Salvatore Stornello

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Salvatore Stornello

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato18 aprile 1992 –
14 aprile 1994
LegislaturaXI
Gruppo
parlamentare
Federalista Europeo, PSI
CollegioCatania-Ragusa
Sito istituzionale

Deputato della Regione Sicilia
LegislaturaVIII, IX e X Legislatura

Sindaco di Ispica
Durata mandato19 Dicembre 1964 –
18 Aprile 1967
PredecessoreFrancesco Marina
SuccessoreNello Tringali

Durata mandato23 Luglio 1968 –
23 Gennaio 1982
PredecessoreNello Tringali
SuccessoreTommaso Oddo

Durata mandato4 Settembre 1983 –
21 Ottobre 1984
PredecessoreTommaso Oddo
SuccessoreGiuseppe Monaco

Vicepresidente della Regione Sicilia
Durata mandato19 ottobre 1983 –
21 Marzo 1984

Dati generali
Partito politicoPartito Socialista Italiano
ProfessioneImpiegato

Salvatore Stornello (Ispica, 17 gennaio 192415 agosto 1997) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Consegue il diploma di Geometra presso Istituto d'Istruzione Superiore Giovanni Verga di Modica e successivamente lavora come impiegato del consorzio delle Paludi del comune di Ispica. Sin da giovanissimo interessato alla politica, decide di iscriversi nel Partito Socialista Italiano locale, diventandone punto di riferimento.

Alle elezioni amministrative del 1960, il consiglio comunale, risultando frammentato, non riesce ad esprimere un sindaco tra gli eletti. Stornello viene quindi nominato commissario straordinario dall'Assessore Regionale socialista Filippo Lentini, esercitando tale funzione dall'8 Agosto al 22 Dicembre 1961[1].

Attività Politica[modifica | modifica wikitesto]

Sindaco di Ispica[modifica | modifica wikitesto]

Diviene Sindaco di Ispica per la prima volta dal 1964 al 1967 con una maggioranza di sinistra composta dal PSI, dal PCI e dal PSDI.

Il 18 aprile 1967 viene però rinviato a giudizio e sospeso dalla funzione di sindaco a seguito di denuncia per calunnia presentata dal consigliere comunale prof. Zuccaro. Viene sostituito dal dott. Nello Tringali fino al 22 luglio 1968, data in cui Zuccaro ritira la denuncia facendo cadere l'accusa. Rimane alla guida del comune dal 1968 al 1982 per 5 mandati consecutivi anche grazie ai risultati elettorali del PSI alle amministrative del 1970 e del 1975. Nel 1982 si dimette per motivi personali e viene sostituito dal consigliere Tommaso Oddo fino al 3 luglio 1983, data in cui ritorna ad assumere la carica di Sindaco fino al 21 ottobre 1984[2].

Deputato, assessore e vicepresidente della Regione Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni regionali del 20 giugno 1976, viene eletto Deputato della Regione Sicilia per il PSI per la prima volta riportando 9.142 voti di preferenza (VIII Legislatura). Viene riconfermato per altre due legislature riportando 13.557 voti di preferenza su 22.762 di lista (59,56%) alle elezioni regionali del 21 giugno 1981 (IX legislatura) e 13.778 voti di preferenza su 27.284 di lista (50,50%) alle elezioni regionali del 22 giugno 1986 (X Legislatura).

Viene nominato Assessore Regionale per la Cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca durante il Governo D'acquisto (36º), Assessore Regionale per il territorio e l'ambiente durante il Governo Lo Giudice (37º), Assessore Regionale per il territorio e l'ambiente e Vice-Presidente di Regione Siciliana durante il Governo Nicita (38º)[3].

Deputato nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Viene eletto Deputato Nazionale nella XI legislatura aderendo al gruppo del Partito Socialista Italiano dal 30 aprile 1992 al 14 giugno 1993, passando nel maggio 1993 al gruppo Federalista Europeo[4].

Durante questo mandato è stato membro:

  • dal 10 giugno 1992 al 19 novembre 1993 della V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione)
  • dal 15 settembre 1992 al 17 maggio 1993 della Commissione parlamentare per il parere al governo sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belice;
  • dal 19 novembre 1993 al 14 aprile 1994 della II Commissione (Giustizia).

È stato firmatario di 37 progetti di legge e di 22 atti di indirizzo e controllo (per tre di essi è stato primo firmatario).

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Nella notte del 6 gennaio 1984, durante il suo mandato come vicepresidente della regione Sicilia, viene arrestato nella sua abitazione di Ispica a seguito di accusa di corruzione[5] per un appalto pubblico concesso al clan Pazienza-Giardili[6]. Trascorre in carcere gli 8 giorni successivi, subendo poi un processo lungo 3 anni che si concluderà con l'assoluzione[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ispica Francobollo d'Italia, su calameo.com. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  2. ^ Ispica Francobollo d'Italia, su calameo.com. URL consultato il 12 dicembre 2020.
  3. ^ Governi precedenti | ARS, su www.ars.sicilia.it. URL consultato il 12 dicembre 2020.
  4. ^ Salvatore Stornello / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico, su storia.camera.it. URL consultato il 12 dicembre 2020.
  5. ^ PER PAZIENZA, ALTRE INDAGINI SU PICCOLI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  6. ^ Prima pagina dell'Unità, Arresto del Vicepresidente Stornello (PDF), su dellarepubblica.it.s3.amazonaws.com.
  7. ^ NICITA E SARDO, GLI ULTIMI ANDREOTTIANI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 13 dicembre 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]