Rivoltoso Sconosciuto

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Il Rivoltoso Sconosciuto di piazza Tienanmen
(foto di Jeff Widener, Associated Press).

Il Rivoltoso Sconosciuto (in cinese 王維林S, Wángwéi línP, in inglese Unknown Rebel o Tank Man, lett. "uomo del carro armato") è un anonimo uomo cinese divenuto famoso quando, il 5 giugno 1989, il giorno dopo del massacro in piazza Tienanmen a Pechino, si parò davanti ad alcuni carri armati impedendone l'avanzata. I filmati e fotografie dell'accaduto vennero diffusi dai mezzi d'informazione in tutto il mondo.[1][2][3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il viale Chang'an nel 2014.

Il fatto ebbe luogo nel grande viale Chang'an, nell'angolo a nord-ovest di piazza Tienanmen e lungo la strada verso la Città Proibita di Pechino, il 5 giugno 1989, il giorno dopo che il governo cinese represse brutalmente la protesta. L'uomo si mise in mezzo alla strada e bloccò l'avanzata dei carri armati.[4][5] Stuart Franklin, inviato per il Time, disse al New York Times: "A un certo punto, si sentirono spari e i carri armati presero a venire verso di noi, lasciando piazza Tienanmen alle spalle, finché furono bloccati da un singolo manifestante."[6] Era vestito con una camicia bianca e pantaloni neri e aveva due borse della spesa.[7] Quando i carri armati si fermarono, l'uomo gesticolò verso di loro con una delle sue borse. Come risposta, il carro armato di fronte cercò di aggirarlo, ma l'uomo ripetutamente si rimise sulla traiettoria del carro armato in un'azione nonviolenta.[8] Dopo alcuni inutili tentativi di aggirare l'uomo, il primo carro armato spense i motori, e così fecero anche i veicoli corazzati della colonna. Vi fu una pausa, con l'uomo e i carri armati che si fronteggiavano in silenzio.

A quel punto, l'uomo salì sul primo carro armato e, dal filmato dell'accaduto, sembrò gridare qualcosa nelle varie aperture della torretta del carro armato. Salì poi in cima alla torretta e sembrò avere una breve conversazione con un membro dell'equipaggio, e poi l'uomo scese dal carro armato. Il comandante del carro apparve per un istante dalla sua botola, quindi il carro fece ripartire i motori. A questo punto l'uomo, che era a circa un metro o due a lato del carro, si riportò rapidamente di fronte allo stesso, e si tornò in una situazione di stallo.[3][9] . Il filmato mostra quindi due individui vestiti di blu portare via l'uomo e sparire con lui; i carri armati proseguirono.[8] I testimoni oculari non sanno dire chi avesse portato via l'uomo. Il fotografo Charlie Cole, inviato sul luogo per Newsweek, sostenne che furono agenti del governo cinese,[10] mentre Jan Wong, inviato per The Globe and Mail, pensò che l'uomo fosse stato portato via da passanti preoccupati per la sua sorte.[11]

Ipotesi[modifica | modifica wikitesto]

Poco dopo l'accaduto, la rivista britannica Sunday Express ipotizzò trattarsi di Wang Weilin, uno studente di 19 anni, ma non si hanno certezze in proposito. Diverse altre ipotesi sono poi state avanzate sull'identità dell'uomo, ma nessuna è stata mai provata. Ci sono diverse versioni a proposito di ciò che gli sarebbe successo dopo la dimostrazione. Si ipotizza che sia stato giustiziato da un plotone d'esecuzione pochi mesi dopo la protesta di piazza Tienanmen.[8] In Red China Blues: My Long March from Mao to Now, libro del 1996, Jan Wong scrisse che l'uomo era ancora vivo e residente in Cina.

Il governo della Repubblica Popolare Cinese fornì poche informazioni sull'incidente. Nel 1990, intervistato da Barbara Walters, l'allora Segretario generale del Partito Comunista Cinese, Jiang Zemin, alla domanda su cosa fosse successo all'uomo, rispose "penso che non sia stato giustiziato". Il commentatore politico statunitense Bruce Herschensohn, uomo che fu molto vicino al presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, in un discorso al Circolo Presidenziale nel 1991 affermò che l'uomo fu giustiziato 14 giorni dopo i fatti di Tienanmen[12]. In un articolo dell'Apple Daily di Hong Kong del giugno 2006 si è sostenuto che l'uomo risiederebbe a Taiwan[13].

All'inizio del 2009, secondo l'agenzia di stampa AsiaNews, Wang Lianxi (questo il nome attribuito dalla fonte al Rivoltoso Sconosciuto), rilasciato prima delle Olimpiadi di Pechino, nel 2007, dopo aver scontato 18 anni di carcere, sarebbe stato internato in un ospedale psichiatrico dove, all'epoca, era ancora trattenuto[14].

Fotografie[modifica | modifica wikitesto]

Esistono cinque versioni diverse di fotografie che ritraggono l'evento e che non sono state distrutte dai servizi segreti cinesi. L'ultima, che riprende la scena da terra, è stata pubblicata solo nel 2009.[15] Una versione molto diffusa e di pubblico dominio è quella scattata dal fotografo Jeff Widener della Associated Press dal sesto piano dell'hotel di Pechino, lontano all'incirca 800 metri, con una macchina fotografica dotata di un obiettivo da 400 mm e di un moltiplicatore di focale.[16] Un'altra versione è quella del fotografo Stuart Franklin della Magnum Photos. La sua fotografia è più vasta rispetto a quella di Widener, e mostra più carri armati di fronte all'uomo. Nel 1990 il fotografo Charlie Cole del Newsweek, con la sua versione della foto, vinse il premio World Press Photo; lo scatto è diventato il simbolo della rivolta contro il governo cinese.[17] Nel 2003 la sua versione è stata inserita nella rubrica "Le 100 foto che hanno cambiato il mondo" della rivista Life. Cole e Franklin fotografarono dallo stesso balcone.

Questa fotografia si diffuse in tutto il mondo in breve tempo diventando il titolo di testa di tutti i giornali e delle maggiori riviste, mentre il rivoltoso divenne il personaggio principale di innumerevoli articoli in tutto il mondo; nell'aprile del 1998, la rivista Time ha incluso "Il Rivoltoso Sconosciuto" nella sua lista de "Le persone che più hanno influenzato il XX secolo". Ma come la stessa rivista scrive, citando uno dei leader del movimento pro-democratico cinese, "gli eroi nella fotografia del carro armato sono due: il personaggio sconosciuto che rischiò la sua vita piazzandosi davanti al bestione cingolato e il pilota che si elevò all'opposizione morale rifiutandosi di falciare il suo compatriota"[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carri armati, sangue e paura26 anni di piazza Tienanmen, su LaStampa.it. URL consultato il 9 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2019).
  2. ^ 5 giugno - Il Rivoltoso Sconosciuto si para davanti ai carri armati dopo la Strage di Piazza Tienanmen, su Rai. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  3. ^ a b Tony Damascelli, Chi fermava i tank per la Storia e chi per una foto, su ilGiornale.it. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  4. ^ (EN) Julie Makinen, Tiananmen Square mystery: Who was 'Tank Man'?, in Los Angeles Times, 4 giugno 2014. URL consultato il 16 aprile 2015.
  5. ^ (EN) Weiwei Ai, The west is complicit in the 30-year cover-up of Tiananmen, in The Guardian – Australia edition, 4 giugno 2019.
  6. ^ Patrick Witty, Behind the Scenes: Tank Man of Tiananmen, in The New York Times, 3 giugno 2009.
  7. ^ Andrew Langely, Tiananmen Square: Massacre Crushes China's Democracy Movement, Compass Point Books, 2009, p. 45, ISBN 978-0-7565-4101-9.
  8. ^ a b c (EN) Pico Iyer, The Unknown Rebel, in Time, 13 aprile 1998. URL consultato il 10 agosto 2014.
  9. ^ a b (EN) Pico Iyer, The Unknown Rebel, in Time.com, 13 aprile 1998. URL consultato il 22 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2011).
  10. ^ Picture Power:Tiananmen Standoff, in BBC News. URL consultato il 7 ottobre 2005.
  11. ^ Wong Jan, Jan Wong, August 1988 - August 1994, in The Globe and Mail. URL consultato il 9 luglio 2023.
  12. ^ Wang Wei Lin
  13. ^ (EN) The price of dissent, in The Guardian, 31 maggio 1999. URL consultato il 27 novembre 2023.
  14. ^ Agenzia di Stampa AsiaNews, È in manicomio Wang Lianxi, dissidente di piazza Tienanmen, 24 gennaio 2009. URL consultato il 22 ottobre 2013.
  15. ^ Behind the Scenes: A New Angle on History, su lens.blogs.nytimes.com.
  16. ^ (EN) Patrick Witty, Behind the Scenes: Tank Man of Tiananmen, in New York Times, 3 giugno 2009. URL consultato il 22 ottobre 2013.
  17. ^ Archive, su worldpressphoto.org.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marie-Claire Bergère, La Repubblica popolare cinese (1949-1999) - il Mulino 2000 - ISBN 88-15-07411-2
  • (EN) Detained in China and Tibet: a directory of political and religious prisoners, Robin Munro, Mickey Spiegel, Asia Watch Committee, 1994. ISBN 978-1-56432-105-3.
  • (EN) June Fourth: The True Story, Tian'anmen Papers/Zhongguo Liusi Zhenxiang Volumes 1–2 (Chinese edition), Zhang Liang, ISBN 962-8744-36-4.
  • (EN) Red China Blues: My Long March from Mao to Now, Jan Wong, Doubleday, 1997, trade paperback, 416 pages, ISBN 0-385-48232-9 (Contains, besides extensive autobiographical material, an eyewitness account of the Tiananmen crackdown and the basis for an estimate of the number of casualties.)
  • (EN) The Tiananmen Papers, The Chinese Leadership's Decision to Use Force Against their Own People—In their Own Words, Compiled by Zhang Liang, Edited by Andrew J. Nathan and Perry Link, with an afterword by Orville Schell, PublicAffairs, New York, 2001, hardback, 514 pages, ISBN 1-58648-012-X An extensive review and synopsis of The Tiananmen papers in the journal Foreign Affairs may be found at Review and synopsis in the journal Foreign Affairs.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]