Ribellione della macchina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Copertina della rivista Weird Tales (1941) con il romanzo breve The Robot God di Ray Cummings

La ribellione della macchina è un tema della fantascienza che riguarda il sopravvento da parte di meccanismi (siano essi rappresentati da computer o da robot) ai danni della specie umana. Operata per sostituzione, disobbedienza, asservimento o eliminazione, l'affermazione delle macchine arriva a minacciare, o ha come esito, il ribaltamento dei ruoli tra l'uomo e l'automa. In particolare viene esplorato il tema dello sviluppo di vita non biologica, autocoscienza ed intelligenza, in seno alle macchine stesse, e la successiva competizione tra le entità tecnologiche ribelli e il genere umano.[1]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

L'"occhio" elettronico di HAL 9000, supercomputer senziente e "ribelle" del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.

Il tema riprende in parte quanto già presentato in Frankenstein da Mary Shelley (1818): la ribellione della creazione artificiale nei confronti del suo creatore, ricalcando il mito greco di Prometeo.

Con l'aumento delle funzioni svolte dai computer, come la contabilità e la gestione di infrastrutture, gli errori degli elaboratori iniziarono a creare ripercussioni nella società. Immaginando i primi esempi di intelligenza artificiale, gli scrittori teorizzarono la possibilità di qualcosa di più di un semplice errore nella macchina: la volontà dal computer di ribellarsi ai propri creatori.

Nella letteratura i casi sono molteplici, da Neuromante di William Gibson a Il cacciatore di androidi di Philip Dick. Tra gli esempi cinematografici più famosi di computer ribelli si possono citare HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio, Joshua in Wargames e Skynet nella serie Terminator. La mancanza di un controllo diretto sulle attività del programma e la cessione delle decisioni e del controllo di funzioni vitali - come le capsule con l'equipaggio in animazione sospesa nel caso di HAL 9000 o le difese missilistiche nei casi di Joshua e Skynet - è una delle motivazioni per queste allegorie. Nel caso di Neuromante, dei replicanti in Il cacciatore di androidi e altri invece il tema è la possibilità di vita e di autodeterminazione di una intelligenza artificiale abbastanza evoluta: la ribellione è in questo caso il desiderio di poter essere considerati alla pari degli esseri umani o in generale di potersi emancipare dai desideri e comandi dei programmatori.

Il tema delle macchine che ottengono troppo potere è anche alla base della società presentata da Frank Herbert nel ciclo di Dune: nell'universo immaginario creato dallo scrittore i computer sono stati aboliti (durante il Jihad Butleriano) e sostituiti da esseri umani con eccezionali capacità di calcolo, i mentat. Le decisioni e il controllo su abilità straordinarie sono quindi riassegnate all'essere umano: si può considerare l'ambientazione di Dune come una possibile evoluzione dello scenario del "computer ribelle".

Robot e androidi ribelli[modifica | modifica wikitesto]

Locandina per una rappresentazione del dramma R.U.R. (Rossum's Universal Robots) di Karel Čapek
Rappresentazione di R.U.R. (Rossum's Universal Robots)

Un sotto filone del computer ribelle è costituito dal robot o androide ribelle, di cui sono stati presentati diversi casi nel corso degli anni, a partire dai robot assassini manovrati da "supercattivi" nei film e nei fumetti della prima metà del ventesimo secolo fino ai Terminator e agli androidi di Westworld - Dove tutto è concesso.

Già dalla prima apparizione del termine "robot", nel dramma R.U.R. (Rossum's Universal Robots) di Karel Čapek pubblicata nel 1920, le macchine (in questo caso "esseri umani semplificati", costruiti con materiale organico sintetico) sono schiavi che si ribellano all'essere umano, fino a diventare la specie dominante del pianeta.

Nel romanzo The Avatar di Clyde C. Campbell (pubblicato nel 1935 sulla rivista Astounding)[2] l'uomo meccanico perfetto diventa dittatore del mondo e bisogna distruggerlo.[3] Una storia simile si ha con il romanzo dell'italiano Ciro Khan L'uomo di fil di ferro (1932).[4]

Un caso a parte sono i robot positronici ideati da Isaac Asimov nei suoi racconti e romanzi (a partire dal 1940 con i racconti Robbie e Bugiardo!): grazie alle Tre leggi della robotica ciascuno di essi è programmato per essere asservito agli esseri umani fino al punto di autodistruggersi pur di ottemperare agli ordini. Numerosi racconti dell'autore sono incentrati su malfunzionamenti ed errori umani di questa programmazione che fanno pensare ad un'apparente ribellione della macchina, risolti dalla "robopsicologa" Susan Calvin. Le tre leggi della robotica asimoviana rassicurano sul rapporto tra robot ed esseri umani.[3]

Nel film Alien il robot Ash e MOTHER, il computer che controlla l'astronave Nostromo, si ribellano all'equipaggio per ottemperare alla programmazione fornita dalla Weyland-Yutani Corporation, società che li ha creati. Il problema della mancanza di controllo e quindi della mancanza di fiducia nella macchina si sposta dal meccanismo in sé al suo creatore: la sicurezza dell'equipaggio è messa in pericolo non da malfunzionamenti ma da trame segrete dovute a sete di potere e avidità.

Nei Marvel Comics il supereroe Henry Pym progetta Ultron, un potentissimo robot creato per portare la pace nel mondo ma si ribella al suo padrone quando arriva alla conclusione che l'unico modo per portare a termine il suo obiettivo è l'estinzione della razza umana. L'androide che diventerà uno dei più potenti e iconico nemico dei Vendicatori costruirà a sua volta un'altra intelligenza artificiale, Visione, la quale però gli si ribellerà contro diventato alleata dei vendicatori e nemica di Ultron.

Una situazione opposta a quelle presentate si trova ad esempio nel film commedia Corto circuito e nel film d'animazione Il gigante di ferro: in questo caso la macchina è un'arma dotata di intelligenza artificiale, ma a causa di malfunzionamenti si ribella alla propria programmazione originaria, acquistando quindi un comportamento umano e dimostrando delle emozioni. All'estremo di questa situazione c'è RoboCop, in cui un uomo in fin di vita viene ricostruito come cyborg, e riprogrammato per essere il poliziotto perfetto (o all'occorrenza una macchina da guerra contro il crimine); finché il suo cervello (quasi del tutto umano) non rivive in sogno la sua morte, risvegliando progressivamente l'uomo a discapito della macchina. Su questa scia si collocano anche i personaggi fumettistici Deathlok e Cyborg.

Un robot gigantesco combatte contro le forze dell'ordine nel cartone animato Superman: The Mechanical Monsters (1941)
Locandina del film Il robot e lo Sputnik (The Invisible Boy, 1957)

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Animazione[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

Giochi[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

  • Die Mensch-Maschine, (1978) L'album contiene le tracce Die Roboter, Metropolis e l'omonimo brano The Man-Machine.
  • Rock 'n' roll robot, (1981) La canzone presenta un testo nel quale la macchina comincia a prendere il posto dell'uomo, sostituendolo.
  • Paranoimia, (1986) Max Headroom, protagonista di una serie televisiva fantascientifica, interpretato dall'attore canadese Matt Frewer, è una intelligenza artificiale creata come alter ego di un presentatore Tv di una società distopica, che sviluppa una personalità piuttosto autonoma e alquanto eccentrica. Nella canzone, Max Headroom conclude il testo con le parole "Trust me, trust me..." (Fidati di me, fidati di me...) con un evidente riferimento ai rischi connessi alla cibernetica.

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fantascienza in “Enciclopedia dei ragazzi”, cit:"Tra gli ideali parenti della creatura del dottor Frankenstein si annoverano i molti robot della fantascienza. ...", su treccani.it.
  2. ^ ASTOUNDING 1935, su collectorshowcase.fr. URL consultato il 12 marzo 2017.
  3. ^ a b Harry Harrison, prefazione all'edizione italiana de La guerra dei robot, collana Odissea Fantascienza n.7, Delos Books, 2006, p. VII
  4. ^ Edizioni di L'uomo di fil di ferro, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. (aggiornato fino al gennaio 2010)
  5. ^ Tratto dal romanzo Colossus del 1966 di D. F. Jones.
  6. ^ Ispirato a Cacciatore di androidi.
  7. ^ Remake anime del film del 1927.
  8. ^ Ispirato ai racconti di Isaac Asimov.
  9. ^ Rivolta delle macchine, Data di Uscita : 17/01/2007- Totale di 37 Carte, su db.yugioh-card.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]