Severus Ibn al-Muqaffa

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Severus ibn al-Muqaffa (... – 987) è stato un vescovo cristiano orientale e storico egiziano, di religione copta, spesso confuso con Abd-Allāh Ibn al-Muqaffaʿ.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Noto anche come Severo (Severus) d'Al-Ushmunain, Severo vescovo di Al-Ushmunain, Severo d'Al'Ashmunein, Severo d'Ashmunein, Severo d'El-Eschmounein, Severo Ben al-Moqaffa, Severus Aschmoniensis, Sawiros Ibn Al-Muqafah, Sawirus, etc.[1] fu vescovo copto di Ermopoli, nell'alto Egitto, intorno alla fine del X secolo.

Egli è noto come l'autore della Storia dei Patriarchi della Chiesa Copta di Alessandria che è considerata il testo ufficiale della storia del patriarcato alessandrino. L'opera a sua volta si ispira all'Historia Ecclesiastica Copta di autore anonimo[2], una traduzione frammentaria dei primi sette libri dell'Historia ecclesiastica di sant'Eusebio, che copre il periodo dall'Incarnazione di Gesù alla morte di Timoteo Aulero nel 477.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Lampo d'intelletto, in arabo مصباح الفكر.
  • Storia dei Patriarchi della Chiesa Copta di Alessandria, in arabo تاريخ بطاركة كنيسة الإسكندرية القبطية. Questa si dice sia stata iniziata da Severus Ibn al-Mukaffa[4] e basata su fonti biografiche precedenti. Venne poi continuata da altri come Michael, vescovo di Tinnis (XI secolo, scritta in copto, che copre un periodo dall'880 al 1046), Mawhub ibn Mansur ibn Mufarrig, diacono di Alessandria e da papa Marco III di Alessandria (dal 1131 al 1167).
  • Fisica dell'afflizione e la cura del dolore, in arabo طبّ الغمّ وشفاء الحزن.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Da voskrese.info
  2. ^ Esperimento di edizione multimediale - problemi critici dell'2Historia ecclesiastica coptica", su Corpus dei Manoscritti Copti Letterari, Università di Roma, Unione accademica nazionale. URL consultato il 29 novembre 2020.
  3. ^ Ecclesiastical history in Coptic, su Università di Ghent.
  4. ^ La cosa è oggi contestata da alcuni storici, cf. Johannes den Heijer, Coptic historiography in the Fatimid, Ayyubid and early Mamluk Periods, Medieval Encounters 2 (1996), pp. 67-98, che parla di attribuzione tradizionale.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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