Roger Connor

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Roger Connor
Connor nel 1888.
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Baseball
Ruolo Prima base
Termine carriera 1897
Hall of fame National Baseball Hall of Fame (1976)
Record
Batte sinistro
Tira sinistro
Debutto in MLB 30 giugno 1894 con i Troy Trojans
Media battuta (AVG) .317
Fuoricampo (HR) 138
Punti battuti a casa (RBI) 1 322
Carriera
Squadre di club
1880-1882 Troy Trojans
1883-1889New York Gothams
1890New York Giants (PL)
1891New York Giants
1892Philadelphia Phillies
1893-1894New York Giants
1894-1897St. Louis Browns
Carriera da allenatore
1896St. Louis Browns
Statistiche aggiornate al 24 ottobre 2015

Roger Connor (Waterbury, 1º luglio 1857Waterbury, 4 gennaio 1931) è stato un giocatore di baseball e allenatore di baseball statunitense di ruolo prima base nella Major League Baseball (MLB). È stato introdotto nella National Baseball Hall of Fame nel 1976.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Connor giocò in carriera per diverse squadre ma in particolar modo per i New York Gothams, che, proprio a causa della sua statura, vennero ribattezzati "Giants".[1] Fu il giocatore a cui Babe Ruth succedette come leader di tutti i tempi in fuoricampo: i suoi 138 home run in carriera resistettero come primato per 23 anni dopo il suo ritiro nel 1897. Dopo i suoi giorni da giocatore, Connor possedette e allenò squadre nelle minor league baseball. Fu introdotto nella Baseball Hall of Fame nel 1976 dopo essere stato largamente dimenticato dopo il suo ritiro. Fu sepolto con una lapide senza nome finché un gruppo di cittadini si organizzò per raccogliere fondi per un monumento funebre nel 2001.[2]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

New York Giants: 1888, 1889
  • Miglior battitore della National League: 1
1885
  • Leader della National League in punti battuti a casa: 1
1889

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vecsey, George, Baseball: Going deep in history, in The New York Times, 14 maggio 2007. URL consultato il 24 ottobre 2015.
  2. ^ Chris King, City Honors Its Home Run King, in The New York Times, 8 luglio 2001. URL consultato il 24 ottobre 2015.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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