Rossane

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Rossane
Pietro Rotari, Il matrimonio di Rossane e Alessandro Magno, 1756
Regina consorte dell'Impero persiano
Regina consorte del Regno di Macedonia
In carica327 a.C. –
10 giugno 323 a.C.
PredecessoreOlimpiade d'Epiro (come Regina di Macedonia)
SuccessoreEuridice II di Macedonia
NascitaBattriana o Sogdiana
MorteAnfipoli, 310 a.C.
Luogo di sepolturaAnfipoli (presunto)
Casa realeArgeadi (per matrimonio)
PadreOssiarte
Consorte diAlessandro Magno
FigliFiglio nato morto
Alessandro IV di Macedonia
ReligioneZoroastrismo

Rossane (chiamata anche Rossana, Roxane, Roxana, Roxanne, Roxanna, Rukhsana, Roxandra; in greco antico: Ῥωξάνη?, Rōxànē, in antico iraniano: Raṷxšnā, "splendente, brillante"; Battriana o Sogdiana, ... – Anfipoli, 310 a.C.) è stata una principessa persiana, figlia di Ossiarte, satrapo di Battriana, e sposa nel 327 a.C. di Alessandro Magno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le nozze di Rossane e Alessandro Magno, incisione di André Castaigne, 1899

Rossane nacque non oltre il 340 a.C. nella provincia persiana di Battriana[1][2][3][4] o di Sogdiana[5][6][7][8]. Suo padre era Ossiarte, un nobile minore che servì come satrapo di Battriana e Sogdiana. È invece ignoto chi fosse sua madre[2].

Suo padre fu fra coloro che tradirono e assassinarono Dario III, ultimo sovrano persiano, quando questi, ormai sconfitto, cercò di fuggire abbandonando l'impero persiano nelle mani di Alessandro Magno. Ossiarte fu invece fra coloro che resistettero fino all'ultimo ad Alessandro, anche dopo che Besso, il principale cospiratore, fu da lui catturato e giustiziato. Quando Alessandro si lanciò alla caccia degli ultimi ribelli, Ossiarte e i suoi ultimi alleati, fra cui Spitamene, si rifugiarono nella Rocca Sogdiana, giudicata imprendibile[2].

Tuttavia, Alessandro riuscì eccezionalmente a prendere d'assalto la fortezza e gli assediati furono costretti ad arrendersi[2]. Dopo aver concesso loro il perdono, Alessandro prese parte a un banchetto organizzato in suo onore[9], dove gli venne presentata Rossane, la figlia adolescente di Ossiarte, di cui, secondo le fonti antiche, Alessandro si innamorò a prima vista[2][10]. Un'altra versione vuole che Alessandro avesse catturato Rossane prima della resa del padre, che decide di arrendersi proprio dopo aver saputo del rapporto nascente fra la figlia e il nuovo sovrano[11]. Le nozze si tennero nel 327 a.C., forse nella fortezza di Chorienes Sisimithres[11], secondo la maggior parte delle fonti con rito persiano piuttosto che macedone, e Alessandro annunciò di aver deciso di fare di Rossane non semplicemente la sua consorte, ma la sua regina e madre del suo erede[12]. A testimonianza di ciò, sono state ritrovate ad Atene delle dediche di Rossane, intitolata regina di Macedonia e Persia, alla dea Atena[13].

I generali di Alessandro osteggiarono sia il matrimonio che la scelta di fare di Rossane la regina. Infatti, anche se il matrimonio aveva dei vantaggi politici, garantendo la lealtà dei satrapi delle regioni locali, non approvavano la scelta come loro regina di una ragazza persiana che non proveniva neppure dalla nobiltà maggiore, e tentarono invano di convincere Alessandro a tenerla eventualmente come semplice consorte, scegliendo invece come regina una nobile macedone o almeno greca[12][14][15].

Rossane, eccezionalmente, seguì Alessandro nelle sue successive campagne, compresa quella in India. Fu in quella regione, vicino al fiume Acesines, che nel novembre 326 a.C. partorì il loro primo figlio, che nacque morto o morì durante o poco dopo la nascita[2][16].

Quando Alessandro rientro a Susa nel 324 a.C., promosse uno dei fratelli di Rossane nella sua cavalleria d'élite[2].

Il 10 giugno 323 a.C., quando Rossane era nuovamente incinta di circa sei mesi, Alessandro morì improvvisamente, e immediatamente la questione del successore creò divisioni fra i suoi generali. Rossane e suo figlio non nato trovarono un alleato in Perdicca, che si batté per rimandare la questione del successore a dopo il parto, per vedere se il nascituro fosse maschio, proposta in cui fu sostenuto da Tolomeo[17]. Nel frattempo, aiutò Rossane ad avvelenare la consorte secondaria di Alessandro, Statira II, e quella del defunto generale Efestione, Dripetis, figlie di Dario III, nel timore che anche Statira potesse essere incinta e che l'eventuale nascituro scavalcasse il suo in virtù del rango della madre, principessa persiana per nascita[12][17][18]. Probabilmente eliminò anche, per gli stessi motivi, la terza consorte di Alessandro, Parisatide II, figlia di Artaserse III[12][17][18][19][20].

Tuttavia, l'esercito greco-macedone era contrario all'idea di un re per metà persiano, temendo un ulteriore persianizzazione dei loro costumi, e insistettero per nominare re il fratellastro di Alessandro, Arrideo, che secondo le fonti era mentalmente disabile, col compromesso che se fosse nato un maschio, sarebbe stato co-sovrano fino alla maggiore età, quando avrebbe preso il potere da solo[17]. Nel 317 a.C., però, la moglie di Arrideo, Euridice II, fece in modo di privare del diritto di successione il figlio di Rossane, che si era rivelato un maschio, chiamato Alessandro IV di Macedonia[2]. Rossane, che fino ad allora aveva vissuto a Babilonia, fuggì allora con suo figlio in Macedonia o in Epiro, dove furono accolti da Olimpiade, madre di Alessandro, e da Cleopatra, sorella dello stesso[21].

Olimpiade fu assassinata nel 316 a.C. da Cassandro, reggente di Macedonia, che catturò anche Rossane e Alessandro IV, rinchiudendoli nella fortezza di Anfipoli[22], prigionia deprecata dal generale Antigono, che nel 311 a.C. fu promotore di un trattato di pace in cui si riaffermava il diritto di Alessandro IV al trono del padre, ma che sarebbe rimasto sotto la tutela di Cassandro fino alla maggiore età o prima, se fosse stato giudicato capace di governare da solo prima di allora, e a quel punto l'esercito chiese la liberazione dei due[23][24]. Poco dopo però, iniziò anche a chiedere che Alessandro IV acquisisse la piena regalità e a sostenere che Cassandro non fosse più necessario come reggente. Per tutta risposta, nel 310 a.C., Cassandro ordinò a Glauco di Macedonia di avvelenare madre e figlio, nascondendo la cosa per mesi, fino all'estate inoltrata[24][25]. Precedentemente, aveva fatto avvelenare anche Eracle, figlio illegittimo di Alessandro Magno avuto da Barsine, portando quindi all'estinzione la dinastia argeade[22].

In seguito, l'impero di Alessandro fu smantellato fra i suoi generali sopravvissuti, dando vita ai regni ellenici, i quali, nel corso dei successivi tre secoli, furono a uno a uno conquistati dal nascente Impero romano[26].

Nel mese di ottobre 2012 gli archeologi della 28ª Soprintendenza alle Antichità hanno scoperto una tomba nella città di Amfipoli, vicino a Serres, nel nord della Grecia, che potrebbe appartenere a Rossane e Alessandro IV. La tomba, di forma circolare, misura 3 metri di altezza e ha una circonferenza di circa 500 metri[27].

Cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Roxana | Macedonian Queen, Persian Princess, Conqueror’s Bride | Britannica, su britannica.com. URL consultato il 30 luglio 2023.
  2. ^ a b c d e f g h Badian 2015.
  3. ^ Ossiarte, su iranicaonline.org.
  4. ^ Hugh G. Rawlinson, Bactria, the History of a Forgotten Empire, 1912.
  5. ^ Ahmed SZ., Chaghatai: the Fabulous Cities and People of the Silk Road, Infinity Publishing, 2004, p. 61.
  6. ^ Edward Strachan e Roy Bolton, Russia and Europe in the Nineteenth Century, Sphynx Fine Art, 2008, p. 87, ISBN 978-1-907200-02-1.
  7. ^ Carlos Ramirez-Faria, Concise Encyclopedia of World History, Atlantic Publishers & Distributors, 2007, p. 450, ISBN 978-81-269-0775-5.
  8. ^ "Hellenes and Romans in Ancient China (240 BC – 1398 AD)" (PDF), su sinoptic.ch.
  9. ^ Le fonti divergono se il banchetto fosse organizzato nella stessa Rocca o nella fortezza di Sisimithres, del satrapo Chorienes.
  10. ^ Horn 2012; p.40
  11. ^ a b A. B. Bosworth, A Missing Year in the History of Alexander the Great, in The Journal of Hellenic Studies, vol. 101, 1981, pp. 17–39, DOI:10.2307/629841. URL consultato il 30 luglio 2023.
  12. ^ a b c d Elizabeth Donnelly Carney, Alexander and Persian Women, in The American Journal of Philology, vol. 117, n. 4, 1996, pp. 563–583. URL consultato il 30 luglio 2023.
  13. ^ a b c Richard Förster, Die Hochzeit des Alexander und der Roxane in der Renaissance, in Jahrbuch der Königlich Preussischen Kunstsammlungen, vol. 15, n. 3, 1894, pp. 182–207. URL consultato il 30 luglio 2023.
  14. ^ Henry M. de Mauriac, Alexander the Great and the Politics of "Homonoia", in Journal of the History of Ideas, vol. 10, n. 1, 1949, pp. 104–114, DOI:10.2307/2707202. URL consultato il 30 luglio 2023.
  15. ^ (EN) Andrew Young, The Lost Book of Alexander the Great, Westholme Publishing, 2014, pp. 144-145, ISBN 978-1-59416-197-1. URL consultato il 30 luglio 2023.
  16. ^ Metz Epitome 70
  17. ^ a b c d (EN) Edward M. Anson, Alexander's Heirs: The Age of the Successors, John Wiley & Sons, 14 luglio 2014, pp. 14-21, ISBN 978-1-4443-3962-8. URL consultato il 30 luglio 2023.
  18. ^ a b Plutarco, Vite Parallele, Alessandro Magno, 77.4
  19. ^ Elizabeth Donnelly Carney, Women and monarchy in Macedonia, Paperback published, University of Oklahoma Press, 2021, p. 110, ISBN 978-0-8061-3212-9.
  20. ^ Secondo alcuni storici, Plutarco confuse Dripetis con Parisatide. Sarebbe quindi quest'ultima, anche lei consorte di Alessandro, la seconda vittima di Rossane, mentre Dripetis, moglie di un generale defunto, non avrebbe rappresentato un pericolo per Rossane.
  21. ^ Anson 2014; p.106
  22. ^ a b Anson 2014; p.116
  23. ^ R. H. Simpson, The Historical Circumstances of the Peace of 311, in The Journal of Hellenic Studies, vol. 74, 1954, pp. 25–31, DOI:10.2307/627551. URL consultato il 30 luglio 2023.
  24. ^ a b (EN) Connop Thirlwall, A History of Greece, Longmans, 1840, pp. 318-319. URL consultato il 30 luglio 2023.
  25. ^ Anson 2014; p.149
  26. ^ Anson 2014.
  27. ^ Scoperte le tombe della moglie e del figlio di Alessandro Magno?, su greece.greekreporter.com.
  28. ^ (EN) (317) Roxane, Springer Berlin Heidelberg, 2007, pp. 42–42, DOI:10.1007/978-3-540-29925-7_318, ISBN 978-3-540-00238-3. URL consultato il 30 luglio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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