Samia Yusuf Omar

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Samia Yusuf Omar
Nazionalità Bandiera della Somalia Somalia
Altezza 162 cm
Peso 54 kg
Atletica leggera
Specialità Velocità
Record
200 m 32"16 (2008)
1500 m 5'36"97 (2010)
Carriera
Nazionale
2008-2010Bandiera della Somalia Somalia
 

«Noi sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete. Ma non vogliamo dimostrarlo. Facciamo del nostro meglio per sembrare come loro. Sappiamo di essere ben lontane da quelle che gareggiano qui, lo capiamo benissimo. Ma più di ogni altra cosa vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro paese.»

Samia Yusuf Omar (Mogadiscio, 25 marzo 1991Mar Mediterraneo, 2 aprile 2012) è stata una velocista somala.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce nel 1991 in una famiglia povera di Mogadiscio: la madre è una venditrice di frutta.[2] Da sempre Samia ha la passione e l'attitudine per la corsa; quando Mo Farah, celebre corridore britannico di origine somala, appare su un giornale, lei lo appende nella camera che divideva con i suoi fratelli, nella speranza di poter diventare come lui ma gareggiando per il suo paese, la Somalia.

Dopo aver vinto tutte le gare per dilettanti somale, inizia a partecipare a gare per professionisti con l'aiuto del centro olimpico somalo, situato a Mogadiscio. Nel maggio del 2008 gareggia nei 100 metri piani ai campionati africani 2008, concludendo in ultima posizione la sua batteria.[3]

Partecipa ai Giochi olimpici di Pechino 2008 nella gara dei 200 m piani, ottenendo il record personale di 32"16, l'ultimo tempo di tutte le batterie, venendo però comunque incoraggiata e applaudita dal pubblico presente allo stadio. Successivamente alla gara tutti i giornalisti la intervistano e lei commenta: "Avrei preferito essere intervistata per essere arrivata prima, invece che venire intervistata per essere arrivata ultima."[4]

Incerte sono le circostanze della morte di Samia. Il connazionale Abdi Bile, ex mezzofondista e medaglia d'oro dei 1500 metri piani ai mondiali di Roma 1987, citato dalla scrittrice Igiaba Scego, sostiene che Samia è morta annegata nell'aprile del 2012, mentre stava cercando di raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti partito dalla Libia, che ha fatto naufragio al largo di Malta.[2][5][6][7] La giornalista Teresa Krug, di Al Jazeera, a lungo in contatto con lei, conferma successivamente che Samia avrebbe viaggiato attraverso Etiopia, Sudan e Libia con l'intento di giungere in Europa per trovare un allenatore che la mettesse in grado di partecipare ai Giochi olimpici di Londra 2012; ma all'inizio di aprile del 2012 sarebbe morta annegata nel naufragio dell'imbarcazione diretta a Lampedusa.[8] La notizia della morte è poi stata confermata dalle agenzie di stampa internazionali.[9]

La vita di Samia Yusuf Omar è stata raccontata nel romanzo Non dirmi che hai paura, scritto da Giuseppe Catozzella ed edito da Feltrinelli il 12 gennaio 2014, romanzo poi pubblicato in tutto il mondo, che è valso a Giuseppe Catozzella la nomina a Goodwill Ambassador UNHCR, Ambasciatore per l'Agenzia dei Rifugiati delle Nazioni Unite.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
2008 Campionati africani Bandiera dell'Etiopia Addis Abeba 100 m piani Batteria 15"64 Miglior prestazione personale
Giochi olimpici Bandiera della Cina Pechino 200 m piani Batteria 32"16 Miglior prestazione personale

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eleonora Grillo, Non dirmi che hai paura (Samia Yousuf Omar), su sutori.com. URL consultato il 9 febbraio 2019.
  2. ^ a b Corinna De Cesare, Samia, l'atleta somala di Pechino 2008 morta su un barcone per raggiungere l'Italia, su corriere.it, 19 agosto 2012. URL consultato il 19 agosto 2012.
  3. ^ (EN) Against the Odds: Samiya Yuusf Omar, su bbc.co.uk, 21 luglio 2008. URL consultato il 19 agosto 2012.
  4. ^ (EN) Somalia's runners provide inspiration, su yahoo.com, 24 agosto 2008. URL consultato il 19 agosto 2012.
  5. ^ Igiaba Scego, Mo e Saamiya, le due facce della Somalia [collegamento interrotto], su pubblicogiornale.it, 18 agosto 2012. URL consultato il 30 settembre 2012.
  6. ^ "Mo e Saamiya, le due facce della Somalia" di Igiaba Scego, su pietrevive.blogspot.com, 21 agosto 2012. URL consultato il 17 dicembre 2022 (archiviato il 17 dicembre 2022).
  7. ^ Saamiya Yusuf Omar, su ansa.it, 23 agosto 2012. URL consultato il 24 agosto 2012.
  8. ^ Esclusiva Rosebud: il sogno italiano di Samia Yusuf Omar. Intervista a Teresa Krug di Al Jazeera., su rinabrundu.com, 19 agosto 2012. URL consultato il 20 agosto 2012.
  9. ^ (EN) Samia Yusuf Omar Dead: Somalia Track Star Drowned In Boat Accident Ahead Of London Olympics, su huffingtonpost.com, 21 agosto 2012. URL consultato l'8 aprile 2014 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2014).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN311416444 · ISNI (EN0000 0004 3951 0075 · LCCN (ENno2015055385 · GND (DE1059829444 · BNE (ESXX5429528 (data) · J9U (ENHE987007341778705171 · CONOR.SI (SL302648163 · WorldCat Identities (ENlccn-no2015055385