Robert W. Bussard

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Robert W. Bussard (New York, 11 agosto 1928Santa Fe, 6 ottobre 2007) è stato un fisico statunitense, che ha lavorato principalmente nella ricerca dell'energia da fusione nucleare. Nel 2004 ha ricevuto lo Schreiber-Spence Achievement Award per lo STAIF-2004.[1] Appartiene anche alla "International Academy of Astronautics" ed è un Ph.D. dell'Università di Princeton.

Kiwi (Rover-A)[modifica | modifica wikitesto]

Nel giugno del 1955 Robert Bussard si trasferisce a Los Alamos dove si unisce alla divisione di propulsione nucleare del Project Rover, che disegnava motori a razzo termico nucleare per eventuali astronavi.[2] Bussard e R.D. DeLauer scrissero due monografie importanti sulla propulsione nucleare, Nuclear Rocket Propulsion[3] e Fundamentals of Nuclear Flight.[4]

Ramjet di Bussard[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1960, Robert Bussard concepisce il collettore di Bussard, un mezzo di propulsione interstellare per lo spazio esterno alimentato dalla fusione nucleare dell'idrogeno raccolto dal gas del mezzo interstellare con un gigantesco campo magnetico. A causa della presenza di particelle ad alta energia nello spazio (che sono radiazione ionizzante), buona parte del mezzo interstellare esiste in uno stato ionizzato (regioni H II) che può essere manipolato da campi magnetici o elettrici. Bussard proponeva di "scoop" l'idrogeno ionizzato e di incanalarlo in un reattore a fusione nucleare, usando lo scarico del reattore come un motore a razzo.[5]

Il Polywell[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Polywell.

Robert Bussard lavorava ad un promettente tipo di fusore nucleare a confinamento elettrostatico (classe "IEC fusor"), denominato Polywell, che ha una griglia schermata magneticamente (MaGrid) e in due decenni riuscì a costruire ed a testare alcuni (15) dispositivi esperimentali, dal 1994 fino al 2006. Il contratto di finanziamento della U.S. Navy che sosteneva queste ricerche finì mentre Bussard eseguiva ancora esperimenti a piccola scala. Nonostante tutto i test finali dell'ultimo dispositivo che lui vide, lo WB-6, sembra che abbiano risolto i rimanenti problemi di fisica nucleare, e la costruzione di un reattore Polywell di potenza diventava soltanto una questione di tempo e di finanziamenti. Temporaneamente, in attesa di altri fondi, i laboratori EMC² dovettero chiudere.

In seguito vennero trovati ulteriori finanziamenti, il lavoro riprendeva e il prototipo WB-7 venne costruito e testato. Infine la ricerca proseguì con la costruzione del WB-8 nel 2010, dispositivo apparentemente testato con successo (più di 500 accensioni nel 2011), da quanto risulta dagli scarni dati del sito istituzionale del "Recovery Act" statunitense. I progressi sono in parte coperti dal segreto militare imposto dalla Marina statunitense.[6][7]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Robert Bussard è deceduto per mieloma multiplo il 6 ottobre del 2007 all'età di 79 anni.[8][9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ STAIF-2004 Archives Archiviato il 28 gennaio 2007 in Internet Archive.
  2. ^ Bussard, Robert. "Nuclear Rocketry - The First Bright Hopes", Astronautics, Vol. 7, No. 12, dicembre 1962, pp. 32-35
  3. ^ R. W. Bussard e R.D. DeLauer, Nuclear Rocket Propulsion, McGraw-Hill, 1958.
  4. ^ R.W. Bussard e R. D. DeLauer, Fundamentals of Nuclear Flight, McGraw-Hill, 1965.
  5. ^ R.W.Bussard, "Fusion as Electric Propulsion", "Journal of Propulsion and Power" v6 no 5 settembre–Ottobre 1990, pp 567-574
  6. ^ Should Google Go Nuclear (PDF), su askmar.com. URL consultato il 5 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2011).
  7. ^ WWW.RECOVERY.GOV Archiviato il 21 febbraio 2009 in Internet Archive.: U.S. Recovery.gov Track The Money website Archiviato il 31 luglio 2013 in Internet Archive.
  8. ^ M. Simon, Dr. Robert W. Bussard Has Passed, su Classical Values, 8 ottobre 2007. URL consultato il 9 ottobre 2007.
  9. ^ (EN) Anne Constable, Robert Bussard, 1928-2007: Physicist known for pusuit of nuclear fusion [collegamento interrotto], su santafenewmexican.com, The Santa Fe New Mexican, 3 novembre 2007. URL consultato il 1º ottobre 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN16186066 · ISNI (EN0000 0000 2627 8888 · LCCN (ENn84800658 · J9U (ENHE987007392077705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n84800658