Sakarya

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Disambiguazione – Se stai cercando il comune metropolitano con centro Adapazarı, vedi Sakarya (città).
Fiume Sakarya
StatoBandiera della Turchia Turchia
RegioniEgeo
Anatolia Centrale,

Marmara

Lunghezza824 km
Bacino idrografico65 000 km²
NasceAltopiano del Bayat
SfociaMar Nero

Il Sakarya (in greco Σαγγάριος?, in latino Sangarius, in italiano Sangario) è il terzo fiume più lungo della Turchia; attraversa l'Asia Minore e specificamente la regione che una volta era conosciuta come Frigia.

Nel Medioevo la valle del Sakarya era la patria della tribù di Söğüt, dalla quale venne a espandersi l'impero ottomano.

Corso[modifica | modifica wikitesto]

La sorgente del fiume è il Bayat Yaylası (altopiano del Bayat), localizzato a nord-est di Afyon. Il fiume è sbarrato dalle tre dighe: Sarıyar, Gökçekaya e Yenice. Le sue sorgenti si trovano nella regione di Bayat[1][2][3] nella provincia d'Afyonkarahisar. Il suo corso superiore è rappresentato dalla confluenza di più fiumi dei quali il più importante è il Seydi Çayı[4][5].

Mappa del bacino del fiume Sakarya

Il suo principale affluente è il Porsuk (nell'antichità: Tembrogius[6][7]), di cui riceve le acque vicino alla città di Polatlı. Ricevute presso questa città anche le acque del fiume Ankara, proveniente dalla città omonima, il fiume scorre attraverso l'Adapazarı Ovası (pianura di Adapazarı) prima di raggiungere il Mar Nero.

Il basso corso del Sakarya era una volta attraversato da un famoso ponte, costruito dall'imperatore bizantino Giustiniano I (527-565). Oggi sono ancora visibili i resti del ponte, ma il corso del fiume si è spostato più a est.

Nella mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Il Sangario veniva visto come uno dei 25 figli di Teti e di Oceano, citato da Esiodo (VIII secolo a.C.) nella sua "Teogonia", dove riferisce la creazione del mondo:

«Teti con Oceano diede alla luce i fiumi vorticosi: Nilo, Alfeo, Eridano dai vortici profondi, Strimone, Meandro, Istro dalle belle correnti d'acqua, Fase, Reso, Acheloo dai turbini d'argento, Nesso, Rodio, Aliacmone, Eptaporo, Granico, Aisepo, il divino Simoenta, Peneo, Ermo, e Caico dal bell'andamento, il grande Sangario, Ladone, Partenio, Eveno, Ardesco e il divino Scamandro

Secondo Plutarco (I secolo), il fiume era prima chiamato Serabate (Xerabates)[6][8] (in greco: Xerobates, Ξηροβάτης), spiegando in seguito perché fosse stato chiamato Sangario:

«Sangario ... aveva spesso manifestato disprezzo per i misteri della madre degli dei[9], insultando i sacerdoti e i suoi ministri. La dea, indignata per la sua empietà, lo fece diventare pazzo furioso, e, nella sua demenza, precipitò dentro il fiume Serabate, che d'allora venne chiamato Sangario.[6][8]

Pausania (II secolo) propose una versione più evoluta dal mito, relazionando la leggenda di Attis così come viene raccontata dai Galati di Frigia (Attes in questa traduzione):

«Si dice che Giove[10] mentre dormiva ebbe una polluzione, e il suo seme cadendo sulla terra, dopo un po' di tempo produsse un genio che aveva entrambi i sessi, chiamato dunque Agdistis[11]. Siccome ciò incuteva molto timore agli dei, gli vennero asportate le parti virili, dalle quali nacque un mandorlo. Quando i suoi frutti furono maturi, la figlia del fiume Sangario[12] li raccoglieva mettendoli nel suo grembo, ma subito i frutti sparivano e lei si ritrovò incinta. Dopo il parto, abbandonato il neonato, un caprone se ne prese cura. Crescendo diventava sempre più bello e Agdistis se ne innamorò. Attes essendo nell'età virile, i suoi genitori lo mandarono a Pessinunte, per sposare la figlia del re; si stava già cantando l'imeneo, quando sopraggiunse Agdistis, facendo istantaneamente impazzire gli ospiti, compreso Attis e il re di Pessinunte che si tagliarono i loro organi virili. Agdistis presto si pentì di ciò che aveva fatto ad Attes, ottenendo da Giove che tutte le parti del suo corpo non potessero mai più né deteriorarsi né seccarsi.[13][14]»

Intorno alla leggenda di Troia[modifica | modifica wikitesto]

Priamo, re di Troia, combatté contro le amazzoni sulle rive del fiume Sangario. In una conversazione con Elena, Priamo evoca questa battaglia contro le amazzoni.[15][16].

Achille uccise Pentesilea, la regina delle amazzoni venuta a rifugiarsi a Troia e combattere insieme ai troiani[17][18] e se ne innamora nel momento in cui la uccise[13][19]. Le rive del Sangario saranno anche teatro di alcune vicende storiche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 14 agosto al 13 settembre del 1921, lungo gli argini del Sakarya, nei pressi del villaggio chiamato Sakarya, a sud-ovest di Polatlı, ebbe luogo la battaglia del Sakarya tra l'esercito turco condotto tra gli altri da Mustafa Kemal e l'esercito greco (a sud del sito dell'antica città di Gordio).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo Tito Livio la sua sorgente è sul Monte Adorato (in latino: Adoreus montus).
  2. ^ Itinera Electronica, su itinera.fltr.ucl.ac.be.
  3. ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, Libro XXXVIII, Capitolo 18, su agoraclass.fltr.ucl.ac.be..
  4. ^ Chiamato Partenio (Parthenius) nell'antichità, ma il fiume di Bartın (Bartın Çayı) è generalmente chiamato Parthenius.
  5. ^ (FR) Louis Vivien de Saint-Martin, Kâtip Çelebi, Descrizione storica e geografica dell'Asia Minore, ..., vol. 2, A. Bertrand, 1852..
  6. ^ a b c (FR) L'antichità greca e latina, su remacle.org.
  7. ^ (FR) Plinio il Vecchio, Storia naturale, Libro VI, capitolo I, §3, su remacle.org.
  8. ^ a b (FR) Plutarco, I nomi di fiumi e montagne..., XII, Il Sangario, su remacle.org.
  9. ^ La madre degli dei, vale a dire la dea Cibele.
  10. ^ Giove, nel testo greco Dia, Δία, acc. di Zeus, Ζεύς.
  11. ^ Agdistis nome di Cibele in Frigia.
  12. ^ La figlia del fiume Sangario: la ninfa chiamata Nana.
  13. ^ a b (FR) L'antichità greca e latina, su remacle.org.
  14. ^ (FR) Pausania, Descrizione della Grecia, Libro VII. Acaia. capitolo XVII, §10-12, su remacle.org.
  15. ^ (FR) L'antichità greca e latina, su remacle.org.
  16. ^ (FR) Omero, Iliade, Canto III, versi 181-190, su remacle.org.
  17. ^ (FR) Hodoi Elektronikai, su hodoi.fltr.ucl.ac.be.|
  18. ^ (FR) Quinto di Smirne, I Post-omerici, Canto I, su mercure.fltr.ucl.ac.be.
  19. ^ (FR) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, Libro II, capitolo XLVI, su remacle.org.

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