Shibuya kei

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Shibuya kei
Origini stilistichepop, musica elettronica, jazz, rock and roll, yéyé
Origini culturaliShibuyai
Strumenti tipicichitarra, sintetizzatore, batteria, campionatore
Popolaritàprima metà degli anni Novanta.
Categorie correlate
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Lo Shibuya kei (渋谷系?, Shibuya kei, "stile di Shibuya") è un genere musicale nato dalla commistione tra musica elettronica e pop e appartenente alla categoria del J-pop. Il suo nome deriva dall'omonimo quartiere di Tokyo dove si è sviluppato.

Concettualmente gli esponenti del genere si propongono di operare una fusione consapevole e ragionata di ogni possibile influenza e stile musicale allo scopo di creare una sintesi musicale in cui convivano armonicamente elementi diversi.

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Lo Shibuya kei può essere grossolanamente suddiviso in precedente e successivo al 2001, anno dello scioglimento dei Pizzicato Five, principale riferimento musicale per il genere. Nell'ultimo periodo il genere sta nuovamente cambiando, assumendo nuove e differenti caratteristiche.

Primo periodo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo periodo, svoltosi durante tutti gli anni novanta, si basa sul pop con un grosso recupero del sound e della moda Sixties, e vede come principali artisti il duo Pizzicato Five, i dj Cornelius e Fantastic Plastic Machine, la cantante Kahimi Karie ed il gruppo Cibo Matto.

Secondo periodo[modifica | modifica wikitesto]

Il secondo periodo, che si è svolto lungo gli anni 2000, si focalizza principalmente sulla musica elettronica e su elementi anni ottanta, ed è portato avanti soprattutto dal duo Capsule, dal dj Cubismo Grafico, dagli YMCK e dalla cantante Kahimi Karie.

Ultimo periodo[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni Dieci del 2000, il genere si ripulisce gradualmente della grande ricchezza sonora che lo caratterizzava all'inizio e approda verso esiti sempre più minimali pur restando in ambito elettronico come nel trio Perfume o arrivando all'unplugged e alla rinuncia agli strumenti in Kahimi Karie che nel corso degli anni si è dimostrata la musicista più longeva ed insieme sperimentatrice eterogenea di questo genere[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Recensione di It's Here di Kahimi Karie su DeBaser, su debaser.it. URL consultato il 26 maggio 2012.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]