Santi Quattro Coronati

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Santi Quattro Coronati
Tabernacolo dell'arte dei Maestri di Pietra e Legname, con i Quattro Santi Coronati, Firenze, Orsanmichele
 
MorteIV secolo
Venerato daChiesa cattolica
Santuario principaleBasilica dei Santi Quattro Coronati
Ricorrenza8 novembre
Patrono diScalpellini, muratori

Sinforiano, Claudio, Nicostrato e Castorio, detti i Santi Quattro coronati[1][2] († Sirmio, Pannonia, 304 o 306), secondo la tradizione[3] erano quattro scalpellini cristiani e subirono il martirio sotto l'impero di Diocleziano: sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica che insieme a loro ricorda san Simplicio, che ne ricompose le spoglie e fu per questo giustiziato.

Con lo stesso titolo vengono a volte indicati i santi Secondo, Carpoforo, Vittorino e Severiano, un gruppo di quattro soldati romani che affrontarono il martirio sempre sotto Diocleziano ad Albano, lungo la via Appia.[4][5]

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo un'antica tradizione riferita dal Sacramentario gregoriano, i Quattro praticavano clandestinamente la religione cristiana a Sirmio: essendosi l'imperatore Diocleziano recato in Pannonia per acquistare dei marmi per i suoi palazzi, si rivolse a loro perché scolpissero un'effigie del dio Esculapio. Sinforiano, Claudio, Nicostrato e Castorio, confessando la loro religione, si rifiutarono di realizzare il simulacro di una divinità pagana; vennero fatti flagellare dal tribuno militare Lampedio perché abiurassero la loro fede ma, di fronte al loro rifiuto, vennero rinchiusi in casse di piombo e gettati nelle acque di un fiume. Simpliciano, un loro compagno di lavoro e correligionario, recuperò i loro corpi, ma, sorpreso nel gesto, fu condannato anch'egli a morte.

Nel Medioevo divennero patroni dei muratori, degli scalpellini e delle corporazioni edili (per la loro connessione con l'arte delle costruzioni, i Santi Quattro sono anche molto cari alla Massoneria: la Loggia di ricerca Q.C. di Londra, ad esempio, tiene tuttora il suo festival annuale l'8 novembre).

In base ad un'altra tradizione (che si intreccia e si confonde con la precedente) Secondo, Carpoforo, Vittorino e Severiano erano soldati dei romani di scorta a Diocleziano e vennero martirizzati per essersi rifiutati di venerare la statua di Esculapio: forse la confusione con l'altro gruppo di santi deriva dal fatto che i loro corpi occupavano le tombe dei martiri scalpellini prima che questi vi venissero traslati.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Ai martiri di Pannonia è intitolata la chiesa romana dei Santi Quattro Coronati, sul colle Celio, risalente probabilmente al IV secolo, ma documentata solo dal 595, trasformata in basilica da papa Leone IV (847-855) e titolo cardinalizio. Una visita alla basilica rende chiaro che l'aula centrale ha un pavimento romano parzialmente rimaneggiato ma di grande bellezza, nonché colonne romane corinzie con evidenza anteriori al IV secolo (probabilmente del II secolo). Sicuramente innestata su un edificio romano più antico.

Memoria liturgica: 8 novembre per i martiri di Sirmio e 8 agosto per quelli di Albano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Santi Quattro Coronati, su Santi e Beati. URL consultato il 8.11.2015.
  2. ^ "8 novembre" in: Martirologio, su Vaticano. URL consultato il 8.11.2015.
  3. ^ Si possono trovare ulteriori notizie sulla formazione di questa tradizione e sui relativi elementi d'incertezza in: I Santi Quattro Coronati, su Loggia di Ricerca Storica sulla Massoneria Universale. URL consultato il 8.11.2015 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2016).
  4. ^ Chiesa dei Santi Quattro Coronati, su Arte.it. URL consultato il 8.11.2015.
  5. ^ I santi Secondo, Carpoforo, Vittorino e Severiano nel Martirologio attuale, presente sul sito del Vaticano, vengono indicati alla data dell'8 agosto, senza riferimento ai Quattro Coronati. Diversa è la versione del Vecchio Martirologio Romano del 1856, dove per il giorno 8 novembre sono menzionati entrambi i gruppi di santi, ma anche il gruppo Secondo, Carpoforo ecc. è associato ai Quattro Coronati (una cum illis quinque, insieme a quei cinque nominati prima, cioè Sinforiano e compagni).

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