Nectanebo II

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Nectanebo II
Testa in grovacca di Nectanebo II. Lione, Museo di belle arti.
Re dell'Alto e Basso Egitto
In carica360 a.C. –
343 a.C.
Periodo tardo
Incoronazione360 a.C.
PredecessoreTeos
SuccessoreArtaserse III
Morte343 a.C.
DinastiaXXX dinastia egizia

Nectanebo II (... – 343 a.C.) è stato un faraone, l'ultimo della XXX dinastia egizia.

Nome Horo Sesto Giulio Africano Altri nomi
Meritawy Nectanebos Nectanebo II

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Regno[modifica | modifica wikitesto]

Nectanebo II giunse al trono usurpando i diritti dello zio, Teos. Ad ordire il complotto fu il padre di Nectanebo, Tjahapimu, che il fratello aveva lasciato come reggente in Egitto essendosi il sovrano posto alla guida dell'esercito inviato a conquistare la Palestina. Alla congiura non furono estranei i collegi sacerdotali di varie località che male avevano sopportato di vedersi privati dei tributi e dei redditi in favore dello sforzo bellico. Nectanebo, che al momento della rivolta si trovava con l'esercito in Palestina, ebbe subito l'appoggio del re di Sparta Agesilao II che comandava i mercenari greci che costituivano il nerbo dell'esercito egizio.

Statere di Nectanebo II.[1]

Durante il regno di Nectanebo II ci fu una certa rinascenza delle arti: furono erette diverse statue del faraone e due obelischi per il tempio di Thot a Ermopoli, i cui resti sono ora esposti al British Museum. Secondo una teoria, la costruzione del tempio di Deir el-Shelwit ebbe inizio durante il regno di Nectanebo II e completata in epoca greco-romana[2] ma il suo regno fu in realtà una lenta agonia dell'Egitto e tutti gli sforzi profusi servirono solamente a ritardare di qualche anno la resa dei conti con l'Impero achemenide.

Dopo due tentativi messi in atto tra il 351 a.C. ed il 344 a.C. e falliti per fatalità o scarsa preparazione, il re persiano Artaserse III, dopo aver riportato l'ordine nel suo impero, poté riunire un esercito forte di 300.000 soldati che guidò personalmente contro l'Egitto. Per contrastare il sovrano persiano Nectanebo poteva contare su circa 60.000 egizi e 40.000 mercenari libici e greci. Dopo 18 mesi di disperata resistenza, e dopo aver perso il Basso e Medio Egitto Nectanebo dovette riconoscere l'impossibilità di continuare la guerra e fuggì a Meroe presso il Regno di Kush.

In Nubia si perdono le tracce dell'ultimo sovrano di origine egizia che abbia regnato sulle Due Terre.

Dopo la morte[modifica | modifica wikitesto]

Ushabti di Nectanebo II, faience egizia. Museo Egizio, Torino
Sarcofago di Nectanebo II. Londra, British Museum.

Nectanebo II è protagonista di numerosi racconti riguardanti la parentela con Alessandro Magno. Si dice infatti che perduto il trono, a causa di un presagio di sventura, abbia chiesto aiuto all'oracolo del tempio di Serapide che gli predisse: "Questo re che ora è fuggito, di nuovo in Egitto ritornerà, non sarà vecchio, ma ringiovanito e il nemico persiano debellerà"[3], alludendo ad Alessandro. Secondo questi racconti Nectanebo, invece di fuggire a Kush, si sarebbe recato in Macedonia, dove divenne famoso per le sue arti divinatorie. Tanto che Olimpia, moglie di Filippo II, gli chiese delle profezie. Nectanebo ne fu subito attratto ed ebbero un figlio: Alessandro. Quasi sicuramente questi racconti vennero usati come propaganda da Tolomeo I per poter creare e rafforzare il legame tra la dinastia egiziana e quella tolemaica, facendo sembrare la liberazione dal giogo persiano opera di una dinastia imparentata con gli autoctoni. Inoltre per un certo periodo, lo stesso corpo di Alessandro fu posto nel sarcofago di Nectanebo II a Menfi.

Titolatura[modifica | modifica wikitesto]

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
U6
N19
mrj t3wj Meritawy Amato dalle Due Terre
G16
nbty (nebti) Le due Signore
sh
r
F34R8G43
shrw ib ntrw
G8
ḥr nbw Horo d'oro
smn
N35
h p
Y1
Z7
Z2
smn hpw
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
C2C12sM29ib
Z1
U21
n
sndm ib r՚ stp.n imn Senedjemibra setepenamon Senedjemibra scelto da Amon
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
B1U6D40G5W4t
O49
nḫt hr hbyt mri hthr Nekhethorhebet Merihathor Horus è la forza di Hebet, amato da Hathor

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Mazen Mira, Nebew Nepher The most expensive Egyptian coinage for the last Egyptian pharaoh- The Arab Collector, su arabcollector.com, 9 aprile 2023. URL consultato il 9 aprile 2023.
  2. ^ Luxor Online Archiviato il 15 giugno 2009 in Internet Archive.
  3. ^ Pseudo-Callistene, Il romanzo di Alessandro.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Signore dell'Alto e del Basso Egitto Successore
Teos 360342 a.C. Artaserse III
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