Ribellione Maritz

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Ribellione Maritz
parte Campagna dell'Africa Tedesca del Sud-Ovest
Data15 settembre 1914 - 4 febbraio 1915
LuogoSudafrica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
32.00012.000
Perdite
101 feriti e uccisi124 uccisi
229 feriti
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La ribellione Maritz (anche rivolta boera o rivolta dei cinque scellini, in inglese Maritz rebellion, Boer revolt o Five Shilling rebellion, in afrikaans Maritz-rebellie) si intende una sommossa che avvenne in Sudafrica nel 1914, poco dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, quando i sostenitori di una Repubblica Sudafricana boera si rivoltarono contro il governo dell'Unione Sudafricana.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1902, al termine della seconda guerra boera alcuni boeri che si erano rifiutati di accettare i termini di pace furono esiliati. Anni dopo questi "bittereinders" cominciarono a tornare in Sud Africa senza però accettare i termini della resa. Allo scoppio della prima guerra mondiale nell'agosto 1914 il primo ministro sudafricano Louis Botha, nonostante le possibili conseguenze di un eventuale attacco proveniente dalla confinante Africa Tedesca del Sud-Ovest (l'attuale Namibia), concesse alle truppe britanniche di stanza in Sud Africa di partire per l'Europa. Nel settembre 1914, per impedire sconfinamenti tedeschi, l'esercito sudafricano guidato dal generale Henry Lukin e dal tenente-colonnello Manie Maritz venne schierato lungo il confine con la colonia germanica.

Il boero Manie Maritz che guidò la rivolta contro i sudafricani e i britannici nel 1914-1915.

La rivolta[modifica | modifica wikitesto]

Quando il governo sudafricano iniziò a pianificare l'invasione delle colonie tedesche, il comandante in capo dell'esercito sudafricano, il generale Christian Frederick Beyers, si dimise per protesta subito sostenuto dal senatore ed ex militare Koos de la Rey. Il 15 settembre i due incontrarono il maggiore Jan Kemp a Potchefstroom, dove questi disponeva di un grande arsenale e di circa 2.000 uomini.

Il governo sudafricano sospettò che dietro la visita ci fosse un tentativo di rivolta. Ad alimentare il clima di reciproche accuse e sospetti poche ore dopo l'incontro de la Rey fu ucciso a un posto di blocco da un poliziotto che lo aveva scambiato per un bandito. Al suo funerale parteciparono molti nazionalisti afrikaner che, infiammati dalle parole di Siener van Rensburg, iniziarono a scagliarsi contro il governo, accusato dell'omicidio. Il generale Maritz decise di allearsi con i tedeschi e proclamò la costituzione del governo provvisorio della Repubblica Sudafricana boera. Subito dopo Maritz occupò Keimoes e l'area di Upington. Il commando di Lydenburg del generale De Wet prese possesso della città di Heilbron, impadronendosi di un treno carico di armi e munizioni. Alcuni cittadini di questa regione si unirono ai ribelli anche a Magaliesberg.

Il 14 ottobre 1914 governo sudafricano dichiarò la legge marziale e ordinò al generale Jan Smuts di reprimere la rivolta. Il 24 ottobre il generale Maritz venne sconfitto e fu costretto a riparare nell'Africa tedesca del Sud-Ovest dove venne presto raggiunto anche dal generale Kemp. De Wet venne catturato mentre cercava di fuggire nel Bechuanaland.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bunting, Brian, The Rise of the South African Reich, 1969
  • Plaatje, Sol, Native Life in South Africa, Londra, P. S. King, 1916
  • Orford, J.G., Reflections on the possible influence of "Siener" van Rensburg's visions on General J.H. "Koos" de la Rey and some of the results, Military History Journal - Vol 2 No 2
  • C. F. McDonald, "Agter Die Skerms met Die Rebelle", 1949
  • T. R. H. Davenport, "The South African Rebellion, 1914." English Historical Review 78.306 (1963): 73–94 online.
  • Sandra Swart. "‘Desperate Men’: The 1914 Rebellion and the Polities of Poverty." South African Historical Journal 42.1 (2000): 161-175.
  • Sandra Swart. 1998. "A Boer and His Gun and His Wife Are Three Things Always Together": Republican Masculinity and the 1914 Rebellion. Journal of Southern African Studies 24 (4, Special Issue on Masculinities in Southern Africa): 737–751.
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