Romeo Panciroli

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Romeo Panciroli, M.C.C.I.
arcivescovo della Chiesa cattolica
Monsignor Romeo Panciroli
Adveniat Regnum tuum
 
Incarichi ricoperti
 
Nato21 novembre 1923 a Codemondo
Ordinato presbitero11 giugno 1949 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, O.S.B.
Nominato arcivescovo6 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato arcivescovo16 dicembre 1984 dal cardinale Bernardin Gantin
Deceduto16 marzo 2006 (82 anni) a Roma
 

Romeo Panciroli (Codemondo, 21 novembre 1923Roma, 16 marzo 2006) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Codemondo, frazione di Reggio Emilia, città capoluogo di provincia e sede vescovile, il 21 novembre 1923. Primo di nove figli (otto fratelli e una sorella), si trasferisce con la famiglia a San Polo d'Enza.

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Ancora giovanissimo, entra nella scuola apostolica a Padova, dove vive i suoi primi anni di formazione che prosegue poi a Brescia[1].

Il 7 ottobre 1941 è ammesso al noviziato di Firenze, dove ha come formatore padre Stefano Patroni. Il 7 ottobre 1943 emette i primi voti e per due anni continua gli studi a Verona, allora sede dello scolasticato filosofico. A Venegono Superiore continua gli studi in teologia ed il 24 settembre 1948 emette la professione solenne.

L'11 giugno 1949 è ordinato presbitero, nella cattedrale di Milano, dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster per la congregazione religiosa dei Missionari comboniani del Cuore di Gesù.

A Verona inizia a collaborare con la rivista missionaria dei comboniani Nigrizia e su richiesta di mons. Sergio Pignedoli, suo conterraneo e futuro cardinale, è inviato a Roma come segretario della presidenza centrale del comitato centrale per l'Anno Santo del 1950. Rientrato a Verona, si dedica all'insegnamento di etica e filosofia per tornare di nuovo nella capitale per collaborare con la Messis Film, produttrice di alcune decine di documentari e filmati. Dal 1959 al 1964 svolge la propria attività a Lagos, presso la delegazione apostolica in Nigeria.

Rientrato a Roma nel 1964, diventa officiale della Pontificia commissione delle comunicazioni sociali, di cui diviene, il 9 gennaio 1970, sottosegretario. Il 25 settembre 1973 è nominato segretario della medesima commissione.

Il 3 giugno 1976 papa Paolo VI lo nomina direttore ad interim della Sala stampa della Santa Sede, mentre il 5 settembre 1977 direttore.

In quegli anni, a servizio di tre pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, avvia e dà impulso al settore dell'assistenza agli audiovisivi in Vaticano e delle trasmissioni televisive delle principali cerimonie pontificie in mondovisione. Fa parte del seguito papale di Giovanni Paolo II in 24 viaggi, in 54 nazioni di diversi continenti, svolgendo compiti di carattere organizzativo e di collegamento per i servizi d'informazione[2]. Si occupa anche della realizzazione della collezione di arte moderna in Vaticano.

Il 29 settembre 1978, mons. Romeo Panciroli, in qualità di direttore della Sala stampa della Santa Sede, annuncia al mondo intero la morte di papa Giovanni Paolo I, con il seguente comunicato:

«Questa mattina, 29 settembre 1978, verso le ore 5.30, il segretario privato del Papa, non avendo trovato il Santo Padre nella cappella del suo appartamento privato, lo ha cercato nella sua camera e lo ha trovato morto nel letto, con la luce accesa, come se fosse intento a leggere; sul comodino una copia dell'Imitazione di Cristo. Il medico, dottor Renato Buzzonetti, accorso immediatamente, ne ha constatato il decesso, avvenuto presumibilmente verso le 11 di ieri sera, per infarto acuto del miocardio..»

Il comunicato fu messo in discussione dai media dell'epoca, perché ritenuto non veritiero[4].

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 novembre 1984 papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo titolare di Noba e pro-nunzio apostolico in Liberia e in Gambia nonché delegato apostolico per la Sierra Leone e la Guinea[5]. Il 16 dicembre successivo riceve l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Reggio Emilia, dal cardinale Bernardin Gantin, co-consacranti l'arcivescovo Duraisamy Simon Lourdusamy (poi cardinale) ed il vescovo Gilberto Baroni. Il 1º agosto 1987 diventa pro-nunzio apostolico in Guinea. Secondo il cardinale Angelo Sodano in Africa «ebbe modo di segnalarsi per uno spiccato spirito missionario e per le delicate premure verso quelle care popolazioni»[6].

Il 18 marzo 1992 lo stesso papa lo nomina dapprima pro-nunzio, poi, il 1º febbraio 1994, nunzio apostolico in Iran.

Nell'aprile 1999 rientra a Roma dove continua il suo servizio, in vari incarichi a disposizione della Segreteria di Stato della Santa Sede.

Il 16 marzo 2006 muore a Roma; dopo le esequie, celebrate dal cardinale Angelo Sodano nella basilica di San Pietro in Vaticano e dal vescovo Adriano Caprioli nella basilica della Madonna della Ghiara a Reggio nell'Emilia, viene sepolto a San Polo d'Enza.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine del Cristo (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Romeo Panciroli, La roccia che disseta il deserto, Reggio Emilia, Ed. Frate Francesco, 1983.
  • Romeo Panciroli (a cura di), Paolo VI pellegrino apostolico, Roma, Edizioni Studium, 2001.
  • Romeo Panciroli, The Audience suite papal apartments, Libreria Editrice Vaticana, 2004.
  • Romeo Panciroli, Una coppia esemplare. Sergio e Domenica Bernardini, Paoline Editoriale Libri, 2006.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Biografia di Mons. Romeo Panciroli, su comboni.org. URL consultato il 18 dicembre 2019.
  2. ^ Omaggio a monsignor Romeo Panciroli, su laliberta.info, La Libertà, Settimanale Cattolico Reggiano, 4 giugno 2017. URL consultato il 18 dicembre 2019.
  3. ^ Claudio Rendina, Giovanni Paolo I La morte del Papa del sorriso, in Repubblica, 29 settembre 2013. URL consultato il 18 dicembre 2019.
  4. ^ Claudio Rendina, La Morte del Papa, Cap. 16, in 101 misteri e segreti del Vaticano, Newton Compton, 2011, ISBN 978-88-541-3264-1.
  5. ^ Panciroli Promosso Arcivescovo Nunzio in Africa, in Repubblica, 7 novembre 1984. URL consultato il 18 dicembre 2019.
  6. ^ Esequie dell'Arcivescovo Romeo Panciroli - Omelia del Card. Angelo Sodano, su vatican.va, 18 marzo 2006. URL consultato il 18 dicembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fausto Panciroli (a cura di), Monsignor Romeo Panciroli, una vita al servizio della Chiesa.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sottosegretario della Pontificia commissione delle Comunicazioni Sociali Successore
Andrzej Maria Deskur 9 gennaio 1970 - 25 settembre 1973 Karlheinz Hoffmann, S.I.
Predecessore Segretario della Pontificia commissione delle Comunicazioni Sociali Successore
Andrzej Maria Deskur 25 settembre 1973 - 6 novembre 1984 Pierfranco Pastore
Predecessore Direttore della Sala stampa della Santa Sede Successore
Federico Alessandrini 3 giugno 1976 - 5 settembre 1977 (ad interim)
5 settembre 1977 - 6 novembre 1984
Joaquín Navarro-Valls
Predecessore Vescovo titolare di Noba
(titolo personale di arcivescovo)
Successore
Hubert Marie Pierre Dominique Barbier 6 novembre 1984 - 16 marzo 2006 Fernando Natalio Chomalí Garib
Predecessore Pro-nunzio apostolico in Gambia e Liberia Successore
Johannes Dyba 6 novembre 1984 - 18 marzo 1992 Luigi Travaglino
Predecessore Delegato apostolico in Sierra Leone Successore
- 6 novembre 1984 - 18 marzo 1992 Antonio Lucibello
Predecessore Delegato apostolico in Guinea Successore
Johannes Dyba 6 novembre 1984 - 1º agosto 1987 -
Predecessore Pro-nunzio apostolico in Guinea Successore
- 1º agosto 1987 - 18 marzo 1992 Luigi Travaglino
Predecessore Pro-nunzio apostolico in Iran Successore
John Bulaitis 18 marzo 1992 - 1º febbraio 1994 -
Predecessore Nunzio apostolico in Iran Successore
- 1º febbraio 1994 - aprile 1999 Angelo Mottola
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