le province Parmensi, 1980, pp. 197-218.
  • Annie Sacerdoti, Guida all'Italia ebraica, Genova, Marietti, 1986.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]