Simmoria

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La simmoria (in greco antico: συμμορία?, symmoría) nell'Atene del IV secolo a.C. era un gruppo di cittadini facoltosi aggregati allo scopo della tassazione.

Symmorie fiscali[modifica | modifica wikitesto]

Le symmorie vennero istituite per la prima volta dall'arconte eponimo di Nausinikos (378-377 a.C.), quando i cittadini ateniesi facoltosi, che erano soggetti alla tassazione nota come eisphora, vennero riuniti in gruppi.[1][2] Le nuove regole vennero stabilite probabilmente in occasione della fondazione del Secondo impero ateniese e della guerra Tebe-Sparta che ebbe inizio in quell'anno.[2]

Il numero delle symmorie è controverso, specialmente alla luce delle successive symmorie navali, ma 100 sono quelle menzionate da Clidemo, e il numero sembra coincidere con altri elementi del sistema fiscale ateniese.[2] Si conviene normalmente che le symmorie costituivano unità di pressoché uguale valore, in modo che i componenti pagassero tasse della stessa entità.[2] A causa degli inevitabili ritardi nel pagamento delle tasse da un così elevato numero di soggetti, subito dopo il 360 a.C., venne introdotta la proeisphora, mediante la quale i tre più ricchi del gruppo, il hegemon (ἠγεμῶν, "capo") o protos (πρῶτος, "primo"), che dava il nome alla symmoria, il deuteros (δεύτερος, "secondo") e il tritos (τρίτος, "terzo") di ogni symmoria anticipavano le somme per gli altri componenti del gruppo.[1][2] Ogni symmoria aveva un diagrapheus (διαγραφεύς), responsabile che teneva e aggiornava il registro del gruppo (diagramma, διάγραμμα). Essi rispondevano ai dieci strateghi, che erano i responsabili delle symmorie.[2]

I meteci erano raggruppati in symmorie uniformi (metikoikai symmoriai, μετικοικαὶ συμμορίαι). Ognuna di esse era capeggiata da un tesoriere (tamias, ταμίας), e gli ufficiali delle tasse, anch'essi appartenenti ai meteci, erano chiamati epigrapheis (ἐπιγραφεῖς).[1][2]

Symmorie navali[modifica | modifica wikitesto]

Tra i più pesanti oneri finanziari sostenuti dalle classi ricche di Atene vi era la trierarchia, vale a dire l'obbligo (liturgia) dei ricchi ateniesi di equipaggiare (e comandare) una triremi per un anno.[3] Già dagli ultimi anni del V secolo a.C., nel tentativo di alleviare il peso, era stata introdotta la (co-triarchia), secondo la quale la spesa veniva condivisa da due cittadini[3][4] Dalla metà del IV secolo a.C., comunque, il sistema della triarchia divenne poco funzionale, non da ultimo a causa della crescente riluttanza delle classi benestanti di contribuire con tempo e denaro all'operazione. Di conseguenza, nel 358/357 o 357/356 a.C., un cittadino chiamato Periandro estese il sistema delle simmorie alla tetrarchia: un elenco di 1 200 cittadini più ricchi (i synteleis, "collaboratori congiunti"), che erano responsabili della tetrarchia, vennero raggruppati in una ventina di simmorie di sessanta uomini ciascuna.[2][4]

L'oratore Demostene, nel suo discorso Sulle simmorie del 354 a.C. propose di riformare ulteriormente il sistema, ma ciò non avvenne prima del 340 a.C..[1] Egli propose anche di estendere le simmorie alle liturgie dei Giochi panatenaici e delle Dionisie.[1]

Negli anni 330 e 320 a.C., a uno dei dieci strateghi di Atene venne dato l'incarico di occuparsi delle simmorie, e venne chiamato strategos epi tas symmorias.[1][2]

Altri impieghi[modifica | modifica wikitesto]

Il termine venne usato anche nell'ultimo periodo ellenistico a Teo e durante l'Impero Romano a Nysa come termine per indicare una corporazione privata o pubblica o una suddivisione di una phyle.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Rhodes, "Symmoria"
  2. ^ a b c d e f g h i j Poland, 1931
  3. ^ a b Welwei, "Trierarchia"
  4. ^ a b Gabrielsen, 1994

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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