Sh2-270

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sh2-270
Regione H II
Sh2-270
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneOrione
Ascensione retta06h 10m 12s[1]
Declinazione+12° 48′ 46″[1]
Coordinate galattichel = 196,8; b = -03,1[1]
Distanza22200[2] a.l.
(6800[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)1' x 1'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe3 2 3[3]
Dimensioni6,5 a.l.
(2,0 pc)
Altre designazioni
LBN 877[1] Avedisova 1879
Mappa di localizzazione
Sh2-270
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 06h 10m 12s, +12° 48′ 46″

Sh2-270 è una piccola nebulosa a emissione visibile nella costellazione di Orione.

Si osserva nella parte orientale della costellazione, a pochi gradi dal confine con l'Unicorno; è individuabile circa 2° a sudovest di ξ Orionis, che essendo di quarta magnitudine è ben visibile anche ad occhio nudo. La sua declinazione non è particolarmente settentrionale e ciò fa sì che sia osservabile agevolmente da entrambi gli emisferi celesti, sebbene gli osservatori dell'emisfero boreale siano leggermente più avvantaggiati; il periodo in cui raggiunge la più alta elevazione sull'orizzonte è compreso fra i mesi di novembre e marzo.

Si tratta di una regione H II di piccole dimensioni; la sua distanza è stata oggetto di studio e controversie: le stime fatte nel corso degli anni duemila indicano un valore di 6800 parsec (22200 anni luce),[2] collocandola nelle regioni più estreme della Via Lattea, sul Braccio del Cigno. Altre stime precedenti la collocano a una distanza decisamente inferiore, attorno ai 2100 parsec. La principale responsabile della ionizzazione dei gas della nube è una stella di classe spettrale B0.5V, una stella azzurra sulla sequenza principale; la massa totale della nube sarebbe di circa 1000 masse solari.[4] La nebulosa ospita dei fenomeni di formazione stellare, come è testimoniato dalla presenza di un ammasso composto da sorgenti infrarosse catalogato come IRAS 06073+1249;[5] a questo si aggiunge la sorgente IRAS 06080+1233 e un maser ad acqua, più un'altra dozzina di oggetti stellari giovani.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  2. ^ a b c Russeil, D., Star-forming complexes and the spiral structure of our Galaxy, in Astronomy and Astrophysics, vol. 397, gennaio 2003, pp. 133-146, DOI:10.1051/0004-6361:20021504. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  3. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  4. ^ Neckel, T.; Staude, H. J., A survey of bipolar and cometary nebulae - Photographic and photometric observations, in Astronomy and Astrophysics, vol. 131, n. 2, febbraio 1984, pp. 200-209. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  5. ^ Carpenter, John M.; Snell, Ronald L.; Schloerb, F. P.; Skrutskie, M. F., Embedded star clusters associated with luminous IRAS point sources, in Astrophysical Journal, Part 1, vol. 407, n. 2, aprile 1993, pp. 657-679, DOI:10.1086/172548. URL consultato il 1º dicembre 2009.
  6. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 1º dicembre 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari