Satrianum

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Torre di Satriano
Satrianum
CiviltàNormanni
UtilizzoRocca
EpocaMedioevo
Localizzazione
StatoItalia
ComuneTito
Altitudine939 m s.l.m.
Amministrazione
EnteSoprintendenza per i beni archeologici della Basilicata
Visitabilesi, tranne le parti recintate
Sito webBeni culturali Basilicata www.basilicata.beniculturali.it/ Beni culturali Basilicata
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°34′01.21″N 15°38′22.5″E / 40.567003°N 15.639583°E40.567003; 15.639583

Satrianum era un antico centro lucano ubicato su un promontorio a metà degli attuali comuni di Satriano di Lucania e Tito, importante roccaforte Normanna e sede vescovile.

A partire dal 1477 (XV secolo) l'insediamento risulta abbandonato.

Oggi il sito archeologico dell'insediamento medievale di Satrianum è aperto al pubblico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Citata in fonti medievali già nel IX secolo[1] fu edificata su una collina (mt.950 s.l.m.)[senza fonte] in posizione strategica da cui si controllava il valico di Brienza e l'antica via Herculea. Distrutta, venne ricostruita da Carlo D’Angiò[senza fonte], divenne possesso di Giovanni de Anches e poi degli Sforza e fu definitivamente abbandonata nella metà del XV secolo. I ruderi attualmente visibili comprendono, due cinte murarie, due villaggi con edifici residenziali e una chiesa con annesso cimitero. Sul pianoro sommitale sono visitabili una torre quadrata di XII secolo (adibita a museo multimediale) e i resti di un episcopio e della Cattedrale di S. Stefano.

Torre di Satrianum

Chiarezza sulla sua appartenenza storica[modifica | modifica wikitesto]

Il nome "Torre di Satriano" è di appartenenza storica satrianese, anche se ricade nel comune della vicina Tito (si dice che ci siano state negligenze al momento della suddivisione territoriale dei due comuni, Tito e Satriano di Lucania e che per errore ricada la Torre nel comune di Tito). L'attuale Satriano, è l'antica Pietrafesa, in latino Petrafixa, abitata dagli abitanti dell'antica Satriano. Nel 1887 il comune di Pietrafesa decise, per rinsaldare i legami storici con Satrianum, di adottare il suo stesso nome, italianizzato in Satriano. L'attuale città dei "Murales" subì un'importante influenza sociale, demografica e culturale da parte dell'antica roccaforte Normanna. Secondo la leggenda, infatti, la maschera carnevalesca dell'orso ("l'urs" in dialetto locale), è originaria della cultura franco-normanna, trasmigrata nell'odierna città di Satriano. La "Torre di Satriano" è un simbolo degli abitanti dell'attuale Satriano di Lucania a tal punto che gli emigranti alla vista della Torre Normanna, raccontano di provare una forte emozione.

Scavi archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Sito Archeologico "Torre di Satriano" (2017)

Nel biennio 1966-67 si sono avute le prime importanti ricerche archeologiche, nel sito della Torre di Satriano (sul versante satrianese), a cura dell'équipe della Brown University diretta da Robert Ross Holloway, pubblicate nel volume "Satrianum" dalla stessa università nel 1970. Gli americani distinsero, prima di tutto, una città alta (Acropolis) da una città bassa (Lower city). Poi identificarono un gran numero di necropoli (fonte Satriano, un biennio di ricerche archeologiche 1987-1988). Sul versante sud-occidentale della collina, è stato riscontrata nel 1987/1988, la presenza di un luogo di culto databile tra il IV e la fine del III secolo a.C. Gli scavi hanno messo in luce un tempietto a pianta quadrangolare. L'edificio presenta tracce di una sala da banchetto, un recinto per cerimonie di culto e un portico. Dal 2006[2] si svolgono, a cadenza annuale, gli scavi archeologici sul sito medievale di Satrianum[3][4]. Le indagini hanno consentito di riportare alla luce una cattedrale a tre navate di età normanna. Accanto alla cattedrale sono state recuperate le strutture pertinenti ad un episcopio composto da un ampio cortile centrale, una torre campanaria, una sala capitolare/refettorio e degli ambienti di servizio, tra cui un vano scala e una latrina. I reperti ceramici e numismatici[5], lo scavo delle aree sepolcrali[6][7] e lo studio delle tecniche edilizie[8] stanno consentendo di recuperare le principali fasi di frequentazione del sito, soprattutto relative all'età sveva (XIII secolo) e angioina (XIV secolo). Le principali strutture sono state restaurate ed ora sono fruibili e accessibili ai visitatori. Durante la visita, oltre agli ambienti dell'antico insediamento è possibile visitare la torre quadrata, all'interno della quale è stato allestito il Museo Multimediale di Torre di Satriano, dedicato alle ricerche archeologiche del territorio. Nel Palazzo Loreti di Satriano di Lucania, attuale sede comunale, sono conservati alcuni reperti ceramici provenienti dal sito medievale di Satrianum. I reperti delle fasi antiche del comprensorio di Torre di Satriano sono esposti presso il Museo Archeologico Nazionale "Dino Adamesteanu" di Potenza.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Basilicata, atlante turistico, Novara, De Agostini, 2006.
  • Gianfranco Carollo, Organizzazione territoriale e produzioni ceramiche specializzate in area nord-lucana: Torre di Satriano e Ripacandida, 2009.
  • A. D'Ulizia, Satrianum in età angioina: le tecniche edilizie, in Archeologia dei castelli nell'Europa angioina (secoli XIII-XV): atti del convegno internazionale, Università degli Studi di Salerno, Campus di Fisciano: Facoltà di Lettere e Filosofia Aula Nicola Cilento, 10-12 novembre 2008, 2011, pp. 271-272.
  • B. Gargiulo e E. M. Annunziata, La storia di un butto. La mensa, le monete e...un terremoto nella cattedrale dell'insediamento fortificato di Satrianum (Tito, PZ), in F. Sogliani, B. Gargiulo, E. M. Annunziata, V. Vitale (a cura di), VIII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Matera, 12-15 settembre 2018) VIII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Matera, 2018, pp. 335-340.
  • M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Il complesso architettonico della cattedrale di Satrianum. Le sepolture, in Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l'anaktoron, l'episcopio a torre di Satriano, Atti del secondo convegno di studi su Torre di Satriano (Tito, 27-28 settembre 2008), pp. 273-280.
  • M. Osanna, L. Colangelo e G. Carollo, Lo spazio del potere, la residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Tito, 2013.
  • Francesca Sogliani, L’insediamento fortificato di Satrianum in età angioina. Fonti, strutture materiali e documenti archeologici di un centro di potere nella Valle del Melandro (PZ), in P. Peduto, A. M. Santoro (a cura di), Archeologia dei castelli nell’Europa angioina (secoli XIII-XV), Atti del Convegno Internazionale (Salerno novembre 2008), Firenze, 2011, pp. 234-241.
  • Francesca Sogliani, San Laverio e Satrianum (PZ): racconto agiografico e testimonianze archeologiche, in Siris, vol. 12, 2012, pp. 129-138.
  • Francesca Sogliani, L’archeologia medievale in Basilicata: progetti di ricerca e cantieri di scavo, in F. Panarelli (a cura di), Alle fonti della Basilicata medievale: edizioni, progetti e cantieri, Atti del Convegno di Studi (Lagopesole, 8 marzo 2016), Bari, 2017, pp. 265-312.
  • F. Sogliani e S. Patriziano, Studio antropologico dei contesti funerari dell'insediamento fortificato di Satrianum (Tito, PZ), in F. Sogliani, B. Gargiulo, E. M. Annunziata, V. Vitale (a cura di), VIII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Matera, 12-15 settembre 2018), 2018, pp. 103-109.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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