Short SC.7 Skyvan

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Short SC.7 Skyvan
Uno Skyvan dell'Helsinki University of Technology fotografato presso l'Oulu Airport (EFOU), in Finlandia.
Descrizione
Tipoaereo da trasporto
Equipaggio1-2
CostruttoreShort Brothers plc
Data primo volo17 gennaio 1963
Esemplari153
Dimensioni e pesi
Lunghezza12,21 m (40 ft 1 in)
Apertura alare19,79 m (64 ft 11 in)
Altezza4,6 m (15 ft 1 in)
Superficie alare35,12 (378 ft²)
Carico alare136,6 kg/m² (33,5 lb/ft²)
Peso a vuoto3 331 kg (7 344 lb)
Peso max al decollo5 670 kg (12 500 lb)
Capacità19 passeggeri
Propulsione
Motore2 turboelica Garrett AiResearch TPE-331-201
Potenza715 shp (533 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max324 km/h (202 mph)
Velocità di stallo111 km/h (69 mph)
Velocità di salita8,3 m/s (1 640 ft/min)
Autonomia1 200 km (694 mi)
Tangenza6 858 m (22 500 ft)
Notedati relativi alla versione Short Skyvan 3

i dati sono estratti da Jane's Civil and Military Upgrades 1994-95[1]

voci di aerei militari presenti su Wikipedia

Lo Short SC.7 Skyvan è un bimotore turboelica da trasporto ad ala alta prodotto dall'azienda britannica Short Brothers & Harland Ltd, poi Short Brothers plc, dagli anni sessanta agli anni ottanta ed attualmente ancora utilizzato da numerose compagnie aeree civili ed aeronautiche militari mondiali.

Progettazione e sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1958, la Shorts venne contattata dalla F.G. Miles Ltd (azienda succeduta alla Miles Aircraft) in cerca di un appoggio per avviare la produzione del H.D.M.106 Caravan dotato di un'ala Hurel Dubois. La Shorts acquisì il progetto ed i dati raccolti dai test sul Miles Aerovan basato sul prototipo HDM.105. Dopo la valutazione proposta dalla Miles, la Shorts decise di non intraprendere lo sviluppo del Caravan in favore di un proprio progetto per una versione utility box-car interamente metallica alla quale venne assegnata la denominazione Short SC.7 Skyvan.

La costruzione iniziò presso gli stabilimenti di Sydenham, nei pressi di Belfast, nel 1960 ed il primo esemplare venne portato in volo per la prima volta il 17 gennaio 1963, equipaggiato da due motori a pistoni Continental. Successivamente, alla fine dello stesso anno, venne rimotorizzato con i più potenti turboelica Turboméca Astazou di produzione francese, per poi passare definitivamente, con la serie 3, al mercato statunitense con una fornitura da parte della Garrett Systems.

In totale, fino al termine della produzione cessata nel 1986, vennero realizzati tra tutte le versioni, compreso il prototipo, 153 esemplari.

Dallo Skyvan venne sviluppata una variante caratterizzata dalla fusoliera allungata, lo Shorts 330.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Lo Skyvan è un bimotore monoplano di costruzione interamente metallica caratterizzato da una fusoliera a sezione quadrata di ampie dimensioni. La cabina di pilotaggio a due posti affiancati, posta sul muso, non è pressurizzata e ha un'ampia finestratura. Posteriormente la fusoliera è dotata di un ampio portellone di carico e termina in un impennaggio bideriva. L'ala, montata alta ed a semisbalzo, è collegata ai due supporti laterali del carrello d'atterraggio, fisso e con configurazione triciclo anteriore, tramite un paio di robusti montanti obliqui. L'apparato propulsivo adottato nel 1968 dalla versione Skyvan 3, è di due turboelica Garrett AiResearch TPE-331-201 capaci di 715 shp (533 kW) ciascuno, collocati in due gondole sotto l'ala vicino alla fusoliera ed abbinati a due eliche tripala a passo variabile.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Gli Skyvan sono tuttora ancora impiegati sia da numerose compagnie aeree civili che da un buon numero di aeronautiche militari soprattutto sud e centroamericane, africane ed asiatiche. Nel 2006 risultavano ancora in servizio operativo presso la Guyana Defence Force e nell'Oman in forza con la propria Al Quwwat al-Jawwiya al-Sultanya al-Omanya.[2]

Caratteristica principale degli Skyvan è la vasta apertura posteriore del vano di carico che lo resero adatto per lancio di Paracadutisti e per i famigerati Voli della morte. Nel 1982, due Skyvans in forza presso la Prefectura Naval Argentina parteciparono attivamente alle operazioni durante la guerra delle Falklands. Entrambi gli esemplari furono traghettati a Port Stanley nell'aprile 1982. Uno fu colpito dal cannoneggiamento sull'ippodromo Port Stanley da parte della Royal Navy, e danneggiato e successivamente distrutto dall'artiglieria britannica durante le operazioni tra il 12 e 13 giugno.

Il secondo esemplare fu utilizzato a Pebble Island, la più settentrionale delle Falklands, dove restò bloccato a causa del terreno fangoso e poi distrutto dalle forze britanniche il 15 maggio 1982 durante l'operazione denominata raid su Pebble Island.[3]

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

Tutte prodotte negli stabilimenti Short di Belfast.

  • Skyvan 1 : prototipo, motorizzato con 2 Continental GTSIO-520, realizzato in un solo esemplare.
  • Skyvan 1A : prototipo rimotorizzato con 2 Turbomeca Astazou da 520 shp (388 kW).
  • Skyvan 2 : versione di serie motorizzata Turbomeca Astazou, prodotta in 8 esemplari.
  • Skyvan 3 : versione di serie motorizzata Garrett TPE 331, prodotta in 145 esemplari.
  • Skyvan 3A : versione Skyvan 3 dotata di un maggior valore di carico utile.
  • Skyvan 3M : versione da trasporto militare, utilizzata per il lancio di materiale in volo, trasporto truppe, assaltatori e paracadutisti, cargo, sgombero e ricerca e salvataggio.
  • Skyvan 3M-200 : versione Skyvan 3M dotata di un maggior valore di carico utile (M-TOW 6 804 kg, 15 000 lb).
  • Skyliner : versione aereo di linea.

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Livrea adottata dallo Skyvan dell'austriaca Pink Aviation Services.

All'agosto 2006 erano ancora 35 gli esemplari di Shorts Skyvan in servizio di linea, con Sonair (1), Swala Airlines (2), Transway Air Services (1), Deraya Air Taxi (3), Layang Layang Aerospace (1), Macair Airlines (1), Malaysia Air Charter (1), Pan-Malaysian Air Transport (1), Wirakris Udara (1), CAE Aviation (1), Deltacraft (1), Invicta Aviation (2), Pink Aviation Services (4), Advanced Air (1), Allwest Freight (2), Arctic Circle Air Service (3), GB Airlink (1), North Star Air Cargo (5), Skylift Taxi Aereo (1) e Summit Air (2).[4]

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Il dimostratore militare nel 1982.
Un Skyvan dell'austriaca Österreichische Luftstreitkräfte.
Bandiera dell'Argentina Argentina
Bandiera dell'Austria Austria
Bandiera del Botswana Botswana
Bandiera dell'Ecuador Ecuador
Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti
Bandiera del Ghana Ghana
Bandiera del Giappone Giappone
2 SC.7 in servizio dal 1975 al 1997.[5]
Bandiera della Guyana Guyana
3 SC.7 consegnati a partire dal 1979.[6] 2 SC.7 Mk.3M ordinati nel 2018 e consegnati a luglio 2019.[6][7]
Bandiera dell'Indonesia Indonesia
Bandiera del Lesotho Lesotho
Bandiera del Malawi Malawi
Bandiera della Mauritania Mauritania
Bandiera del Messico Messico
Bandiera del Nepal Nepal
Bandiera dell'Oman Oman
Bandiera di Singapore Singapore
Bandiera della Thailandia Thailandia
Bandiera dello Yemen Yemen

Modellismo[modifica | modifica wikitesto]

  • Airfix scala 1/72 fuori produzione.

Velivoli comparabili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera d'Israele Israele
Bandiera della Polonia Polonia
Bandiera della Spagna Spagna


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michell, Simon, ed. Jane's Civil and Military Upgrades, Second Edition, 1994-95. London: Jane's Information Group, 1994. ISBN 0-7106-1208-7.
  2. ^ Scramble. [1] data: 21 dicembre 2006.
  3. ^ Rodney Burden, Michael Draper, Douglas Rough, Colin R Smith, David L Wilton, Falklands the Air War, London, Arms and Armour Press, 1986, ISBN 0-85368-842-7.
  4. ^ Flight International, 3-9 ottobre 2006.
  5. ^ "JAPAN COAST GUARD: AIRCRAFT DATA FILE", su hangarspace.jp, 22 agosto 2022, URL consultato il 3 gennaio 2024.
  6. ^ a b "Le forze aeree del mondo. Guyana" - "Aeronautica & Difesa" N. 418 - 08/2021 pag. 66
  7. ^ "EL CUERPO AÉREO DE GUYANA INCORPORA DOS AVIONES SC.7 SKYVAN" Archiviato il 6 luglio 2019 in Internet Archive., su infodefensa.com, 6 luglio 2019, URL consultato il 17 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Aubrey Joseph Jackson, British Civil Aircraft since 1919, London, Putnam, 1974, ISBN 0-370-10014-X.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàLCCN (ENsh85123277 · J9U (ENHE987007548634905171