Santa Silvia

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Disambiguazione – Se stai cercando il titolo cardinalizio, vedi Santa Silvia (titolo cardinalizio).
Santa Silvia
 
Nascita520 circa
Morte3 novembre 592
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza3 novembre

Silvia (520 circa – Roma, 592) era una nobile donna romana, moglie del senatore Gordiano e madre del futuro papa Gregorio I; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica che la commemora il 3 novembre.

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Roma[1] intorno al 520 in una famiglia di modeste condizioni ma discendente forse dall'illustre gens Octavia, aveva due sorelle:[2] Emiliana e Tarsilia (o Tarsilla), anch'esse sante. Secondo un'altra tradizione sarebbe nata in Sicilia, forse a Palermo altre supposizioni si fanno su Vizzini[3]; è comunque storicamente provato che la famiglia, alquanto agiata, aveva possedimenti sia Roma che in Sicilia. Nel 538 sposò il senatore Gordiano, che apparteneva alla gens Anicia, nobile famiglia romana alla quale sembra sia da ascrivere anche san Benedetto. La coppia andò ad abitare nella villa degli Anici sul colle Celio al Clivo di Scauro, dove oggi si trova la chiesa di San Gregorio al Celio. Ebbe due figli, il primogenito fu Gregorio, poi eletto al soglio pontificio nel 590.

Rimasta vedova intorno al 573, si ritirò in una casa sull'Aventino chiamata Cella Nova,[4] seguendo la regola benedettina e dedicando il resto della sua vita alla preghiera, alla meditazione e all'aiuto dei malati e dei più bisognosi. Il figlio Gregorio continuò invece ad abitare nella villa paterna, che trasformò in monastero e dove eresse una chiesa dedicata a sant'Andrea (l'attuale oratorio di Sant'Andrea al Celio). In questo periodo sua madre si preoccupava di fargli recapitare ogni giorno un pasto caldo, temendo che l'austerità della vita eremitica ne compromettesse ulteriormente la salute già cagionevole.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Silvia morì nel 592; papa Gregorio la fece seppellire nel monastero di Sant'Andrea, nel sepolcro dove già si trovavano le sorelle (o cognate) Tarsilla ed Emiliana, e vi fece dipingere la sua immagine con la croce nella destra e un libro nella sinistra recante la scritta: «Vivit anima mea et laudabit te, et iudicia tua adiuvabunt me» ("Vive la mia anima e ti loderà, e i tuoi giudizi mi aiuteranno").

Qui, nel 1603, il cardinale Cesare Baronio fece erigere l'oratorio di Santa Silvia al Celio e in quello stesso anno ottenne da papa Clemente VIII che il nome di santa Silvia venisse inserito nel Martirologio Romano al 3 novembre.

Su sollecitazione invece di papa Giovanni XXIII, il 23 febbraio del 1959, nel quartiere Portuense, venne istituita una parrocchia dedicata alla madre di san Gregorio Magno, la cui chiesa fu aperta al culto nel 1968.

La sua memoria liturgica ricorre il 3 novembre.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo alcune fonti sarebbe invece di origine siciliana o nativa di Subiaco.
  2. ^ Più probabilmente, erano sorelle di suo marito Gordiano.
  3. ^ Le uniche notizie in nostro possesso sono quelle scritte da monsignor Michele Tiralosi, arciprete e parroco della chiesa di San Gregorio. Nel suo libretto, a pagina 10, afferma: “Il primo patrono di Vizzini fu San Pancrazio, vescovo e martire, venuto dall’oriente con San Marziano per evangelizzare la Sicilia; Egli conquistò alla fede cristiana il popolo vizzinese il quale, in segno di gratitudine, lo scelse come protettore presso Dio, e gli fu innalzata una chiesa appena cessata la persecuzione contro i cristiani. Di detta chiesa non vi sono tracce! Quale motivo, si domanda, indusse il popolo di Vizzini a scegliere un nuovo patrono in San Gregorio Magno? I documenti relativi a tale avvenimento, come tanti altri che riguardano la Chiesa Madre, probabilmente andarono distrutti per il terremoto del 1693. Esiste però un documento che si custodisce nell’archivio parrocchiale della Matrice, dal quale si rileva che i vizzinesi, quando seppero che il papa San Gregorio Magno era stato innalzato all’onore degli altari, elessero una Commissione di tre sacerdoti scelti dal popolo, dal clero e dal Municipio, precisamente i Reverendi Pasquale Guttadauro, Giuseppe Santapaolo e Domenico Maria Lentini, e li mandarono a Roma per chiedere alla Santa Sede, conforme al vivissimo desiderio del popolo vizzinese, la grazia di poter portare a Vizzini i resti mortali del grande pontefice e di averlo di nuovo patrono della città. L’audace richiesta, sempre secondo il manoscritto, era giustificata dalle prove addotte che San Gregorio era nato a Vizzini dalla madre vizzinese Santa Silvia, la quale aveva molti possedimenti a Vizzini; che durante la sua vita San Gregorio aveva avuto particolare affetto verso i vizzinesi con molteplici elargizioni, donde la loro grande venerazione al Santo. Il medesimo passò da Vizzini quando si recò alla corte di Costantinopoli presso l’imperatore Maurizio, come apocrisario del papa Pelagio II. L’esito della missione dei tre sacerdoti non fu del tutto positivo, perché la Santa Sede concesse di proclamare San Gregorio nuovo patrono di Vizzini in sostituzione di San Pancrazio, ma del corpo del Santo donò solamente l’osso dell’avambraccio, un pezzettino di osso del torace, con una reliquia di Santa Silvia. L’osso del braccio è custodito nella Chiesa Madre di Vizzini, racchiuso in un braccio d’argento cesellato, e si espone al popolo il giorno della festa di San Gregorio” (il 12 marzo). A proposito di Santa Silvia, monsignor Michele Tiralosi afferma quanto segue: “Non è superfluo dire che più di una città se ne contendono i natali. Tra queste, Palermo e Messina. Per Vizzini trattano la questione due storici locali, padre Ignazio Noto, nel suo libro “De Bideno Sacro” e padre Di Marzo Ferro. Padre Alberti, nel libro “Meraviglie di Dio”, afferma che Santa Silvia è oriunda vizzinese. Padre Nicolò Del Carmelo sottoscrive il documento conservato nell’Archivio Vicariale, e dichiara che, trovandosi a Cadice in Spagna, vide nella chiesa della Santissima Trinità un quadro molto antico con la figura di San Gregorio Magno, con la seguente iscrizione: - Gregorius Magnus ex matre Silvia a Bideni in Sicilia” (Bideni = Vizzini)
  4. ^ La casa è identificata con la domus sottostante la Basilica di San Saba, sul piccolo Aventino.

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