Resident Evil: Dead Aim

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Resident Evil: Dead Aim
videogioco
Titolo originaleガンサバイバー4 バイオハザード ヒーローズ・ネバー・ダイ
PiattaformaPlayStation 2
Data di pubblicazione2003
GenereAvventura dinamica, Sparatutto in prima persona, Survival horror
OrigineGiappone
SviluppoCapcom
PubblicazioneCapcom
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputGamepad o G-Con 2
SerieResident Evil
Logo ufficiale

Resident Evil: Dead Aim, chiamato Gun Survivor 4: Biohazard: Heroes Never Die (ガンサバイバー4 バイオハザード ヒーローズ・ネバー・ダイ?, Gan Sabaibā 4: Baiohazādo: Hīrōzu Nebā Dai) in Giappone, è un videogioco per PlayStation 2 della serie Resident Evil, pubblicato nel 2003[1].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il terrorista Morpheus Duvall, dopo aver rubato dai laboratori francesi dell'Umbrella alcuni campioni del virus-T, ha dirottato un transatlantico e si sta dirigendo verso l'America. Due agenti segreti, Bruce McGirven e Fong Ling, vengono inviati a bordo per indagare. Lì dovranno cimentarsi con mostri d'ogni genere, in particolare zombie, e riuscire a bloccare l'avanzata di Morpheus, spesso ricorrendo alla logica.

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Resident Evil: Dead Aim è uno sparatutto sullo stile di The House of the Dead truccato da avventura[2]. I due protagonisti possono muoversi liberamente all'interno della nave, ma il loro vero compito è ripulirla da tutte le creature deformi create dal virus-T. Le ambientazioni sono realistiche e dettagliate, mentre si nota un notevole aumento del numero dei poligoni su schermo rispetto alla versione precedente[senza fonte].

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

La rivista Play Generation lo classificò come il secondo gioco con il packshot più orripilante tra quelli usciti su PlayStation 2[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La saga su PlayStation, in Play Generation, n. 77, Edizioni Master, marzo 2012, p. 21, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  2. ^ La storia di un virus, in Play Generation, n. 38, Edizioni Master, marzo 2009, p. 44, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).
  3. ^ Il packshot + orripilante, in Play Generation, n. 69, Edizioni Master, agosto 2011, p. 95, ISSN 1827-6105 (WC · ACNP).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]