Resa di Caserta

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La fine del conflitto in Italia e con essa la resa locale tedesca che determinava anche la fine militare della RSI, passata alla storia come Resa di Caserta, fu indipendente dalla morte di Mussolini. Le Forze Armate della RSI, salvo quelle travolte dalle truppe delle Nazioni Unite che stavano occupando il Nord Italia e quelle arresesi anticipatamente a chi voleva soltanto la consegna delle armi, risultarono sconfitte ufficialmente il 29 aprile 1945.

La conclusione della guerra in Italia

La resa dei combattenti RSI avveniva, alla pari dei militari tedeschi operanti in Italia, nel rispetto delle Convenzioni di Ginevra. Il relativo documento internazionale sanciva la conclusione, per gli angloamericani, della Campagna d'Italia e consentiva agli italiani una tregua e quindi la cessazione delle ostilità sul proprio territorio, auspicata da tempo per addivenire ad un Trattato di Pace. La tregua fu rotta in diversi casi e si ebbero scontri localizzati ed uccisioni soprattutto - ma non solo - per mano di criminali comuni, reparti partigiani ad ispirazione comunista (sia italiani che slavi) e per mano di personaggi che approfittarono della situazione per regolare vendette personali o effettuare saccheggi, tanto in pianura padana quanto sul fronte orientale.

L'atto ufficiale predisposto dai vincitori menziovana, dopo quelle tedesche del Sud Ovest e trascurando Reparti dell'Armata cosacca agli ordini di Andrej Vlasov, soltanto Italian Republican military or paramilitary forces or organizations. Tutte queste forze presenti in Italia venivano inglobate nel negoziato per una capitolazione, separata e non approvata dall'Alto Comando Wehrmacht di Berlino, di quanti erano sotto controllo dei Comandanti tedeschi Vietinghoff e Wolff. L'iniziativa di questa inclusione era stata presa negli ultimi giorni di guerra (aprile 1945) dal Comandante del Teatro del Mediterraneo, con sede a Caserta, dal quale dipendeva il XV Gruppo Armate protagonista della vittoria in Italia.

La decisiva avanzata angloamericana

Gli angloamericani, dopo aver iniziato il 5 aprile 1945 lungo la costa tirrenica un attacco diversivo su La Spezia, avevano sferrato quelli decisivi sul Senio e verso Comacchio dal 9 aprile e lungo la Statale Futa e poi la Statale Porrettana dal 14 aprile. Sfondate le estreme difese sulla linea gotica bolognese e sui fiumi romagnoli, l'obiettivo Bologna fu raggiunto il 21 aprile.

La Quinta e l'Ottava Armata si congiunsero a Sud di Ferrara il 23 aprile e la stessa sera i primi carri americani si attestavano sulla riva sud del Po, a San Benedetto Po. La grande disfatta tedesca tra Panaro-Reno e Po fu causata anche dall'abbandono del posto di Comando a Riolo, frazione di Castelfranco Emilia, da parte di Senger und Etterlin, Comandante del XIV PzKorps. Abbandono che lasciò due Divisioni tedesche sulle colline bolognesi prive di ordini (ripiegando con armi pesanti rimasero imbottigliate a Finale Emilia). Il 25 aprile si arrese tra Copparo e il Po il LXXVI PzKorps, mentre più a Est il LXXIII A.K. si stava logorando sull'Isola di Ariano.

Ripiegarono verso il Brennero, in parte, il LI GebKorps della 14ª Armata e il I FjKorps della 10ª Armata.

La capitolazione

Il Quartier Generale di Caserta per superare l'opposizione sovietica all'operazione sunrise-crossword del febbraio-marzo 1945 appoggiata dal Vaticano e dal CLN, pretese dai negoziatori tedeschi una capitolazione incondizionata e di tutti i combattenti in Italia, nessuno escluso. Dopodiché l'URSS nominò il suo osservatore all'atto conclusivo, inserito negli Archivi militari come local surrender.

Nel salone di palazzo Borbone, Caserta, a sinistra i delegati tedeschi, di fronte l'estensore del verbale delle tre firme e l'interprete tedesco, a destra il Generale Morgan e alle sue spalle anche il Generale Kislenko (con gli stivali).

Per ottenere il coinvolgimento di tutti i reparti in armi RSI, gli agenti segreti americani OSS operanti in Svizzera il 26 aprile imposero a Wolff, Plenipotenziario Wehrmacht e Comandante SS in Italia e primo fautore della resa separata, di rientrare nella sua residenza di Cernobbio e di indurre Graziani a firmare una delega per la capitolazione equivalente a quelle tedesche del 22 e del 25 aprile. Siccome la frontiera elvetica era da un giorno bloccata per i transiti da e per la RSI, furono fatte pressioni sul Governo di Berna per consentire l'uscita e il rientro di Wolff, che a Lucerna il 27 aprile girò a Wenner, in calce alla traduzione in tedesco, la delega di Graziani.

L'emissario SS Wenner poté partire con le dovute credenziali per Caserta, in aereo da Annecy in Savoia, assieme a Schweinitz. Quest'ultimo il 22 aprile aveva avuto la delega per l'incontro di Caserta dal Comandante del Sud Ovest e del Gruppo d'armate C Vietinghoff.

Le procedure di resa

A Caserta il 28 aprile in un salone di quel palazzo che era stata la Reggia dei Borbone, il Capo di S.M. William Morgan de Rimeer con i vice Lemnitzer, americano, e Airey, britannico, e locali rappresentanti della Marina (Parker) e dell'Aeronautica (Cabel) ricevette alle ore 18:00 Schweinitz e Wenner, ai quali chiese di presentare le credenziali: il primo disse che la sua delega era condizionata al modo di intendere la resa da parte di Vietinghoff, mentre il secondo, privo di limitazioni da parte di Wolff, aggiunse che aveva anche la delega di Graziani.

I due tedeschi, in abito civile, avendo accettato nel successivo incontro delle ore 21:00 le condizioni ultimative consegnate da Morgan nel pomeriggio, l'indomani alle ore 14:00 poterono firmare l'atto di resa. Il documento, controfirmato da Morgan e redatto in inglese e in tedesco, fissava alle ore 12:00 (in italia alle ore 14:00) del 2 maggio 1945 il cessate il fuoco. All'incontro delle ore 21:00 e alla cerimonia finale, sempre nello stesso salone degli incontri del 28 aprile, assistette come osservatore il generale sovietico Aleksei Kislenko, espressamente incaricato dal Comando Militare URSS e da tempo dislocato a Roma.

L'effettivo cessate il fuoco

L'estensore dei verbali di resa riserva copie delle deleghe per l'archivio storico del vice comandante MTO McNarney, suo connazionale.

Il termine delle ostilità divenne effettivo nella notte sul 3 maggio, alle ore 4:30 in Italia, perché fu più difficile del previsto ottenere il consenso alla resa di Kesselring che era in Baviera quale responsabile del Comando tedesco dell'Ovest, ma che dal 28 aprile era stato nominato anche responsabile del Comando del Sud Ovest. Questa imprevista nomina, disposta da Hitler, aveva esautorato Vietinghoff.

L'applicazione delle condizioni di resa

Il dispositivo di resa incondizionata Instrument of local surrender of German and other forces under the command or control of the German Commander-in-Chief Southwest prevedeva norme di applicazione con una Appendice "A" per l'Esercito (tre pagine), con una Appendice "B" per la Marina (sei pagine) e con una Appendice "C" per l'Aeronautica (tre pagine). Tra dette norme, significative quella sulla non distruzione di armi ed impianti e quella sul trattamento dei prigionieri.

La ritirata tedesca non causò danni significativi agli impianti portuali, industriali ed energetici anche grazie ad un accordo da tempo intercorso tra il Ministro dell'Economia Tarchi e i competenti comandi tedeschi.

Oltre sessantamila tedeschi, e tra essi alcune decine di Militari della RSI, rimasero a lungo nell'insieme dei Campi contrassegnati 370 PW Camp Rimini e smobilitati a dicembre 1947. I prigionieri Altoatesini non furono considerati Militari tedeschi e vennero ristretti, insieme a quelli della RSI, nei Campi della Toscana: tornarono in libertà nel settembre 1946.