Santuario della Beata Vergine delle Cendrole
Santuario della Beata Vergine delle Cendrole | |
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Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Località | Riese Pio X |
Coordinate | 45°44′04.5″N 11°53′45″E / 45.734583°N 11.895833°E |
Religione | cattolica |
Titolare | Maria |
Diocesi | Treviso |
Architetto | Ottavio Scotti |
Il santuario della Beata Vergine delle Cendrole è un luogo di culto cattolico situato alle Cendrole, località rurale a nordovest di Riese Pio X, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Castello di Godego.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Si tratta della chiesa più antica della zona, precedente alla stessa parrocchiale di Riese. Qualcuno l'ha fatta risalire all'epoca paleocristiana, ritenendola addirittura derivata da un luogo di culto pagano dedicato a Diana o Giunone[1].
Secondo la leggenda, invece, fu costruita dopo un evento miracoloso: una pastorella, ritrovatasi in un bosco in fiamme e circondata dai lupi, fu salvata dalla Vergine che espresse la volontà di realizzare un edificio sacro tracciandone la pianta sulle ceneri dell'incendio[1][2].
Antica pieve con giurisdizione sulle cappelle circostanti, nel corso del medioevo l'abitato delle Cendrole e la sua chiesa persero d'importanza a favore di Riese. Nel 1280, il trasferimento del fonte battesimale nell'attuale parrocchiale di San Matteo fece definitivamente perdere al santuario il ruolo di chiesa matrice[2].
L'attuale edificio è il risultato della riedificazione in stile neoclassico progettata dall'architetto Ottavio Scotti nel Settecento[1].
Il santuario era uno dei luoghi abitualmente frequentati dal giovane Giuseppe Sarto, futuro papa Pio X. In vista del centenario della morte del santo pontefice, la chiesa è stata radicalmente restaurata; i lavori sono stati ufficialmente conclusi con la messa celebrata dal vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin il 7 aprile 2013. Rimangono da finire gli interventi sul campanile che aveva mostrato gravi cedimenti strutturali con la caduta di alcuni pezzi di cornicione[1][3].
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Negli interni si trovano dipinti di varia datazione, dal XVI al XX secolo. Fra tutti, si ricorda una Sant'Eurosia di Noè Bordignon[1].
Sempre all'interno è stato allestito un piccolo museo che espone numerosi oggetti devozionali[1].
Fra la chiesa e il campanile sono stati collocati i resti, alquanto deteriorati, di un'epigrafe romana, murata nell'edificio precedente come materiale di recupero. La lapide riporta l'iscrizione L.VILONIU HH VIR PRAEF T. F. ed è traducibile come "Lucio Vilonio/quadrumviro prefetto/ordinò che fosse fatto per testamento"; si riferisce quindi a un'opera (impossibile determinare di che tipo) realizzata per volere di un governatore, forse, del municipium di Asolo[1][2][4].
Organo posto in cantoria sopra l'ingresso principale, senza cassa, a trasmissione meccanica. Composto di un unico manuale di 56 tasti e pedale di 27, fu costruito da Domenico Malvestio nel 1910. Parte del materiale risale al precedente organo di Gaetano Callido del 1770.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e f g Visitare i luoghi di San Pio X, su fondazionegiuseppesarto.it, Fondazione Giuseppe Sarto - Pio X. URL consultato il 26 settembre 2013.
- ^ a b c Storia del comune, su comune.riese-pio-x.tv.it, Comune di Riese Pio X. URL consultato il 26 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2013).
- ^ Davide Nordio, Riapre il santuario delle Cendrole, in la Tribuna di Treviso, 1º aprile 2013. URL consultato il 26 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
- ^ Santuario di S. Maria delle Cendrole - Stele, su turismo.provincia.treviso.it, Turismo Treviso. URL consultato il 26 settembre 2013.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul santuario della Beata Vergine delle Cendrole
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Santuario della Beata Vergine delle Cendrole, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.