Senzatetto

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Un senzatetto seduto su una panchina tra i palazzi di New York
Un senzatetto spinge un carrello per la strada
Un senzatetto francese senza casa

Le persone senzatetto, senza casa o senza fissa dimora (per le quali è usata a volte la parola francese clochard, l'inglese homeless o l'italiano barbone), sono persone che per lungo tempo non hanno un luogo fisso di residenza.

Ciò le distingue dalle persone che condividono questa condizione per una libera scelta personale (come gli hobo e gli schnorrer o i punkabbestia), o per il retaggio culturale e storico riempito della vita in comunità chiusa e riempite al collettivismo sociale, come nel caso dei popoli nomadi (popolo Rom e sinti).
La condizione dei senza casa è più visibile nelle aree povere delle grandi città e in quelle suburbane, anche se essi spesso coesistono più o meno visibilmente dentro comunità dove i residenti non sono poveri. Il termine legale senza fissa dimora (in inglese No Fixed Abode, NFA, e in francese Sans domicile fixe, SDF) è spesso usato ufficialmente come alternativa a persona senza casa o senzatetto.

Non sono infrequenti ogni anno, gli eventi di persone morte a causa del freddo, per rifiuto o per insufficiente disponibilità di posti-letto nei centri di accoglienza, e per la mancanza di beni primari poco costosi e facilmente reperibili, come un kit di sopravvivenza e una coperta termica.
Per arginare il problema del decoro urbano e delle possibili morti per assideramento, alcune pubbliche amministrazioni italiane hanno erogato contributi ai proprietari di immobili a uso residenziale che avessero concesso in locazione o in comodato un proprio fondo sfitto o relative pertinenze a uno o più persone prive di proprietà private eleggibili come proprio domicilio ovvero della stabilità di reddito generalmente richiesta dal mercato delle locazioni per poter ottenere il bene primario dell'abitazione principale. Si tratta di ordinari contributi a fondo perduto per la locazione di un immobile che sono ripartiti fra locatore e locatario, previa registrazione di un regolare contratto di locazione.[1] Nessuna legge vieta di assegnare una priorità ai senza fissa dimora da lungo termine e relative situazioni assimilate (es. vittime di un cataclisma naturale), che versino prioritariamente in una situazione di grave emergenza abitativa.[2]

Persone famose che vivono come senzatetto[modifica | modifica wikitesto]

Esistono alcuni casi di persone assolutamente geniali, eccentriche e ultralibertarie che hanno deciso di rinunciare al possesso di ogni bene materiale, e alle limitazioni che essi comportano. Tra questi il matematico russo Grigori Perelman (noto per avere dimostrato la congettura di Poincaré[3]); un analogo genio matematico fu Paul Erdős, che non aveva una casa e tutte le sue proprietà materiali erano stipate in due logore valigie che lo accompagnavano ovunque andasse[4].

Altro noto senzatetto, per un periodo della sua vita è stato George Orwell, lo scrittore che diede successivamente vita all'espressione e concetto di "Grande Fratello" nel romanzo 1984, il quale raccontò questa esperienza nella sua opera prima Senza un soldo a Parigi e a Londra. Ancora fra gli scrittori, si può citare Gianni Padoan, che visse per anni in tenda e in roulotte.[5]

Cause che portano a questa condizione[modifica | modifica wikitesto]

Vi sono molte possibili cause che portano alla perdita della casa.

  • Alcuni deliberatamente scelgono di non avere una residenza permanente, includendo viandanti a piedi e quelli che hanno forti convincimenti spirituali personali antimaterialistici (come i yoghi in India).
Un senzatetto a New York
  • Fuga dall'abuso domestico, includendo ogni tipo di abuso sessuale, fisico e mentale: le vittime che scappano da questi tipi di abuso spesso si ritrovano senza una casa. I bimbi che hanno subito abusi hanno spesso una maggiore probabilità di cadere nell'uso delle droghe, cosa che contribuisce a rendere loro difficile lo stabilirsi in una residenza.[6] Nel 1990 uno studio trovò che la metà delle donne e dei bambini senza casa fuggivano dall'abuso.[7]
  • Abbandono delle cure ospedaliere o di lungodegenza: sia per problemi di natura fisica o di salute mentale.
  • Fuoriusciti dal carcere: molto spesso le persone appena uscite dal carcere non trovano lavoro, hanno pochi soldi e nessun luogo dove andare.[8]
  • Casi di malagiustizia, in cui le vittime, deprivate di tutto da rei ignoti, non ottengono né giustizia né risarcimento.
  • Problemi di salute mentale: le persone sofferenti da condizioni causanti psicosi spesso trovano difficile il riuscire a mantenere un'abitazione. Inoltre, cambi nelle politiche pubbliche possono portare all'incremento dei senza tetto, come avvenne negli Stati Uniti durante i primi anni ottanta, quando molte persone vennero obbligatoriamente dimesse dai manicomi. Nei paesi ad alto reddito la prevalenza media di qualsiasi disturbo mentale è stata stimata al 76,2% con un Intervallo di confidenza al 95% pari a [64,0%,86,6%] [9]. In molti casi, non è possibile stabilire quale delle due condizioni si sia instaurata prima. Secondo l'associazione americana National Alliance for the Mentally Ill (NAMI), vi sono circa 50.000 malati di mente senza tetto nella sola California per via dello sgombero degli istituti psichiatrici effettuato tra il 1957 e il 1988 e la mancanza di adeguati sistemi di servizi locali.[10]
  • Difficoltà economiche conseguenti alla perdita del lavoro o al divorzio.
Senzatetto a S. Maria Maggiore Roma 2015
  • Tossicodipendenza o abuso di alcol: si stima che circa il 38% dei "homeless" abbiano una dipendenza da qualche tipo di sostanza. Esiste un dibattito riguardo al fatto che la tossicodipendenza sia una causa o una conseguenza della condizione di senza tetto. Comunque, indipendentemente dal come insorga, una dipendenza non trattata rende la fuoriuscita dalla condizione di senza casa estremamente difficile.[11]
  • Crisi finanziaria o l'accumulo di debiti.
  • Sfratto[12].
  • Mancanza di salari che consentano una vita decente.[13]
  • Disastro naturale, come per le decine di migliaia di residenti di New Orleans in Louisiana che persero le loro case in seguito alle esondazioni provocate dall'uragano Katrina.
  • Veterani di guerra in dissociazione psichica: come ad esempio i veterani della guerra del Vietnam.
  • Ragazzi padre-ragazze madri ovvero minorenni che diventano genitori.
  • Gli sfratti degli inquilini sono una causa significativa della nascita dei senzatetto.[14]

Diversi posti di rifugio[modifica | modifica wikitesto]

Una donna e il suo cane per le strade di Roma

L'assenza di una dimora stabile induce alla ricerca di soluzione di ripiego, pur di non morire di fame, sete, ipotermia, patologie secondarie acquisite e dolori insopportabili generati dalla denutrizione e dal freddo. Possibili soluzioni a determinate circostanze:

  • all'esterno: all'aperto, in una tenda o tra i rifiuti.
  • in un veicolo: un'automobile o una roulotte. Alcuni di questi sono persone benestanti che vivono in questo modo per scelta e non si ritengono "senzatetto" nel senso comune. Per altri un veicolo può servire come sistemazione temporanea, per esempio persone appena sfrattate dalla propria casa.
  • in un luogo pubblico: parchi, autobus o stazioni ferroviarie, aeroporti.
  • in strutture abbandonate: edifici o automobili abbandonate, barche tirate a secco.
  • rifugi.
  • dormitori: che offrono alloggio temporaneo economico e spesso sono usati da coloro che cercano di uscire dalla condizione di senzatetto.
  • amici o famiglia.
  • campi profughi: campi adeguatamente attrezzati per i senzatetto solitamente situati vicino alle stazioni ferroviarie.

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

Dati OCSE : http://www.oecd.org/els/family/HC3-1-Homeless-population.xlsx

Italia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo gli ultimi dati rilevati a livello nazionale, pubblicati nel 2015, dalla Federazione italiana organismi persone senza dimora (Fio.PSD) e Istat, e aggiornati all'anno precedente, i senza fissa dimora in Italia superano le 50 mila unità. Sono stati presi in considerazione coloro che hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani selezionati per l'indagine.

La città più colpita dal problema senzatetto è Milano, con più di 12.000 utenti. Segue Roma con quasi 8.000 persone senza fissa dimora. Poi Palermo ne conta circa 3.000, Firenze circa 2.000, e Torino più di 1900[15].

  • Nord Italia: 22215 senzatetto
  • Centro Italia: 11548 senzatetto
  • Sud Italia: 6478 senzatetto[16]

Le percentuali per sesso:

  • 84% uomini
  • 16% donne

Due terzi hanno al massimo la licenza media, ed il 76% vive da solo, percentuale in crescita rispetto al 72% del 2011[16][17].

Demografie etniche[modifica | modifica wikitesto]

  • 40,5% italiani
  • 13,2% europei UE
  • 2,5% europei extra-UE
  • 0,9% americani
  • 4,8% asiatici
  • 0,1% dall'Oceania
  • 33,3% africani
  • 4,8% non registrati

Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

  • 41% uomini singoli
  • 40% famiglie
  • 14% donne singole
  • 5% giovani

La maggior parte delle famiglie di senzatetto negli USA consistono in una donna non sposata con i suoi figli.[8]

Demografie etniche[modifica | modifica wikitesto]

[8]

  • 49% afro-americani
  • 35% bianchi
  • 13% latino-americani
  • 2% nativi americani
  • 1% asiatici o discendenti

Negli USA, circa 500.000 veterani sperimentarono la condizione di "senzatetto" durante qualche periodo dell'anno.[18] Veterans Affairs è un ente che fornisce alloggio soltanto a veterani di guerra U.S.A. cronicamente malati. Da segnalare anche che disabilità fisiche che rendono difficile oppure impossibile ad una persona il trovare lavoro sono spesso comuni tra le persone homeless.

Australia[modifica | modifica wikitesto]

Censimento del 2001 di 100 000 senzatetto in Australia[19]

  • 58% maschi
  • 42% femmine
  • 36% tra 12 e 24 anni
  • 10% minori di 12 anni
  • 8,5% aborigeni e Torres Strait Islanders
  • 23% nei dormitori
  • 49% con amici e parenti
  • 14% dormono all'aperto
  • 14% stanno in strutture finanziate della SAAP

Cause comuni[modifica | modifica wikitesto]

[19]

  • Violenza in casa e famiglia (22%)
  • Sfratto (11%)
  • Rottura dei rapporti familiari (11%)
  • Sistemazione usuale non disponibile (11%)
  • Difficoltà finanziarie (10%)

Servizi ai senza casa[modifica | modifica wikitesto]

I ricoveri per senza casa aperti dai governi, chiese, o istituti di carità municipale lavorano per fornire una temporanea abitazione ai senzatetto. I tipi di rifugio comprendono il ricovero notturno, ricovero riscaldato, il rifugio di transizione, e le case popolari[13]. Mentre alcuni rifugi forniscono anche cibo, altri chiedono alle persone di rifocillarsi in banche alimentari oppure di andare ad una mensa per i poveri per la nutrizione.

I servizi ausiliari forniti da alcuni rifugi includono:

Nonostante tutto, vi sono molte lamentele riguardo alla sicurezza e alla qualità dei rifugi per homeless. Le case popolari sono una soluzione più costosa che secondo alcuni sociologi potrebbe ridurre di molto il circuito perverso che porta a diventare un senza tetto. Alcune strutture di ospitalità hanno modificato la propria organizzazione offrendo, oltre alla risposta ai bisogni primari, percorsi educativi rivolti alle persone senzatetto, finalizzati al cambiamento rispetto ai comportamenti che hanno condotto alla situazione di marginalità e al successivo reinserimento sociale. Si cita ad esempio l'esperienza del Nuovo Albergo Popolare di Bergamo.

Un programma per raggiungere oltre (in inglese outreach program) è un gruppo di persone che può includere ufficiali di polizia, lavoratori civili della outreach precedentemente homeless, e vari tipi di consulenti. Questo gruppo fa contatto con altre persone senzatetto e può procurare assistenza, oppure portarli a rifugi di vario tipo. Questo può evitare le inutili e costose campagne di retate con arresti indiscriminati intesi a far sloggiare gli homeless da alcuni quartieri.[20]

Possibilità di creare reddito per i senzatetto[modifica | modifica wikitesto]

Molte organizzazioni senza fini di lucro, come Goodwill Industries realizzano la missione di "provvedere allo sviluppo di competenze ed opportunità di lavoro per persone che di solito incontrano barriere all'impiego", anche se molte di queste organizzazioni non sono primariamente destinate verso gli individui homeless. Molte città hanno anche giornali di strada oppure riviste: sono pubblicazioni destinate a fornire opportunità d'impiego alla gente senza casa o ad altri bisognosi di quel poco denaro ottenuto dalla vendita di queste pubblicazioni sulle strade delle loro rispettive città. In Italia il più importante street magazine è senza dubbio Scarp de' tenis, il mensile della strada promosso da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana.

Mentre alcuni senzatetto svolgono lavori pagati, alcuni devono cercare altri metodi per fare soldi. Una soluzione è chiedere l'elemosina, ma sta diventando illegale in molte città. Nonostante lo stereotipo, non tutti coloro che chiedono l'elemosina sono senzatetto. Un'altra soluzione si chiama busking; i buskers sono artisti di strada: fanno giochi di prestigio, di abilità, suonano, disegnano sul marciapiede o fanno qualche altro tipo di intrattenimento in cambio di offerte. In certe città le case farmaceutiche pagano i donatori di plasma: questa può essere un'altra fonte di soldi per questa gente.

Si è sentito parlare di senzatetto che hanno commesso crimini proprio per essere arrestati e mandati in prigione, dove avrebbero trovato rifugio e cibo. Nel gergo della polizia (USA) questo si chiama three hots and a cot. Allo stesso modo un senzatetto può simulare una malattia mentale per ricevere rifugio e cibo in un ospedale.

Barriere all'uscita dalla condizione di senzatetto[modifica | modifica wikitesto]

La condizione di senzatetto spesso produce un circolo vizioso. Senza numero di telefono, indirizzo permanente o un posto per cambiarsi e lavarsi, può essere molto difficile trovare e conservare un posto di lavoro. Il marchio d'infamia che circonda la condizione di senzatetto crea uno stereotipo che rende difficile risolvere il problema. Molte città promuovono leggi e decreti che vanificano ogni sforzo di aiutare i senzatetto semplicemente cercando di coprirli alla vista.

Secondo NCH[21] e NLCHP[22] le città più restrittive creano leggi apposta per i senzatetto: leggi che proibiscono di dormire all'aperto, di chiedere l'elemosina (la pena può essere il carcere).[20]

Arrestare un senzatetto per una di queste ragioni creerà un precedente penale, che renderà ancora più arduo trovare un lavoro.

Residenza[modifica | modifica wikitesto]

In diversi Paesi, come l'Italia, la concessione della residenza è il presupposto indispensabile per aprire un contratto, essere iscritti alle liste elettorali del Comune per votare e avere un "peso politico", aprire una partita Iva e avviare una propria attività, accedere all'assistenza sanitaria che è appunto riservata ai residenti del luogo (il medico di base gratuito), presentare una domanda come nullatenente per l'accesso all'edilizia popolare, iscrivere un figlio a scuola, ottenere prestazioni previdenziali e assistenziali (come il reddito di inclusione[23]) spettanti dall'INPS (che non si possono richiedere se non si ha una residenza cui indirizzare le comunicazioni e per dimostrare di averne diritto in quanto residente i Italia, oltreché un conto corrente per l'accredito).

In Francia, si crea un meccanismo analogo di veti incrociati che impedisce il reinserimento dei poveri nella collettività, fra il possesso di una residenza (proprietà di una casa o contratto di affitto), l'apertura di un conto corrente e la registrazione di un contratto di lavoro.

La residenza è per la Costituzione un diritto inalienabile del cittadino. Negando la residenza, si preclude ai senzatetto il diritto alla salute e l'esercizio del diritto di voto, non secondario per avere una rappresentanza politica e dei diritti.

La residenza diviene ancora più rilevante con il federalismo fiscale e amministrativo, come criterio principale se non unico per l'accesso ai servizi locali, l'attribuzione delle risorse e la ripartizione delle spese a livello centrale.

Alcuni Comuni programmano la concessione di un certo numero di residenze all'anno riservate a senzatetto, pongono delle limitazioni subordinandole all'adesione a un progetto educativo o di inserimento in comunità. Talora le quote sono tassative, e il Comune rifiuta la residenza a persone che comunque hanno ottenuto un contratto di lavoro regolare.

Le riserve spesso sono legate al costo economico e sociale di un intervento diretto a tutelare una persona priva di capacità lavorative, magari con disturbi comportamentali, con esperienze carcerarie o altro. Se la persona è riconosciuta come residente, il Comune è tenuto a erogare tutti i servizi sociali di cui può beneficiare la cittadinanza.

Il costo e la concessione della residenza afferiscono allo stesso centro decisionale, con un evidente incentivo a non concederla.

Lo stesso argomento in dettaglio: Domicilio di soccorso.

A ciò si aggiunge in Italia la totale mancanza di un fondo di solidarietà che compensi le regioni, in proporzione ai senza tetto che hanno ottenuto la residenza, in ragione dei costi cui vanno incontro senza avere chiaramente da queste persone nessun contributo fiscale.

Alcune sentenze hanno imposto la concessione della residenza a senza tetto che fisicamente abitavano in dormitori pubblici del Comune, oppure di eleggere come proprio domicilio le sedi delle Caritas diocesane o altre istituzioni di beneficenza, per ottenere di seguito la residenza nel Comune.

Statistiche per i paesi sviluppati[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti statistiche indicano il numero approssimativo medio di persone senza casa in qualsiasi periodo dell'anno. Ogni paese ha un diverso approccio nel conteggio delle persone senzatetto, dunque ogni tipo di confronto dovrebbe essere fatto con molta cautela.

Unione europea: 3.000.000 (Unicef 1998)
Stati Uniti: 750.000 (Unicef 1998)
Canada: 200.000 (CBC News December 1998)
Australia: 99.000 (ABS: (Open 2001 Census)[24]

Il numero di persone senza casa nel mondo è cresciuto rapidamente negli anni recenti. In alcune nazioni del Terzo Mondo come Brasile, India, Nigeria, e Sudafrica, la condizione dei senza casa è eclatante, con milioni di bambini che vivono, giocano e lavorano per strada. Il problema dei senzatetto persiste in modo opprimente nelle città della Cina, Thailandia, Indonesia, e nelle Filippine, a dispetto della loro crescente prosperità, principalmente dovuto a lavoratori migratori provenienti dalle campagne che hanno problemi per trovare un'abitazione permanente e per il crescente aggravarsi delle disparità di reddito tra le classi sociali.

Gli unici paesi senza o con ridottissimi numeri di senzatetto sono principalmente i paesi del golfo ( Qatar, Emirati Arabi Uniti, Kuwait ) e Singapore, soprattutto grazie al clima estremamente arido o umido, alla fiorente economia, al sistema "Asiatico" di welfare, alla stringente politica migratoria e al sistema "Ginta" che fornisce una fonte di reddito anche a chi non può lavorare (nei paesi del golfo).

Australia[modifica | modifica wikitesto]

In Australia i senza tetto non sono definite solo le persone senza casa, ma anche coloro che non hanno un alloggio sicuro e una vita precaria. I senzatetto sono suddivisi dall'ufficio statistico australiano in cinque gruppi.

  • Rough Sleepers - gente che vive nelle strade senza avere nessun alloggio.
  • Gente che abita nei rifugi d'emergenza.
  • Gente che abita temporaneamente a casa di amici.
  • Gente che vive in camere in affitto.
  • Abitanti in campi caravan.

India[modifica | modifica wikitesto]

In India vi è il fenomeno dei domiciliati sui marciapiedi (pavement dwellers) che occupano uno spazio preciso di marciapiede nei loro ricoveri improvvisati chiamati bustee. Nel 1971 a Calcutta erano stimati oltre 50000.[25]

Riferimenti nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

La Grande recessione cambia il concetto del senza tetto, la parola barbone non è più adatta a definire la percezione della povertà diffusa e anche il sistema scolastico si adatta alla nuova realtà.[26][27] Negli Anni Sessanta può capitare, in letteratura, che un modesto impiegato trovi addirittura serenità e ricettività nel mondo dei barboni dopo essere stato licenziato per incapacità di adattamento a un lavoro anonimo e a uno stipendio da fame: «Erano ormai certi che fosse uno di loro, ma sentivano nello stesso tempo che era "uno speciale" rispetto ad ognuno di loro».[28] Già Giuseppe Marotta, nel 1949, quando l'Italia era ancora in piena ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, aveva messo in scena un barbone descrivendolo in modo surreale: «Forse è sufficiente che un uomo abbia qualche volta sentito piovere sul suo cuscino perché le case di lamiera se ci sono lo chiamino quando passa? Comunque fu un gatto, l'ultimo dei gatti arruffati e gialli della periferia, a mostrarmi la capanna di Luigi N.. Rasentavo una siepe di erbaccia; l'animale si impaurì per una motocicletta che sopravvenne, forò con un salto il polveroso argine di arbusti e da quel vuoto la sua coda mi additò, oso dire, l'insolita costruzione».[29][30] Nel 2001 Carlos Ruiz Zafón ne L'ombra del vento crea il mendicante Fermín Romero De Torres, marchiato fisicamente dalle cicatrici del suo passato, cui il protagonista Daniel Sempere offrirà lavoro nella sua libreria. Ambientato nella Barcellona del 1945.[31]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Casi di Roma e Milano-Sesto San Giovanni, su unioneinquilini.it. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  2. ^ Affitti, bando per senza tetto e sfrattati: disponibili 427mila euro per i contributi, su brindisireport.it, 5 settembre 2015. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato l'11 gennaio 2021).
  3. ^ Il matematico Grigorj Perelman dimostra la congettura di Poncaré, su Corriere della Sera, 23 marzo 2010. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  4. ^ Paul Hoffman, L'uomo che amava solo i numeri, Segrate, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-48475-6.
  5. ^ Gianni Padoan, Nota biografica, in Le tigri di Moonpracer, Segrate, Mondadori, 1982, pp. 5-6.
  6. ^ (EN) Facts about Homelessness: Causes of Homelessness, su Homeless Agency. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2006).
  7. ^ (EN) National Coalition for the Homeless, Domestic Violence and Homelessness (PDF), su nationalhomeless.org, giugno 2005. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  8. ^ a b c (EN) Homelessness—Causes and Facts, su Chicago Coalition for the Homeless. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2006).
  9. ^ Stefan Gutwinski,Stefanie Schreiter, Karl Deutscher, Seena Fazel, The prevalence of mental disorders among homeless people in high-income countries: An updated systematic review and meta-regression analysis, su pubmed.ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  10. ^ (EN) Richard M. Scheffler e Neal Adams, Millionaires And Mental Health: Proposition 63 In California, su content.healthaffairs.org, 3 maggio 2005. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2010).
  11. ^ (EN) Homelessness: The Causes and Facts, su cohhio.org, 17 settembre 2002. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2006).
  12. ^ Homeless Agency, Facts About Homelessness, su homelessagency.ie. URL consultato il 10 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2006).
  13. ^ a b (EN) Homelessness: The Causes and Facts, su Coalition on Homelessness, Housing in Ohio. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2006).
  14. ^ (EN) Marieke Holl, Linda van den Dries e Judith R. L. M. Wolf, Interventions to Prevent Tenant Evictions: a Systematic Review, in Health & Social Care in the Community, vol. 24, n. 5, Wiley, 24 giugno 2015, pp. 532–546, DOI:10.1111/hsc.12257, ISSN 0966-0410 (WC · ACNP), PMID 26109137.
  15. ^ Luca Scarcella, #SupereroiNascosti: quanti sono?, in La Stampa, 17 dicembre 2017. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).
  16. ^ a b Aggiornamento indagine Fio.PSD e Istat sui senza dimora, su fiopsd.org, 10 dicembre 2015. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  17. ^ Assistenza sanitaria alle persone senza dimora (PDF), su ISTAT, p. 14. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato il 21 febbraio 2019).
  18. ^ (EN) Background & Statistics, su National Coalition for Homeless Veterans. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2006).
  19. ^ a b (EN) 2001 Census Statistics, su Australian Federation of Homeless Organisations. URL consultato il 24 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2006).
  20. ^ a b (EN) A Dream Denied: The Criminalization of Homelessness in U.S. Cities (PDF), su National Coalition for the Homeless. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  21. ^ (EN) National Coalition for the Homeless The National Coalition for the Homeless, su nationalhomeless.org. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  22. ^ (EN) National Homelessness Law Center, su homelesslaw.org. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  23. ^ Assegno di inclusione: come funziona, su leggioggi.it.
  24. ^ (EN) On Census Night 2001, 99,900 people were homeless, including at least 14,200 people 'sleeping rough'., su abs.gov.au. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  25. ^ Majid Rahnema, Quando la povertà diventa miseria, Torino, Einaudi, 2005, ISBN 88 06 17231 X.
  26. ^ Lorenzo Bazan, Francesco Dalto, Fulvio Ervas, Mauro Favaro, Norma Follina, Toni Frigo, Francesca Gagno, Gian Domenico Mazzocato, Paolo Malaguti e Raffella Milite, Gli invisibili, Introduzione di Moni Ovadia, Treviso, Edizioni Centro della Famiglia, 2016.
  27. ^ Mattia Zanardo, Gli "Invisibili", dal disegno nasce un libro, su Liceo Artistico di Treviso. URL consultato il 24 dicembre 2022.
  28. ^ Nino Palumbo, Il treno della speranza, Introduzione di Giorgio Barberi Squarotti, Commento a cura di Ottavo Panaro, Milano, U.Mursia & C., 1967, p. 90.
  29. ^ Giuseppe Marotta, Il "barbone", in A Milano non fa freddo, 1ª ed., Milano, Bompiani, 1949.
  30. ^ Giuseppe Marotta, Il "barbone", in A Milano non fa freddo, 2ª ed., Segrate, Mondadori, 1972, p. 131.
  31. ^ Carlos Ruiz Zafón, L'ombra del vento, Segrate, Mondadori, 2004 [2001], ISBN 88-04-52733-1.
  32. ^ Leonida Villani e Enzo Jannacci, Jannacci mette Ravenna in modo umoristico ma vero, in quanto capitale «spostata in vista d'invasioni pseudobarbariche prima della caduta dell'Impero Romano d'Occidente, in Sapessi com'è strano conoscere Milano, Milano, Edizioni Celip, 1984, p. 24.
  33. ^ Vittorio De Sica – Miracolo a Milano, su La Bottega di Hamlin, 14 novembre 2012. URL consultato il 24 dicembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabrizio Floris, Eccessi di città: baraccopoli, campi profughi e periferie psichedeliche, Milano, Paoline, 2007, ISBN 978-88-315-3318-8.
  • Mario Masini, Schegge dal sogno. Una parabola discendente: da un uomo vincente a «barbone»', Firenze, MEF/L'Autore Libri, 2005, ISBN 88-517-0926-2.

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