Scappa - Get Out

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Scappa - Get Out
Chris (Daniel Kaluuya) in una scena del film
Titolo originaleGet Out
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2017
Durata104 min[1]
Rapporto2,40:1
Generethriller, orrore, satirico
RegiaJordan Peele
SceneggiaturaJordan Peele
ProduttoreJason Blum, Jordan Peele, Edward H. Hamm Jr., Sean McKittrick
Produttore esecutivoRaymond Mansfield, Shaun Redick, Couper Samuelson, Jeanette Volturno
Casa di produzioneUniversal Pictures, Blumhouse Productions, QC Entertainment, Monkeypaw Productions
Distribuzione in italianoUniversal Pictures
FotografiaToby Oliver
MontaggioGregory Plotkin
Effetti specialiMatthew Brady Harris, David Lebensfeld, Grant Miller
MusicheMichael Abels
ScenografiaRusty Smith, Chris Craine, Leonard R. Spears
CostumiNadine Haders
TruccoRemi Savva
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo originale del film

Scappa - Get Out (Get Out) è un film thriller/horror[1] del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Jordan Peele, al suo esordio dietro la macchina da presa.

Interpretata da Daniel Kaluuya e Allison Williams nel ruolo di protagonisti, la pellicola è parzialmente ispirata alle vicende narrate ne La notte dei morti viventi (1968), proponendosi come una critica sul moderno liberalismo negli Stati Uniti d'America.[2]

Get Out è stato acclamato dalla critica e dal pubblico: ha vinto l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale e ha incassato 255 milioni di dollari nel mondo, a fronte di un costo di produzione di 4,5 milioni.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

È notte fonda quando il giovane afroamericano Andre Hayworth, che sta camminando da solo nei quartieri alti, viene rapito da un individuo vestito di nero e mascherato con un elmo da cavaliere medievale che guida un’auto bianca dal cui impianto stereo esce la canzone Run, Rabbit, Run del duo Flanagan and Allen.

Qualche mese dopo. Il fotografo afroamericano Chris Washington si prepara a conoscere i genitori della sua ragazza caucasica, Rose Armitage, e a passare con loro il weekend. Sebbene sia preoccupato perché lei non ha ancora detto ai suoi che lui è di colore, la famiglia Armitage, composta da madre, l’ipnoterapista Missy, padre, il neurochirurgo Dean, e un fratello, lo studente di medicina Jeremy, lo accolgono con calore ed affetto ma Chris rimane presto turbato dallo strano comportamento dei due domestici di colore, Walter e Georgina. Quella stessa sera, Chris, dopo aver visto Walter correre in giardino come se fosse su una pista, parla da solo con Missy che, dopo avergli fatto domande sulla morte di sua madre, investita quando lui aveva solo undici anni (Chris si sente in colpa perché, sebbene si fosse accorto che non era tornata, non chiamò subito la polizia perdendo così tempo prezioso per la madre, che non era morta sul colpo), lo ipnotizza per togliergli il vizio del fumo: Missy pone Chris in uno stato di paralisi e poi fa sprofondare la sua mente in un "mondo sommerso".

Il giorno dopo, in casa Armitage si tiene una grande rimpatriata di famiglia, di cui Rosie sostiene di essersi completamente dimenticata, e, durante i festeggiamenti, varie coppie si mostrano molto interessate a Chris e gli rivolgono complimenti legati alla sua etnia, cosa che non fa altro che farlo sentire ancora più a disagio. Le cose si fanno ancora più strane quando Chris, scorto tra gli ospiti un giovane nero che crede di riconoscere, anche se lui si presenta come Logan King, gli scatta una foto e il flash porta l’uomo ad avere un’epistassi e a gridargli di scappare; Dean spiega che ha solo avuto un attacco di epilessia ma Chris, che conosce la malattia poiché un suo cugino ne è affetto, non ci crede.

Poco dopo, mentre Chris dice a Rose di volersene andare, Dean tiene un'asta silenziosa con un ritratto del ragazzo che Jim Hudson, un commerciante d'arte affetto da una malattia che gli ha causato cecità e che sa che Chris è un fotografo molto bravo, si aggiudica facendo l'offerta migliore. Quella stessa sera, mentre fa le valigie, Chris manda la foto di Logan King all'amico Rod, agente TSA, il quale lo informa che è Andre Hayworth e che risulta scomparso da sei mesi. Inoltre, poco dopo, Chris trova numerose foto di Rose insieme a persone di colore (aveva detto di aver conosciuto o frequentato altri afro-americani), tra cui Walter e Georgina.

Capito che Rose e la sua famiglia hanno brutte intenzioni, Chris cerca di fuggire ma viene fermato da Missy che lo fa cadere prima in uno stato ipnotico e poi di incoscienza. Poco dopo, Chris si risveglia legato a una poltrona, dinanzi a un vecchio televisore che si accende e trasmette un filmato nel quale il nonno di Rose spiega che gli Armitage hanno scoperto il modo di prolungare la propria vita per mezzo di ipnosi e chirurgia cerebrale: dopo che Missy ha ipnotizzato e preparato la vittima e Dean ha trapiantato una parte del cervello del suo amico o familiare nel nuovo corpo più giovane, Missy fa sprofondare la mente della vittima, che non può essere eliminata del tutto, nel "mondo sommerso" per sempre. Quando poi, nel filmato successivo, appare Jim Hudson, che gli rivela di volere i suoi occhi per tornare a vedere, Chris usa l'imbottitura che fuoriesce dalla vecchia poltrona alla quale è legato per tapparsi le orecchie e non sentire il rumore che gli induce l'ipnosi, salvo finge di subirne l'effetto.

È così che, mentre a casa Rod tenta invano di convincere la polizia che Chris è stato rapito dagli Armitage, alla villa, Chris si libere, uccide Dean, Missy e Jeremy e fuggire ma, durante la fuga, investe Georgina così, ricordandosi della madre, la carica in macchina. Ripresasi, Georgina, che in realtà è la nonna di Rose, aggredisce il ragazzo che finisce fuori strada e, mentre Georgina muore, Chris viene raggiunto da Rosie, armata di fucile, e Walter, che in realtà è suo nonno Roman. Walter aggredisce Chris che però riesce a fargli una foto col flash così l’uomo, dopo aver tolto il fucile a Rose, prima spara alla ragazza e poi si suicida.

Poco dopo una macchina della polizia giunge sul posto e Rose, gravemente ferita ma ancora viva, chiede aiuto all'agente cercando di incolpare Chris ma quando dall'auto esce Rod, venuto in soccorso dell'amico, la ragazza rinuncia. Chris sale così a bordo dell'auto e Rod, dopo aver rinfacciato all’amico di non andare con Rose, si allontana lasciando Rose morire da sola.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Get Out segna il debutto alla regia di Jordan Peele, che in precedenza aveva lavorato solo in commedie, come lo sketch show Key & Peele. Peele riteneva che i generi horror e commedia fossero simili in quanto si basano entrambi sul ritmo, affermando che il suo lavoro nella produzione umoristica gli ha permesso di "allenarsi" per i film[3]. La fabbrica delle mogli ha fornito ispirazione per la pellicola, poiché Peele lo definisce un film horror con una premessa satirica[4]. Dal momento che nella storia si tratta di razzismo, il regista l'ha ritenuta "molto personale", sebbene non presenti elementi autobiografici[3].

Peele è stato consigliato al produttore Sean McKittrick dal suo partner comico Keegan-Michael Key nel 2013[5]. I due si sono incontrati a New Orleans in circostanze informali e Peele gli raccontò la trama di Get Out dicendogli "Eccone uno [di film] che non vorrai mai fare". McKittrick fu interessato al progetto e gli propose di finanziarlo; Peele ha scritto la prima bozza della sceneggiatura in due mesi[5].

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Gli attori principali, Daniel Kaluuya e Allison Williams, sono stati scelti nel novembre 2015[6][7], mentre gli altri membri del casting sono stati selezionati tra il dicembre 2015[8] e il febbraio 2016[9][10]. Kaluuya è stato scelto in base alla sua forte interpretazione nell'episodio della serie Black Mirror "Quindici milioni di celebrità". L'attore ha affermato di aver accettato la parte in quanto sentiva che il personaggio, Chris, fosse il tipico "bravo ragazzo" e "uomo qualunque", identificandosi in lui nella scena della festa[11][12]. Tiffany Haddish rifiutò l'offerta di fare un provino per un ruolo nel film[13].

La Williams disse di essere stata scelta da Peele come mossa subdola per disorientare il pubblico, in quanto sarebbe stato facile per gli spettatori fidarsi di lei[5], e l'attrice accettò per ribaltare le aspettative delle persone nei suoi confronti[5]. La Williams successivamente osservò che il pubblico caucasico spesso interpreta erroneamente le motivazioni del suo personaggio, Rose, difendendo le sue azioni ritenendola vittima del culto della sua famiglia, mentre l'attrice sostiene che sia semplicemente malvagia[14]. La scena in cui Rose beve del latte mentre fa ricerche sulle potenziali vittime future , è stata concepita poco prima delle riprese per aggiungere un ulteriore elemento inquietante nel personaggio: la canzone che ascolta in quel momento, "(I've Had) The Time of My Life", riflette il distacco emotivo di Rose[15].

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

La Barton Academy di Mobile, Alabama, location di alcune scene del film.

Il film è stato girato in Alabama, e più precisamente nelle città di Fairhope e Mobile.[16]

Finali alternativi[modifica | modifica wikitesto]

Nel finale originale, Chris viene arrestato dalla polizia dopo aver strangolato Rose. Invece di aiutare Chris, Rod lo incontra in prigione e gli chiede informazioni sulla famiglia Armitage per poter indagare, ma Chris insiste sul fatto che li ha fermati e che tutto va bene.

Peele voleva usare questo finale per riflettere la realtà del razzismo ma, agli inizi della produzione, diverse sparatorie di alto profilo da parte della polizia contro degli afroamericani avevano acceso discussioni nella popolazione e, a detta di Peele, portato numerose persone a sensibilizzarsi sull'argomento. Dopo aver valutato l'accoglienza del finale alle proiezioni di prova, il regista decise che il film necessitasse di un lieto fine, decidendo però di mantenere una scena che portasse gli spettatori a credere che Chris stia per essere arrestato dalla polizia per ottenere la reazione prevista[17][18].

Sono stati presi in considerazione molti altri finali, alcuni dei quali sono inclusi nella versione in DVD e Blu-ray. In uno di questi, Rod irrompe nella tenuta degli Armitgate e trova Chris, il quale però afferma di non conoscerlo, facendo intendere di essere stato sottoposto all'operazione[19].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film, che è stato presentato al Sundance Film Festival il 24 gennaio 2017,[20] è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 24 febbraio 2017 da Universal Studios.[21] In Italia è stato distribuito il 18 maggio 2017.[22]

Temi[modifica | modifica wikitesto]

Lanre Bakare di The Guardian ha scritto riguardo al film: "I cattivi qui non sono redneck del sud o skinhead neonazisti, o i cosiddetti alt-right: sono liberali bianchi della classe media. Il tipo di persone che leggono questo sito web, il tipo di persone che fanno acquisti da Trader Joe's, che donano all'ACLU e che avrebbero votato Obama per una terza volta se avessero potuto. Quello che Get Out fa così bene – e che infastidirà alcuni spettatori – è mostrare come, per quanto involontariamente, queste stesse persone possono rendere la vita così difficile ai neri. Espone un'ignoranza liberale e un'arroganza che è stata lasciata inasprire. E' un atteggiamento, un'arroganza, che nel film porta a un'orribile risoluzione finale , ma che porta in realtà a un compiacimento altrettanto pericoloso"[23].

Peele ha detto che il film parla di schiavitù[24] e che il personaggio di Huston, il quale è il più lontano dal razzismo a causa della sua cecità, "svolge ancora un ruolo nel sistema del razzismo: il modo in cui si manifesta nel film è che un uomo crede che l'occhio di questo artista migliore, questo artista nero, sia ciò che lo separa dall'essere un successo o un fallimento". Ciò, secondo il regista, è una sorta di commento a quello che lui stesso provava durante il periodo presidenziale di Obama, riguardo a una mitologia di un presunto vantaggio di essere neri in tale cultura[25].

La pellicola descrive anche la mancanza di attenzione riservata agli afroamericani scomparsi rispetto alle donne e ragazze bianche scomparse. Damon Young di Slate ha descritto la premessa del film "Tristemente plausibile... sebbene i neri costituiscano solo il 13% della popolazione americana, sono il 34% dei dispersi in America, una realtà che dimostra come un insieme di fattori razziali e socioeconomici rende la vita degli afroamericani dimostrativamente meno preziose della vita delle controparti caucasiche"[26].

Il personaggio di Rose viene utilizzato per andare contro al cliché del "salvatore bianco" e, in particolare, alla ricorrenza nei film del genere di rappresentare quasi tutti i personaggi caucasici malvagi tranne uno buono[27]. Peele e Williams hanno affermato che Rose si comporta come un'adolescente a causa di un ritardo nello sviluppo emotivo[28] e l'attrice non ritiene il suo personaggio vittima di indottrinamento, ipnotismo o della sindrome di Stoccolma, ma genuinamente cattiva[29][30]. Dopo la rivelazione della vera natura di Rose, il suo precedente aspetto "tenero e affettuoso" diventa "una visione di freddo e meticoloso elitarismo". In particolar modo, viene rappresentata come una "predatrice" tramite il suo abbigliamento (pantaloni da caccia, camicia bianca e coda di cavallo) e per la tendenza di appendere fotografie dei suoi ex partner al muro come trofei[28].

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

A fronte di un budget stimato in 4 500 000 di dollari,[31] ha incassato più di 176 milioni nei soli Stati Uniti e quasi 79 milioni nel resto del mondo, per un totale di più di 255 milioni di dollari.[32]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato acclamato dalla critica cinematografica. L'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes riporta una percentuale di gradimento del 98% con un voto medio di 8,3 su 10, basato su 403 recensioni,[33] mentre il sito Metacritic attribuisce al film un punteggio di 85 su 100, basato su 48 recensioni.[34]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) John DeFore, 'Get Out': Film Review - Sundance 2017, in The Hollywood Reporter, 24 gennaio 2017.
  2. ^ (EN) Jordan Peele's clever horror-satire 'Get Out' is an overdue Hollywood response to our racial anxiety, in Los Angeles Times.
  3. ^ a b Scott Mendelson, "Jordan Peele Talks 'Get Out' And His Love For Horror Movies", su Forbes.com.
  4. ^ Maria Ricard, "Key & Peele Star Talks About His Upcoming Horror Movie", su Rotten Tomatoes, 9 marzo 2015.
  5. ^ a b c d Jada Yuan e Hunter Harris, "The First Great Movie of the Trump Era", su Vulture, 22 febbraio 2018.
  6. ^ Patrick Hipes, "Allison Williams To Star In Jordan Peele's Horror Movie 'Get Out'", su Deadline Hollywood, 4 novembre 2015.
  7. ^ Patrick Hipes, "Daniel Kaluuya Lands Male Lead In Jordan Peele Horror Pic 'Get Out'", su Deadline Hollywood, 18 novembre 2015.
  8. ^ Erik Pedersen, "Catherine Keener Gets In 'Get Out' For Jordan Peele", su Deadline Hollywood, 3 dicembre 2015.
  9. ^ Patrick Hipes, "Jack McBrayer, Danny Pudi & Joe Manganiello Work Blue In 'Smurfs' Sequel; Betty Gabriel Joins 'Get Out'", su Deadline Hollywood, 12 febbraio 2016.
  10. ^ Ross A. Lincoln, "Keith Stanfield Joins Jordan Peele Horror Pic 'Get Out': Emily Blunt In Talks For 'Mary Poppins' Sequel", su Deadline Hollywood, 18 febbraio 2016.
  11. ^ "Jordan Peele on 'Get Out,' the horror film about racism that Obama would love", su The Los Angeles Times, 25 febbraio 2018.
  12. ^ "Get Out Star Daniel Kaluuya: "I Resent That I Have to Prove I'm Black"", su GQ, 13 marzo 2017.
  13. ^ "Why Tiffany Haddish Refused to Audition for 'Get Out'", su The Hollywood Reporter, 10 aprile 2018.
  14. ^ Teresa Jusino, "Allison Williams Tells Seth Meyers What White Audiences Won't Accept About Her Get Out Character", su The Mary Sue, 1º dicembre 2017.
  15. ^ Jen Yamato, "Jordan Peele explains", su Los Angeles Times, 1º marzo 2017.
  16. ^ (EN) Michelle Matthews, Allison Williams, star of 'Girls,' raves about Fairhope after filming movie there, 19 marzo 2016. URL consultato il 22 febbraio 2017.
  17. ^ Ethan Anderton, "Jordan Peele's 'Get Out' Almost Had a Much More Bleak Ending", su Slash Film, 5 marzo 2017.
  18. ^ Adam Chitwood, "Get Out Filmmakers Explain Why They Changed The Ending", su Collider, 22 febbraio 2018.
  19. ^ Nicholas Paschal, "Jordan Peele Reveals 'Get Out' Has Alternate Ending", su Yahoo, 15 maggio 2017.
  20. ^ (EN) Erik Pederson, ‘Get Out’: Universal Dates Jordan Peele’s Blumhouse Chiller & Unleashes Trailer, su Deadline.com, 4 ottobre 2016. URL consultato il 4 ottobre 2016.
  21. ^ (EN) Audiences Plan To Get Into ‘Get Out’ – Weekend B.O. Preview, su Deadline.com. URL consultato il 22 febbraio 2017.
  22. ^ Scappa – Get Out: ecco il trailer italiano del thriller horror diretto da Jordan Peele, su badtaste.it, 14 marzo 2017. URL consultato il 14 marzo 2017.
  23. ^ Lanre Bakare, "Get Out: the film that dares to reveal the horror of liberal racism in America", su The Guardian, 28 febbraio 2017.
  24. ^ Harris Brandon, "Review: The Giant Leap Forward of Jordan Peele's 'Get Out'", su The New Yorker, 1º marzo 2017.
  25. ^ Brian Hiatt, "The All-American Nightmares of Jordan Peele", su Rolling Stone, 29 gennaio 2019.
  26. ^ Damon Young, "The Disturbing Truth That Makes Get Out Depressingly Plausible", su Slate, 10 marzo 2017.
  27. ^ Dino-Day Ramos, "'Get Out' Director Jordan Peele On Divisiveness, Black Identity & The "White Savior"", su deadline.com, 22 ottobre 2017.
  28. ^ a b Jen Yamato, "Jordan Peele explains 'Get Out's' creepy milk scene, ponders the recent link between dairy and hate", su Los Angeles Times, 1º marzo 2017.
  29. ^ Jada Yuan e Hunter Harris, "The First Great Movie of the Trump Era", su Vulture.com, 22 febbraio 2018.
  30. ^ Anne Branigan, "Why 2017 Was the Year of Rose Armitage", su The Root, 24 dicembre 2017.
  31. ^ Get Out (2017), su Box Office Mojo. URL consultato il 15 aprile 2023.
  32. ^ (EN) Get Out, su boxofficemojo.com. URL consultato il 15 aprile 2023.
  33. ^ (EN) Get Out. URL consultato il 15 aprile 2023.
  34. ^ Get Out. URL consultato il 15 aprile 2023.
  35. ^ Marita Toniolo, Oscar 2018: annunciate le nomination, su bestmovie.it, Best Movie, 23 gennaio 2018. URL consultato il 23 gennaio 2018.
  36. ^ Golden Globe 2018, tutte le nomination, in Il Post. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  37. ^ (EN) 2017 MTV Movie & TV Awards, in Wikipedia, 7 aprile 2017. URL consultato il 1º maggio 2017.
  38. ^ (EN) Here Are Your 2017 MTV Movie & TV Awards Nominations: See The Full List, in MTV News. URL consultato il 1º maggio 2017.
  39. ^ Pierre Hombrebueno, Gotham Awards 2017: Get Out e Chiamami col tuo nome guidano le nomination, su bestmovie.it, Best Movie, 19 ottobre 2017. URL consultato il 28 novembre 2017.
  40. ^ (EN) ‘Call Me by Your Name’ Wins Best Feature at Gotham Awards, su Variety, 27 novembre 2017. URL consultato il 28 novembre 2017.
  41. ^ Andrea Francesco Berni, The Post di Steven Spielberg è il miglior film dell’anno secondo la National Board of Review, su badtaste.it, 28 novembre 2017. URL consultato il 29 novembre 2017.
  42. ^ (EN) New York Film Critics 2017 Winners: ‘Lady Bird’ Named Best Picture, in thewrap.com. URL consultato il 1º dicembre 2017.
  43. ^ (EN) William Earl, 2017 LA Film Critics Awards: Call Me by Your Name Wins Best Picture, su IndieWire, 3 dicembre 2017. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  44. ^ (EN) L'AFI PUBBLICA LA CLASSIFICA DEI 10 MIGLIORI FILM E SERIE TV DEL 2017!, movieplayer.it. URL consultato l'8 dicembre 2017.
  45. ^ (EN) Stewart Clarke, ‘Lady Macbeth’ Tops Nominations for British Independent Film Awards, su variety.com, Variety, 1º novembre 2017. URL consultato l'11 dicembre 2017.
  46. ^ (EN) The 2017 WAFCA Awards, in San Diego Film Critics Society. URL consultato il 30 dicembre 2017.
  47. ^ (EN) 2017 San Diego Film Critics Society’s Award Nominations, San Diego Film Critics Society, 9 dicembre 2017. URL consultato il 10 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2017).
  48. ^ (EN) 2017 San Diego Film Critics Society Award Winners, in San Diego Film Critics Society, 11 dicembre 2017. URL consultato il 12 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2017).
  49. ^ Chiamami col tuo nome e Scappa - Get Out vincono il Writers Guild Award 2018, comingsoon.it. URL consultato il 12 febbraio 2018.
  50. ^ (EN) PGA Awards Film & TV Nominations Unveiled: ‘Wonder Woman,’ ‘Get Out’ ‘Dunkirk’ – Deadline, su deadline.com. URL consultato il 5 gennaio 2018.
  51. ^ Andrea Francesco Berni, Independent Spirit Awards 2018: 6 nomination a Chiamami col tuo Nome di Luca Guadagnino, su badtaste.it, 22 novembre 2017. URL consultato il 22 novembre 2017.
  52. ^ (EN) 'Dunkirk,' 'The Shape of Water' Lead Satellite Award Nominations, in TheWrap, 29 novembre 2017. URL consultato il 30 novembre 2017.

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