Sacco (comune)

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Sacco
comune
Sacco – Stemma
Sacco – Veduta
Sacco – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoFranco Latempa (lista civica) dall'11-6-2017
Territorio
Coordinate40°22′44″N 15°22′42″E / 40.378889°N 15.378333°E40.378889; 15.378333 (Sacco)
Altitudine600 m s.l.m.
Superficie23,66 km²
Abitanti441[3] (31-3-2022)
Densità18,64 ab./km²
Comuni confinantiCorleto Monforte, Laurino, Piaggine, Roscigno, Teggiano
Altre informazioni
Cod. postale84070
Prefisso0974
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065113
Cod. catastaleH654
TargaSA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[4]
Cl. climaticazona D, 1 971 GG[5]
Nome abitantisacchesi[1], saccatari[2]
Patronosan Silvestro
Giorno festivo31 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sacco
Sacco
Sacco – Mappa
Sacco – Mappa
Posizione del comune di Sacco all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Sacco è un comune italiano di 441 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Sacco fa parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Nel suo territorio c'è la sorgente del torrente Sammaro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi insediamenti umani nel territorio del comune di Sacco si fanno risalire ad un'epoca molto antica. Infatti, nei pressi delle sorgenti del fiume Sammaro, è presente una grotta detta di Jacopo o Jacovo dove sono stati rinvenuti dei reperti attribuiti ad una comunità di pastori che si insediò nella zona nel corso dell'età del bronzo.

Inoltre, nei pressi del sito archeologico denominato Sacco Vecchio, posto su una rupe dal difficile accesso che si erge a strapiombo sulla valle in cui scorre il fiume Sammaro, sono state rinvenute numerose basi in muratura a secco che nel periodo pre-cristiano, a partire dall'anno 1000 a.C., dovevano costituire le fondamenta di un piccolo nucleo abitativo. Secondo alcuni storici locali le origini del sito debbono probabilmente ricercarsi nel trasferimento sulla rupe di alcuni abitanti autoctoni che, in seguito al passaggio di genti greche provenienti dalle coste ionica e tirrenica, si spostarono lì, alla ricerca di un luogo più sicuro e riparato, abbandonando gli originari insediamenti posti più a valle nei pressi del fiume Sammaro.[6]

A partire dal VI secolo d.c. in zona si insediarono i Longobardi e dei monaci basiliani che determinarono un importante sviluppo del sito di Sacco Vecchio. Infatti furono edificate una fortezza, una cinta muraria, nuove unità abitative nonché una chiesa ad aula unica che, secondo la tradizione era intitolata a San Nicola, santo il cui culto era molto diffuso tra i monaci basiliani. Tale edificio di culto, sempre secondo la tradizione locale, era denominato Zatalampe, termine greco-bizantino che vuol dire "cerco la luce". I ruderi delle costruzioni del periodo longobardo sono ancora ben visibili sul luogo.

In un periodo imprecisato tra il IX e XI secolo d.C., forse a causa di una pestilenza o di eventi belligeranti, il sito di Sacco Vecchio fu abbandonato dai suoi abitanti che si trasferirono più a valle ai piedi del monte Motola dove crearono un nuovo centro abitato e dove costruirono una nuova chiesa dedicandola a San Silvestro. Secondo uno storico locale la nuova chiesa venne ultimata nel 1056, nel periodo immediatamente successivo allo scisma tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente (1054) e questo giustificherebbe il cambiamento del patrono greco San Nicola in un patrono latino e cioè San Silvestro.[7]

Durante la dominazione sveva del XIII secolo, a Sacco Vecchio fu probabilmente presente un presidio di soldati, come si può ipotizzare per il ritrovamento di alcune monete risalenti a quel periodo.

A partire dalla metà del XIII secolo è documentato che Sacco fu un feudo baronale, la cui titolarità fu spesso oggetto di trasferimento tra diverse famiglie nobiliari.

Nell'estate del 1656 Sacco fu colpito gravemente dall'epidemia di peste che determinò la morte di oltre il 60% della popolazione. Secondo la devozione religiosa locale l'epidemia cessò improvvisamente il 2 agosto 1656, giorno in cui ricorreva la festività della Madonna degli Angeli. La tradizione vuole che sulla mano dell'immagine di Nostra Signora degli Angeli, conservata nel palazzo eretto dai Longobardi, comparve il lividore del bubbone maligno e che questo evento segnò la fine dell'epidemia.

Nel 1756 venne ultimata una completa ristrutturazione della chiesa di San Silvestro.

Nel 1811 il feudo venne sciolto dalla legge sulla eversione dei beni feudali.

Dal 1811 al 1860 Sacco ha fatto parte del circondario di Laurino, appartenente al distretto di Vallo del regno delle Due Sicilie.

Dal 1860 al 1927, durante il regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Laurino, appartenente al circondario di Vallo della Lucania.

A partire dalla seconda metà del '900 il comune di Sacco ha fortemente risentito del fenomeno migratorio a causa della scarsa praticità delle vie di comunicazione che collegano il paese e pertanto la popolazione è considerevolmente diminuita.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il termine Sacco pare derivare dal latino saccus oppure dal greco sàccos e significherebbe propriamente sacco con una chiara allusione ad un luogo chiuso, senza uscita, come in realtà è il territorio che costituisce il comune.

Secondo una leggenda, documentata già nel '700, il castello sito in Sacco Vecchio fu edificato intorno all'anno 600 d.C., per volontà del duca Zottone di Benevento, per fronteggiare i bizantini arroccati oltre la vicina cordigliera del monte Cervati. In seguito il Duca Zottone, in ragione di un presunto adulterio, avrebbe fatto rinchiudere nel castello la propria moglie Saccia. In seguito, dopo la distruzione di Castel Vecchio (ovvero Sacco Vecchio), nell'VIII secolo, gli abitanti superstiti edificarono un nuovo borgo più a valle che vollero chiamare Saccia in memoria della nobildonna rinchiusa nella vecchia fortezza.[8]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Sorgenti del fiume "Sammaro"
  • Sacco Vecchia

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana appartenenti principalmente alla Chiesa cattolica[10]; il comune appartiene alla diocesi di Vallo della Lucania, comprendente una parrocchia:

  • San Silvestro Papa

L'altra confessione cristiana presente è quella Evangelica con una comunità[11]:

  • Chiesa pentecostale ADI

Manifestazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 2 agosto: Festa della Madonna degli Angeli, durante la quale si commemora la fine della tragica peste del 1656 che uccise quasi il 60% della popolazione sacchese.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

  • Strada Provinciale 11/d Laurino(Innesto SP 69)-Piaggine-Bivio Sacco-Sella del Corticato-S.Marco.
  • Strada Provinciale 342 Innesto ex SS 166-Roscigno-Sacco-Innesto SP 11.

Ponti[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaci[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
21 novembre 1993 26 maggio 2002 Giovanni Greco centro-sinistra Sindaco
27 maggio 2002 27 maggio 2007 Antonio Resciniti lista civica Sindaco
28 maggio 2007 6 maggio 2012 Antonio Macchiarulo lista civica Sindaco
7 maggio 2012 11 giugno 2017 Claudio Saggese lista civica Uniti per Sacco Sindaco
11 giugno 2017 in carica Franco Latempa lista civica Radici e Futuro Sindaco

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune fa parte della Comunità montana Calore Salernitano e dell'Unione dei comuni Alto Calore.

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino interregionale del fiume Sele.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fonte: Enciclopedia Treccani, volume X (Q-SCH), p. 670.
  2. ^ Locuzione dialettale locale.
  3. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Maria Felicia Troccoli - Saccho Vecchio. Antichissimo insediamento precristiano, Salerno 2004.
  7. ^ Carmine Troccoli - La Baronia di Saccho. Chiesa e società (1510 –1881), Salerno 2000.
  8. ^ La leggenda è riportata dall'abate Francesco Sacco, autore nel 1796 del Dizionario Istorico Geografico del regno di Napoli, tomo III, p. 229.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Diocesi di Vallo della Lucania - HOME
  11. ^ ADI - Chiese Cristiane Evangeliche - Assemblee di Dio in Italia Archiviato il 10 novembre 2013 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. Ebner - Chiesa Baroni e Popolo nel Cilento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1982.
  • “Sacco Vecchio” di Felicia Troccoli del 2003. Edizioni Monte Sacro.
  • “Sacco” di Antonio Donato Macchiarulo del 1995. Edizioni Grafespress.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN158523563 · BNF (FRcb14404830h (data) · WorldCat Identities (ENviaf-158523563
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