San Morello

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San Morello
frazione
San Morello – Veduta
San Morello – Veduta
La frazione di San Morello vista dalla strada proveniente da Scala Coeli
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Cosenza
Comune Scala Coeli
Territorio
Coordinate39°29′36″N 16°52′35″E / 39.493333°N 16.876389°E39.493333; 16.876389 (San Morello)
Altitudine400 m s.l.m.
Abitanti235
Altre informazioni
Cod. postale87060
Prefisso0983
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Morello
San Morello

San Morello (dal medievale Morellus[1]) è l'unica frazione di Scala Coeli in provincia di Cosenza. Già piccolo feudo degli Abenante di Rossano, fu incorporata nel territorio di Scala Coeli il 4 maggio 1811 nell'ambito del riordino amministrativo napoleonico.[2] La vicaria di Cariati-Bocchigliero, di cui fa parte la parrocchia di San Morello, fu fondata nel VII secolo.[3]

Il paesaggio è collinare ma è possibile vedere il mare, balneabile nella località di San Leo, a circa 7 chilometri. Un tempo luogo con un elevato numero di abitanti, oggi la sua popolazione è assai ridotta, costituita essenzialmente di anziani, e il borgo dà la sensazione di essere abbandonato.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le più antiche menzioni storiche dell'abitato risalgono agli inizi del XIV secolo, quando il casale detto di San Maurello o S.to Maurello, situato non lontano da un altro casale detto di San Mauro o S.to Mauro, faceva parte della contea di Cariati.[5] Entrambi i casali vengono citati anche nei documenti che riportano le decime esatte nel 1325 dalla diocesi di Rossano a favore della Santa Sede.[5]

Nell'estate del 1404 le dispute per il trono del Regno di Napoli che videro contrapposti Ladislao I a Luigi II d'Angiò travolsero l'abitato di San Morello, che fu devastato e incendiato.[5]

Nel 1417 San Morello fece parte dei territori concessi in feudo a Polissena Ruffo da Giovanna II di Napoli.[5]

Nel 1661, alcuni appezzamenti in territorio di San Morello risultavano di proprietà dell’Abbazia di Santa Maria del Patire, che già nel 1130 possedeva alcuni campi a San Mauro.[5]

Tra il 1958 e il 1963, San Morello salì alla ribalta delle cronache italiane e internazionali perché i suoi abitanti, stanchi di poter raggiungere il paese solo a piedi o a dorso di mulo (non vi erano infatti strade di accesso) e stanchi anche delle promesse ripetute dai politici a ogni consultazione, decisero di disertare in massa le urne. La stampa internazionale s'interessò della vicenda e affibbiò alla piccola comunità cosentina l'epiteto di "vergogna d'Italia", la Gazzette de Lausanne la definì il "villaggio abbandonato da Dio e dagli uomini", il caso fu oggetto di interpellanze parlamentari, venne pubblicato un pamphlet e se ne discusse anche nelle aule universitarie. Si interessò del caso il Ministro ai Lavori Pubblici, all'epoca Giovanni Pieraccini, durante il primo Governo Moro che, invitato da Don Modesto Palopoli, allora parroco della piccola comunità di San Morello, visitò il paese percorrendo la vecchia via d'accesso mulattiera che portava al paese. Da allora il piccolo paesino ottenne una dignitosa strada[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ cognomiitaliani.org. URL consultato il 19 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2010).
  2. ^ comunescalacoeli.it[collegamento interrotto]
  3. ^ chiesalongobucco.altervista.org Archiviato il 7 febbraio 2009 in Internet Archive.
  4. ^ silagreca.de
  5. ^ a b c d e Franco Emilio Carlino, San Morello sentinella sulla vallata dell’Arso. L’antico borgo dalle sembianze di un vulcano spento, su EcoDelloJonio.it, 21 novembre 2021. URL consultato il 23 novembre 2021.
  6. ^ Giovanni Busino, "I miserabili di San Morello", in Quaderni di Nuova repubblica, n. 163 (19 maggio 1957), p. 4. Pasquale Loiacono, "Detto fatto: sit-in degli abitanti di San Morello che occupano la strada per entrare nel borgo", in Il Ponte, 2008. URL consultato il 26 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Iemboli, Scala Coeli. Storia, costumi e tradizioni, Rossano, Ferrari Editore, 2009. ISBN 978-88-95834-45-0.
  • Raffaele Iaria, Scala Coeli. Appunti per una storia, Roma, Centro Culturale degli Artisti, 1994. Ristampa 2021
  • Raffaele Iaria, Achille Maiorano. Poeta e scrittore calabrese (1891-1977), 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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