Sei di Torino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

I Sei di Torino furono un gruppo di sei artisti formatisi a Torino, presso la scuola privata di pittura di Felice Casorati (1883-1963), e che per un breve periodo, tra il 1928 e il 1931, seguirono un percorso artistico comune. Fino al 1935 Levi, Menzio e Paulucci esposero insieme.

I Sei di Torino[modifica | modifica wikitesto]

Entourage di casa Gualino[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo dei Sei di Torino fu stimolato dal critico d'arte Edoardo Persico (1900-1936), considerato il teorico del sodalizio, e da Lionello Venturi che spingeva al recupero dell'Impressionismo. Fu sostenuto finanziariamente dall'imprenditore e collezionista d'arte Riccardo Gualino (1879-1964).

Carlo Levi
Lucania 61
Museo nazionale d'arte medievale e moderna della Basilicata

La casa di Gualino a Torino, la sua villa di Sestri Levante e il suo castello a Casale Monferrato erano luoghi d'incontro di esponenti della cultura torinese dell'epoca: il critico Lionello Venturi, il pittore Felice Casorati, con i suoi allievi pittori del gruppo dei Sei di Torino e lo scrittore e regista Mario Soldati che, da questo entourage di Gualino, trasse ispirazione per il romanzo Le due città (1964). Gualino possedeva il Teatro di Torino, lo aveva completamente rinnovato, con l'intervento di Gigi Chessa che disegnò anche scene e costumi, e vi ospitò autori come Igor' Fëdorovič Stravinskij e Alfredo Casella, i balletti russi di Serge Djagilev e il Teatro Habima di Tel Aviv.

Guardare all'Europa[modifica | modifica wikitesto]

I Sei di Torino presentavano differenze tra il loro modo di esprimersi che portava ognuno di loro ad avere la propria personalità e il proprio stile. Subivano l'influenza della grande stagione dei Macchiaioli, di Amedeo Modigliani, di Édouard Manet, del Fauvismo. Avvertivano il fascino di Paul Cézanne, di Henri Matisse, di Pierre Bonnard, di Raoul Dufy. Preferivano la pittura tonale - in aperta polemica coi novecentisti, alla retorica monumentale, alla falsa classicità di altri artisti del tempo che rifiutavano ogni influenza dell'arte straniera.

I Sei di Torino esposero insieme, a gennaio 1929 alla galleria Guglielmi di Torino, ad aprile al Circolo della stampa di Genova e a novembre alla galleria Bardi di Milano, oltre che alla prima esposizione sindacale piemontese [1]. Nel 1931 la loro mostra alla galleria Bardi di Roma fu inaugurata in contemporanea e in polemica con la Quadriennale di Roma. Europeismo era la loro parola chiave. I Sei di Torino presero le distanze dall'arte di regime, retorica e nazionalistica; si muovevano in un'ottica anticonformista, con l'intento di riannodare i legami con l'Europa, senza imposizioni autarchiche, con un linguaggio antiaccademico, lontano dalla retorica come dalla politica[2], tanto che Levi, Menzio, Paolucci e Galante crearono scandalo con la loro sala alla Promotrice di Torino durante la III sindacale torinese[3].

Lionello Venturi, Paolucci, Chessa, Menzio e Levi, grazie al sostegno economico di Gualino, nel 1928 soggiornano a Parigi, dove scoprirono il Postimpressionismo e la pittura tonale delicata e solare, semplice nello schema compositivo, ma vivace nel ritmo, anti monumentale e antieroica, a volte intimista, aperta alla quotidianità. La scelta estetica si mescolava alla politica, all'avversità al regime.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Edoardo Persico, Le arti plastiche, 16 luglio 1929.
  2. ^ «...l'esempio dei sei pittori di Torino, che due anni fa si ribellarono al gusto di una città conservatrice e alla congiura dei colleghi ..., imponendo le loro opere a tutto il paese e perfino, senza aiuti ufficiali, alla considerazione della critica inglese...» Edoardo Persico, L'Ambrosiano, 5 agosto 1931.
  3. ^ Edoardo Persico, La Casa Bella, luglio 1931.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jessie Boswell, Sei di Torino: opere recenti, Torino, Galleria d'arte La Bussola, 1965. Catalogo mostra.
  • Anna Bovero, Archivi dei Sei pittori di Torino, Roma, De Luca, 1965.
  • Vittorio Viale, I Sei di Torino: 1929-1932, Torino, F.lli Pozzo-Salvati-Gros Monti e C. Poligrafiche Riunite, 1965. Con testi di Giulio Carlo Argan, Carlo Levi, Enrico Paulucci (Mostra a Torino, Galleria civica d'arte moderna, settembre-ottobre 1965)
  • Antonella Gilpi (a cura di), I Sei Pittori di Torino 1929-1931, Milano, Gruppo Editoriale Fabbri, 1993. (Mostra a Torino, Mole Antonelliana, 6 maggio-4 luglio 1993)
  • Mirella Bandini, I sei pittori di Torino 1929-1931, Milano, Fabbri, 1993.
  • AAVV, I sei pittori di Torino: 1929-1931, Aosta, Musumeci, 1999.