Sam Querrey

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Sam Querrey
Sam Querrey nel 2019
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Altezza 198 cm
Peso 95 kg
Tennis
Termine carriera 31 agosto 2022
Carriera
Singolare1
Vittorie/sconfitte 385–330 (53.85%)
Titoli vinti 10
Miglior ranking 11º (26 febbraio 2018)
Risultati nei tornei del Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open 3T (2007, 2008, 2013, 2014, 2017, 2020)
Bandiera della Francia Roland Garros 3T (2013)
Bandiera del Regno Unito Wimbledon SF (2017)
Bandiera degli Stati Uniti US Open QF (2017)
Altri tornei
 Giochi olimpici 1T (2008)
Doppio1
Vittorie/sconfitte 177-188 (48.49%)
Titoli vinti 5
Miglior ranking 23º (17 maggio 2010)
Risultati nei tornei del Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open SF (2019)
Bandiera della Francia Roland Garros 3T (2008)
Bandiera del Regno Unito Wimbledon 2T (2009, 2015)
Bandiera degli Stati Uniti US Open SF (2015, 2021)
Altri tornei
 Giochi olimpici 1T (2008)
Doppio misto1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Risultati nei tornei del Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open
Bandiera della Francia Roland Garros
Bandiera del Regno Unito Wimbledon
Bandiera degli Stati Uniti US Open F (2015)
1 Dati relativi al circuito maggiore professionistico.
Statistiche aggiornate al definitivo

Sam Austin Querrey (San Francisco, 7 ottobre 1987) è un ex tennista statunitense.

In carriera ha raggiunto la posizione n° 11 della classifica ATP (26 febbraio 2018) e ha vinto 10 titoli in singolare e 5 titoli in doppio nel circuito maggiore.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

2005-2006: Esordio e primi titoli Challenger[modifica | modifica wikitesto]

Il suo esordio nei professionisti avviene in via effettiva nel luglio 2005, al challenger di Aptos, con una sconfitta da Rajeev Ram, ma già nei tre anni precedenti aveva partecipato a tre tornei del circuito futures, a partire dalla partita persa con KJ Hippensteel a Ojai nel 2002. Conclude il 2005 con risultati in crescita, fra cui la sconfitta in finale al futures di Honolulu da Wayne Odesnik.

È tuttavia nel 2006 che inizia ad ottenere i primi risultati di rilievo della sua carriera.

Nel febbraio 2006 partecipa a Dallas al suo primo torneo ATP Challenger, giungendo a sorpresa fino ai quarti di finale: battuti Dušan Vemić e Guillermo García López, perde infatti in due set da Benjamin Becker. Si guadagna così l'accesso ad alcuni tornei del circuito maggiore ATP, terminati spesso con uscite al primo turno, ma con il raggiungimento del secondo turno a Indian Wells, ai danni di Bobby Reynolds.

Nell'estate dello stesso anno, conquista i primi due titoli challenger della sua carriera, vincendo i tornei di Yuba City (su Sam Warburg) e Winnetka (su Andrea Stoppini) ed ottenendo quindi un invito (wildcard) agli US Open, dove ottiene la prima vittoria a livello slam, battendo Philipp Kohlschreiber al primo turno, prima di perdere in quattro set con Gastón Gaudio al secondo turno.

Poco dopo vince anche il challenger di Lubbock, regolando con facilità in finale l'israeliano Noam Okun, chiudendo quindi l'anno al 130º posto ATP.

2007-2008: Top 100 e primo titolo ATP[modifica | modifica wikitesto]

Inizia il 2007 con il terzo turno agli Australian Open (sua prima partecipazione), battendo José Acasuso (testa di serie numero 27) e Florent Serra prima di arrendersi a Tommy Robredo. Il risultato gli vale il primo ingresso nella top 100 della classifica ATP.

In seguito, raggiunge i quarti al torneo ATP di Memphis e poi anche a Las Vegas, ma all'Open di Francia esce al primo turno contro Laurent Recouderc, mentre al torneo di Wimbledon l'eliminazione (sempre al primo turno) è per mano di Alejandro Falla.

Al torneo di Indianapolis raggiunge per la prima volta in carriera le semifinali, dove perde contro Dmitrij Tursunov, ma fa scalpore soprattutto per l'exploit nella sua vittoria nei quarti di finale su James Blake (che è anche la sua prima vittoria contro un top 10), quando mette a segno 10 aces consecutivi. Il tennista afroamericano si riprende la rivincita su Querrey poche settimane dopo nei quarti dell'ATP Masters di Cincinnati.

Nel gennaio 2008 esce nuovamente al terzo turno degli Australian Open, battuto seccamente da Novak Đoković, dopo le vittorie su Olivier Rochus e Tursunov. Nel marzo successivo, invece, a Las Vegas vince il suo primo torneo nel circuito maggiore, superando nella sua prima finale in carriera il sudafricano Kevin Anderson.

Migliorato anche sulla terra rossa, giunge ai quarti di finale del Masters di Montecarlo, dove è sconfitto ancora da Đoković. Nonostante questo progresso però non ha scampo al Roland Garros, dove incappa subito al primo turno in uno stop da Roger Federer, poi finalista del torneo. Durante l'estate partecipa anche alle Olimpiadi, ma non va oltre il primo turno.

L'ultimo risultato di rilievo della stagione lo ottiene agli US Open, dove raggiunge il quarto turno, prima di essere eliminato Rafael Nadal. In seguito, partecipa anche alla semifinale di Coppa Davis contro la Spagna, ottenendo due sconfitte negli incontri di singolare contro Rafael Nadal e Feliciano Lopez.

2009: Secondo titolo ATP[modifica | modifica wikitesto]

Il 2009 è un anno ricco di finali nel circuito maggiore per Sam Querrey. Già a gennaio, infatti, conquista l'accesso alla finale del torneo ATP 250 di Auckland, che tuttavia perde in favore dell'Argentino Juan Martín del Potro.

La stagione prosegue con scarsi risultati nei tornei del grande slam, dove infatti viene eliminato al primo turno negli Australian Open (per mano di Philipp Kohlschreiber) e al Roland Garros (sconfitto da Ernests Gulbis), mentre raggiunge solo il secondo turno a Wimbledon, battendo Danai Udomchoke ma uscendo subito dopo contro Marin Čilić.

Nei successivi tre tornei arriva invece l'exploit della stagione, con Querrey che raggiunge tre finali consecutive. Perde le prime due finali nei tornei di Newport, contro Rajeev Ram, e di Indianapolis, sconfitto da Robby Ginepri, ma ottiene finalmente il suo secondo successo ATP nel torneo 250 di Los Angeles, battendo in finale l'australiano Carsten Ball.

Sul finire dell'estate, Querrey ottiene l'accesso ad un ulteriore finale stagionale nel torneo ATP 250 di New Haven che, tuttavia, perde in favore di Fernando Verdasco. In seguito, la sua partecipazione agli US Open si conclude al terzo turno, sconfitto da Robin Söderling, dopo i successi sui connazionali Michael Yani e Kevin Kim.

La stagione 2009 di Querrey si conclude prematuramente per un banale incidente che avrebbe potuto avere conseguenze serie per la sua carriera. Il tavolino di vetro su cui si siede al termine di un allenamento, infatti, cede improvvisamente e nella caduta un pezzo di vetro gli si conficca nel braccio, rischiando per pochi millimetri di danneggiare irreparabilemente un nervo.[1] Sottoposto ad intervento chirurgico, viene scongiurato il peggio, con Querrey che termina quindi l'anno alla 25ª posizione ATP e come 2º americano, dietro solo a Andy Roddick.

2010: 6 titoli tra singolare e doppio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo una deludente prestazione agli Australian Open, terminata al primo turno contro Rainer Schüttler, Querrey si riscatta sul cemento americano conquistando il suo primo titolo in doppio (in coppia con Mardy Fish) al torneo ATP 250 di San Jose. La settimana seguente conquista anche il titolo di doppio nel torneo ATP 500 di Memphis giocando in coppia con John Isner; giocatore che affronta anche come avversario nella finale di singolare dello stesso torneo, che vince, conquistando il primo ATP 500 e terzo titolo in carriera.

Dopo le sconfitte nella finale di Houston, persa contro Juan Ignacio Chela, e nella finale di doppio dell'ATP Masters di Roma, ottiene il suo quarto titolo sconfiggendo ancora John Isner nella finale dell'ATP 250 di Belgrado, primo torneo su terra vinto

Querrey delude ancora al secondo slam stagionale, uscendo al primo turno del Roland Garros contro Robby Ginepri; tuttavia, si riscatta nuovamente nel torneo seguente, vincendo la finale del Queen's Club di Londra contro Mardy Fish. Con questa vittoria conquista il terzo titolo stagionale su altrettante superfici (cemento a Memphis, terra a Belgrado e erba a Londra).

Nello slam di Wimbledon riesce a raggiungere il quarto turno, dove viene eliminato da Andy Murray. Si prende comunque la rivincita contro il giocatore scozzese, battendolo il mese successivo nella finale dell'ATP 250 di Los Angeles, conquistando così il sesto titolo in carriera. Dopo il quarto turno anche agli US Open (sconfitto da Stan Wawrinka), Querrey chiude la sua stagione più redditizia, in termini di titoli, al 18º posto ATP.

2011-2012: Infortuni e la conquista del settimo titolo ATP[modifica | modifica wikitesto]

Il 2011 è un anno particolarmente sfortunato per Sam Querrey. Nella prima parte di stagione ottiene scarsi risultati nei vari tornei a cui partecipa, uscendo al primo turno agli Australian Open, battuto da Łukasz Kubot, e al secondo turno al Roland Garros, perdendo contro Ivan Ljubičić. L'unico risultato di rilievo è la prima vittoria in doppio di un torneo ATP Masters; infatti vince a Roma, facendo ancora coppia con John Isner.

Il resto della stagione è invece segnato dagli infortuni. Prima il gomito e poi un'infezione al cordone ombelicale lo costringono a saltare quasi tutto il resto dei tornei del tour, portandolo ad uscire dalla top 100 della classifica ATP.[2]

Il 2012 è quindi una stagione di ripresa per Querrey, che partecipa infatti anche ad alcuni tornei Challenger, vincendo anche la finale di Sarasota contro Paolo Lorenzi, per recuperare punti e posizioni in classifica.

Nella seconda parte di stagione ottiene quindi i risultati migliori raggiungendo le semifinali a Londra, Washington (torneo ATP 500) e Winston-Salem, il terzo turno sia a Wimbledon che agli US Open e, soprattutto, la vittoria in finale a Los Angeles (terza vittoria del torneo), che gli permette di conquistare il suo settimo titolo ATP.

2013-2015: Digiuno di titoli[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2013 inizia un periodo di scarsi risultati per Sam Querrey; durante l'anno non ottiene infatti l'accesso ad alcuna finale del circuito maggiore e i suoi miglior risultati sono il terzo turno agli Australian Open e al Roland Garros.

L'anno successivo continua sullo stesso livello, ottenendo come miglior risultato soltanto dei terzi turni agli Australian Open e agli US Open. Gli scarsi risultati portano Querrey a perdere diverse posizioni in classifica, tanto che, nel finale di stagione, si cimenta in alcuni tornei Challenger (Napa, Sacramento e Tiburon), portando a casa tutti e tre i titoli minori.

Anche nel 2015 Querrey non riesce a conquistare nuovi titoli ma, dopo due anni di astinenza, riesce finalmente ad accedere a delle finali: la prima a Houston, persa contro il connazionale Jack Sock, e la seconda a Nottingham, persa contro l'uzbeko Denis Istomin.

2016-2017: Semifinale a Wimbledon e tre titoli[modifica | modifica wikitesto]

Ha ottenuto nel 2016 una grande vittoria contro il numero 1 del mondo Novak Đoković al terzo turno dei Championships, vanificando i sogni di Grande Slam del serbo.

Nel 2017 vince l'Atp 500 di Acapulco, sconfiggendo ai primi turni Kyle Edmund per 6-2 4-6 6-3, il belga David Goffin per 6-2 6-3 e l'austriaco Dominic Thiem, testa di serie numero 4, per 6-1 7-5. In semifinale sconfigge l'australiano Nick Kyrgios per 3-6 6-1 7-5. In finale si trova davanti Rafael Nadal, volenteroso di riscatto dopo la sconfitta in finale degli Australian Open contro Roger Federer. Questa volta è però Querrey a trionfare, con il punteggio di 6-3 7-6.

A luglio 2017 ottiene un grande risultato a Wimbledon dove raggiunge la sua prima semifinale in un torneo del Grande Slam.

Sempre nel 2017 trionfa anche al torneo di Los Cabos, sempre in Messico, dopo aver sconfitto in finale Thanasi Kokkinakis per 6-3 3-6 6-2.

2018-2019: Due finali perse e crollo nel ranking[modifica | modifica wikitesto]

Il 18 febbraio 2018 raggiunge la sua diciottesima finale in carriera, a New York, dove viene sconfitto da Kevin Anderson col punteggio di 6-4, 3-6, 6(1)–7. Il 26 febbraio 2018 raggiunge la posizione numero 11, in classifica, suo best ranking. Ranking che lo vede poi al numero 61 a seguito della sconfitta al primo turno agli US Open. La sua migliore vittoria in stagione la ottiene durante la semifinale di Coppa Davis, contro il numero sei del mondo Marin Čilić.

Raggiunge la sua seconda semifinale slam in doppio agli Australian Open 2019 in coppia con Harrison, sconfitti da Herbert e Mahut. Il 24 giugno a causa di un infortunio, il suo ranking lo vede alla posizione numero 79. La settimana seguente raggiunge la finale a Eastbourne, dove viene sconfitto da Taylor Fritz per 4-6, 3-6. Raggiunge i quarti di finale a Wimbledon, battendo tra gli altri Dominic Thiem al primo turno, per poi cedere a Rafael Nadal. Viene inoltre sconfitto al primo turno agli US Open, per la quarta volta in cinque anni.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Il suo fan club, denominato "Samurai Club", è stato fondato dagli amici di infanzia del tennista.
  • Nel 2008, nei quarti di finale del torneo di Indianapolis, ha messo a segno 10 ace consecutivi contro James Blake.
  • Nel 2010 è riuscito a vincere un torneo su ognuna delle superfici regolamentari nell'ATP. Ha infatti trionfato a Memphis e Los Angeles sul cemento, a Belgrado su terra battuta e a Londra su erba.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Singolare[modifica | modifica wikitesto]

Vittorie (10)[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
Grande Slam (0)
ATP Finals (0)
ATP Masters 1000 (0)
ATP Tour 500 (2)
ATP International Series / ATP Tour 250 (8)
N. Data Torneo Superficie Avversari in finale Punteggio
1. 9 marzo 2008 Bandiera degli Stati Uniti Tennis Channel Open, Las Vegas Cemento Bandiera del Sudafrica Kevin Anderson 4–6, 6–3, 6–4
2. 2 agosto 2009 Bandiera degli Stati Uniti Countrywide Classic, Los Angeles (1) Cemento Bandiera dell'Australia Carsten Ball 6–4, 3–6, 6–1
3. 21 febbraio 2010 Bandiera degli Stati Uniti RMK Championships, Memphis Cemento (i) Bandiera degli Stati Uniti John Isner 6(3)–7, 7–6(5), 6–3
4. 9 maggio 2010 Bandiera della Serbia Serbia Open, Belgrado Terra rossa Bandiera degli Stati Uniti John Isner 3–6, 7–6(4), 6–4
5. 13 giugno 2010 Bandiera del Regno Unito Queen's Club Championships, Londra Erba Bandiera degli Stati Uniti Mardy Fish 7–6(3), 7–5
6. 1º agosto 2010 Bandiera degli Stati Uniti Farmers Classic, Los Angeles (2) Cemento Bandiera del Regno Unito Andy Murray 5–7, 7–6(2), 6–3
7. 29 luglio 2012 Bandiera degli Stati Uniti Farmers Classic, Los Angeles (3) Cemento Bandiera della Lituania Ričardas Berankis 6–0, 6–2
8. 21 febbraio 2016 Bandiera degli Stati Uniti Delray Beach International Tennis Championships, Delray Beach Cemento Bandiera degli Stati Uniti Rajeev Ram 6–4, 7–6(6)
9. 4 marzo 2017 Bandiera del Messico Abierto Mexicano Telcel, Acapulco Cemento Bandiera della Spagna Rafael Nadal 6–3, 7–6(3)
10. 5 agosto 2017 Bandiera del Messico Abierto Mexicano Los Cabos Open, Los Cabos Cemento Bandiera dell'Australia Thanasi Kokkinakis 6–3, 3–6, 6–2

Finali perse (10)[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
Grande Slam (0)
ATP Finals (0)
ATP Masters 1000 (0)
ATP Tour 500 (0)
ATP Tour 250 (10)
N. Data Torneo Superficie Avversari in finale Punteggio
1. 17 gennaio 2009 Bandiera della Nuova Zelanda Heineken Open, Auckland Cemento Bandiera dell'Argentina Juan Martín del Potro 4–6, 4–6
2. 12 luglio 2009 Bandiera degli Stati Uniti Campbell's Hall of Fame Championships, Newport Erba Bandiera degli Stati Uniti Rajeev Ram 7–6(3), 5–7, 3–6
3. 26 luglio 2009 Bandiera degli Stati Uniti Indianapolis Tennis Championships, Indianapolis Cemento Bandiera degli Stati Uniti Robby Ginepri 2–6, 4–6
4. 29 agosto 2009 Bandiera degli Stati Uniti Pilot Pen Tennis, New Haven Cemento Bandiera della Spagna Fernando Verdasco 4–6, 6(6)–7
5. 11 aprile 2010 Bandiera degli Stati Uniti U.S. Men's Clay Court Championships, Houston (1) Terra rossa Bandiera dell'Argentina Juan Ignacio Chela 7–5, 4–6, 3–6
6. 12 aprile 2015 Bandiera degli Stati Uniti U.S. Men's Clay Court Championships, Houston (2) Terra rossa Bandiera degli Stati Uniti Jack Sock 6(9)–7, 6(2)–7
7. 28 giugno 2015 Bandiera del Regno Unito Nottingham Open, Nottingham Erba Bandiera dell'Uzbekistan Denis Istomin 6(1)–7, 6(6)–7
8. 18 febbraio 2018 Bandiera degli Stati Uniti New York Open, New York Cemento (i) Bandiera del Sudafrica Kevin Anderson 6–4, 3–6, 6(1)–7
9. 29 giugno 2019 Bandiera del Regno Unito Nature Valley International, Eastbourne Erba Bandiera degli Stati Uniti Taylor Fritz 4–6, 3–6
10. 26 giugno 2021 Bandiera della Spagna Mallorca Championships, Calvià Erba Bandiera della Russia Daniil Medvedev 4–6, 2–6

Doppio[modifica | modifica wikitesto]

Vittorie (5)[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
Grande Slam (0)
ATP Finals (0)
ATP Masters 1000 (1)
ATP Tour 500 (1)
ATP Tour 250 (3)
N. Data Torneo Superficie Compagno Avversari in finale Punteggio
1. 14 febbraio 2010 Bandiera degli Stati Uniti SAP Open, San José Cemento (i) Bandiera degli Stati Uniti Mardy Fish Bandiera della Germania Benjamin Becker
Bandiera dell'Argentina Leonardo Mayer
7–6(3), 7–5
2. 21 febbraio 2010 Bandiera degli Stati Uniti RMK Championships, Memphis Cemento (i) Bandiera degli Stati Uniti John Isner Bandiera del Regno Unito Ross Hutchins
Bandiera dell'Australia Jordan Kerr
6–4, 6–4
3. 15 maggio 2011 Bandiera dell'Italia Internazionali d'Italia, Roma Terra rossa Bandiera degli Stati Uniti John Isner Bandiera degli Stati Uniti Mardy Fish
Bandiera degli Stati Uniti Andy Roddick
w/o
4. 15 aprile 2012 Bandiera degli Stati Uniti U.S. Men's Clay Court Championships, Houston Cemento Bandiera degli Stati Uniti James Blake Bandiera delle Filippine Treat Huey
Bandiera del Regno Unito Dominic Inglot
7–6(14), 6–4
5. 21 maggio 2016 Bandiera della Svizzera Geneva Open, Ginevra Terra rossa Bandiera degli Stati Uniti Steve Johnson Bandiera del Sudafrica Raven Klaasen
Bandiera degli Stati Uniti Rajeev Ram
6–4, 6–1

Finali perse (8)[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
Grande Slam (0)
ATP Finals (0)
ATP Masters 1000 (2)
ATP Tour 500 (2)
ATP Tour 250 (4)
N. Data Torneo Superficie Compagno Avversari in finale Punteggio
1. 2 maggio 2010 Bandiera dell'Italia Internazionali d'Italia, Roma Terra rossa Bandiera degli Stati Uniti John Isner Bandiera degli Stati Uniti Bob Bryan
Bandiera degli Stati Uniti Mike Bryan
2–6, 3–6
2. 9 aprile 2011 Bandiera degli Stati Uniti U.S. Men's Clay Court Championships, Houston Terra rossa Bandiera degli Stati Uniti John Isner Bandiera degli Stati Uniti Bob Bryan
Bandiera degli Stati Uniti Mike Bryan
7–6(4), 2–6, [5–10]
3. 18 marzo 2012 Bandiera degli Stati Uniti BNP Paribas Open, Indian Wells Cemento Bandiera degli Stati Uniti John Isner Bandiera della Spagna Marc López
Bandiera della Spagna Rafael Nadal
2–6, 6(3)–7
4. 5 agosto 2012 Bandiera degli Stati Uniti Citi Open, Washington Cemento Bandiera del Sudafrica Kevin Anderson Bandiera delle Filippine Treat Huey
Bandiera del Regno Unito Dominic Inglot
6(7)–7, 7–6(9), [5–10]
5. 27 luglio 2014 Bandiera degli Stati Uniti Atlanta Open, Atlanta Cemento Bandiera degli Stati Uniti Steve Johnson Bandiera del Canada Vasek Pospisil
Bandiera degli Stati Uniti Jack Sock
3–6, 7–5, [5–10]
6. 14 febbraio 2016 Bandiera degli Stati Uniti Memphis Open, Memphis Cemento (i) Bandiera degli Stati Uniti Steve Johnson Bandiera della Polonia Mariusz Fyrstenberg
Bandiera del Messico Santiago González
4–6, 4–6
7. 8 gennaio 2017 Bandiera dell'Australia Brisbane International, Brisbane Cemento Bandiera del Lussemburgo Gilles Müller Bandiera dell'Australia Thanasi Kokkinakis
Bandiera dell'Australia Jordan Thompson
6(7)–7, 4–6
8. 29 ottobre 2017 Bandiera dell'Austria Erste Bank Open, Vienna Cemento (i) Bandiera del Brasile Marcelo Demoliner Bandiera dell'India Rohan Bopanna
Bandiera dell'Uruguay Pablo Cuevas
6(7)–7, 7–6(4), [9–11]

Risultati in progressione[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
 V   F  SF QF #T RR Q#  A  ND

(V) Torneo vinto; raggiunto (F) finale, (SF) semifinale, (QF) quarti di finale, (#T) turni 4, 3, 2, 1; (RR) round - robin; (Q#) Turno di qualificazione; (A) assente dal torneo; (ND) torneo non disputato.

Singolare[modifica | modifica wikitesto]

Torneo 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Carriera V-P
Tornei Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open, Melbourne A A 3T 3T 1T 1T 1T 2T 3T 3T 1T 1T 3T 2T 1T 3T 1T 14–15
Bandiera della Francia Roland Garros, Parigi A A 1T 1T 1T 1T 2T 1T 3T 2T 1T 1T 1T 2T A 1T 1T 5–14
Bandiera del Regno Unito Wimbledon, Londra A A 1T 1T 3T 4T A 3T 1T 2T 2T QF SF 3T QF ND 2T 24–13
Bandiera degli Stati Uniti US Open, New York Q1 2T 1T 4T 3T 4T A 3T 2T 3T 1T 1T QF 1T 1T 1T 1T 18–15
Vittorie–Sconfitte 0–0 1–1 2–4 5–4 3–4 6–4 1–2 5–4 5–4 6–4 1–4 4–4 11–4 4–4 4–3 2–3 1–4 61–57
Giochi Olimpici
Giochi Olimpici Non disputati 1T Non disputati A Non disputati A Non disputati A 0–1
Vittorie–Sconfitte Non disputati 0–1 Non disputati 0–0 Non disputati 0–0 Non disputati 0–0 0–1
Statistiche Carriera
Finali ATP World Tour 0 0 0 1 5 5 0 1 0 0 2 1 2 1 0 0 0 18
Tornei vinti 0 0 0 1 1 4 0 1 0 0 0 1 2 0 0 0 0 10
Vittorie–Sconfitte Totali 0–0 6–11 19–22 28–26 41–23 39–24 12–15 37–25 27–22 28–21 20–24 28–23 36–21 24–22 24–17 3–6 2–3 374–307
Ranking di fine anno 615 130 63 39 25 18 93 22 46 35 59 31 13 51 44 53 52 N/A

Doppio[modifica | modifica wikitesto]

Torneo 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Carriera V–P
Tornei Grande Slam
Bandiera dell'Australia Australian Open, Melbourne A A A 1T 1T 3T A A A 1T 1T 2T 3T 2T SF 3T 1T 12–11
Bandiera della Francia Open di Francia, Parigi A A 2T 3T 1T A 1T A A 1T 2T A 2T 1T A 1T 4–9
Bandiera del Regno Unito Wimbledon, Londra A A A 1T 2T A A 1T A A 2T 1T 1T A A ND 2–6
Bandiera degli Stati Uniti US Open, New York 1T 1T QF 1T 1T A A 1T 1T 1T SF 1T A A 1T A 8–11
Vittorie–Sconfitte 0–1 0–1 3–2 2–4 2–4 2–1 0–1 0–2 0–1 0–3 6–4 1–3 3–3 1–2 4–2 2–2 0–1 26–37
Giochi Olimpici
Giochi Olimpici Non disputati 1T Non disputati A Non disputati A Non disputati A 0–1
Vittorie–Sconfitte Non disputati 0–1 Non disputati 0–0 Non disputati 0–0 Non disputati 0–0 0–1

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gabriele Congedo, Sam Querrey: “Attenzione ai tavolini di vetro!”, Gazzetta dello Sport, 18 febbraio 2018. URL consultato il 17 gennaio 2019.
  2. ^ Calogero Campione, Sam Querrey vede la luce, tennis.it. URL consultato il 19 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2019).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]