Repubblica di Firenze

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«Regna cadunt luxu surgunt virtutibus urbes
Cadono i regni per il lusso, per le virtù le città prosperano»

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Firenze.

La città di Firenze conobbe tre distinti periodi di governo repubblicano.

Firenze comunale

Il primo periodo andò indicativamente dal 1115, anno in cui la città si eresse in Comune, al 1434, anno in cui Cosimo il Vecchio, esponente della famiglia de' Medici (che allora gestiva uno dei più grandi istituti bancari d'Europa), assunse il potere effettivo sulla città, trasformandola in Signoria sia pure non abolendo formalmente le istituzioni comunali, ma bastandogli controllare i processi elettorali degli ufficiali pubblici per gestire il potere. Ufficialmente lo stato fiorentino avrebbe mantenuto il nome di "Repubblica" anche durante la prima signoria medicea.

La repubblica di Savonarola (1494)

Firenze

Il secondo periodo iniziò nel 1494, anno in cui i fiorentini cacciarono Piero II de' Medici, accusato di avere ceduto alle imposizioni del re francese Carlo VIII. La repubblica instaurata a Firenze nel 1494 dopo l'abbattimento della signoria dei Medici fu animata e ispirata da Girolamo Savonarola (1452-1498), un frate domenicano.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 la città fu travolta dalle prediche di Savonarola.

Nel settembre del 1494 Carlo VIII di Francia iniziò una spedizione militare in Italia, spinto dal desiderio di espandere i suoi domini.

A Firenze Piero de' Medici, che aveva accettato passivamente le esose condizioni del Francese Carlo VIII (gli aveva ceduto i territori medicei di Pisa, Sarzana, e Livorno), fu rovesciato da una rivolta popolare che instaurò una repubblica. L'esperimento politico savonaroliano terminò con la condanna e l'esecuzione del frate ad opera dei nemici esterni (primo fra tutti il bersaglio principale delle prediche moralizzatrici del Savonarola, il papa Alessandro VI) e l risorgente partito filomediceo. Ma non era ancora possibile per i medici di recuperare il potere, cosicché il potere fu affidato ad un sostenitore non troppo fanatico del partito mediceo, Piero Soderini, che avrebbe guidato col titolo di gonfaloniere, incarico che nel 1502 gli fu conferito a vita, un governo moderato che cercasse la conciliazione fra i partiti. Questo governo, che rifletteva le scarse qualità politiche del proprio leader inaugurò però una nuova stagione di splendore artistico per la città, con le commissioni a Michelangelo e Leonardo e tanti altri artisti, e con importanti incarichi politici affidati a personalità come Niccolò Machiavelli. Il governo di Soderini sopravvisse fino al 1512, quando Cardinale Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo Il Magnifico, poté rientrare a Firenze grazie all'appoggio di Papa Giulio II e della Lega Santa: un esercito spagnolo, al comando di Raimondo de Cardona, invase il Mugello e mise a sacco Prato e Campi Bisenzio in modo orrendo. Davanti a queste devastazioni, i fiorentini si arresero e accettarono il ritorno della casata medicea.

La repubblica del 1527

Il terzo governo repubblicano ebbe inizio il 16 maggio 1527 in seguito alla gravissima crisi sorta nei rapporti tra Papa Clemente VII (Giulio de' Medici), Signore de facto di Firenze che era governata in nome dei giovani rampolli Ippolito dei Medici, figlio naturale di Giuliano duca di Nemours, e Alessandro de' Medici, figlio naturale di Lorenzo duca di Urbino dal Cardinale Silvio Passerini da Cortona, e l'imperatore Carlo V, conclusasi con il Sacco di Roma. Il popolo fiorentino credette che fosse venuto il momento opportuno per cacciare i Medici e restaurare la Repubblica di stampo Piagnone, ovvero ispirata alle direttive di Girolamo Savonarola. Questa durò fino al 1530, quando fu abbattuta alla fine dell'Assedio di Firenze ad opera delle truppe spagnole inviate non particolarmente volentieri dall'imperatore in seguito alla rappacificazione tra Clemente VII e Carlo V, nonostante l'eroica difesa della città a cui contribuirono, in ambiti diversi, anche Francesco Ferrucci e Michelangelo Buonarroti.

Alla caduta della città, fu ripristinata la signoria medicea con Alessandro de' Medici (che si vociferava fosse in realtà figlio bastardo dello stesso Papa Clemente VII), che nel 1532 fu poi nominato Duca di Firenze.

Simboli

La bandiera della repubblica fu «di rosso alla croce d'argento».[1]

Note

  1. ^ Luciano Artusi, Firenze araldica, pp. 67-68, Polistampa, Firenze, 2006, ISBN 88-596-0149-5

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