Rencine

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Rencine
frazione
Rencine – Veduta
Rencine – Veduta
Rencine
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Siena
Comune Castellina in Chianti
Territorio
Coordinate43°24′20.74″N 11°13′54.7″E / 43.405761°N 11.231861°E43.405761; 11.231861 (Rencine)
Altitudine284 m s.l.m.
Abitanti50[1]
Altre informazioni
Cod. postale53011
Prefisso0577
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rencine
Rencine

Rencine (pronuncia Rèncine) è una frazione del comune italiano di Castellina in Chianti, nella provincia di Siena, in Toscana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Oggi del castello di Rencine restano pochi avanzi che non fanno capire l'importanza che questo borgo ha avuto per la Repubblica di Firenze che lo usava come antemurale contro il caposaldo senese di Monteriggioni. Tale importanza era stata riconosciuta anche dal Re di Francia Filippo Augusto passando di qui di ritorno dalla Crociata del 1191 definì Rencine come la Marche Castellum.

La zona di Rencine risulta abitata anche in epoca etrusca come hanno dimostrato i numerosi ritrovamenti archeologici della zona e i toponimi di origine etrusca dei dintorni. Il nome Rencine è citato per la prima volta in documenti risalenti alla seconda metà dell'XI secolo. In un documento conservato presso il Monastero di Sant'Eugenio a Siena datato 1054 è ricordato che a quel tempo tali Tegrimo e Purpurella, sua moglie, intus castello de Rincina, territurio Florentino et Fesolano. Sul Castello di Rencine avevano diritti feudali i conti Alberti ma anche i Signori di Staggia Senese, i monaci di Badia a Isola e per un breve periodo anche i conti Guidi.

Già verso la fine del XII secolo il possesso del castello passò ai fiorentini, tale possesso viene riconosciuto con gli atti datati 11 dicembre 1176 e 4 giugno 1203. Ma tale possesso non era riconosciuto da Conte Guido di Modigliana che il 25 maggio 1191 si vide riconoscere i suoi titoli su Rencine dall'imperatore Arrigo VI, diritto riconfermato il 29 novembre 1220 da Federico II ai figli del Conte Guido Guerra.

Nel XIV secolo era amministrativamente parte della Lega del Chianti.

Posto com'era sul caldissimo confine tra Firenze e Siena Rencine si trovò sempre a essere la prima linea di ogni conflitto tra le due acerrime rivali. Nel 1397 venne assediato ma invano dalle truppe di Alberico da Barbiano. Nel 1430 la Repubblica di Firenze decise di rinforzare le sue difese e per fare ciò vennero inviati gli operai dell'Opera del Duomo per la realizzazione materiale dell'opera mentre per il sopralluogo e forse per redigere un progetto fu inviato Filippo Brunelleschi. Nel 1452, dopo il tradimento di un comandante fiorentino, venne occupato dalle truppe aragonesi e stessa sorte gli toccò durante la seconda invasione aragonese del Chianti nel 1478, quando divenne il quartier generale del Re di Napoli Ferdinando I che qui si stanziò per diversi mesi.

Del castello oggi rimane solo un piccolo tratto delle mura, ormai ridotte allo stato di rudere. In una casa colonica è rimasto il basamento di una torre e i resti di una finestra ad arco acuto, forse si tratta della Turris Rincinis citata in una deliberazione del XV secolo. Attualmente il piccolo borgo di Rencine vede del turismo attratto dalla bellezza di quest'angolo delle Colline del Chianti.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Canonica di San Michele[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Canonica di San Michele.

La canonica di San Michele era un'antica dipendenza della pieve di San Leonino in Conio.

L'edificio oggi si presenta assai frammentato ma le strutture romaniche sono di grande interesse. La chiesa è a navata unica priva di abside e dell'edificio originario conserva il muro perimetrale sinistro e la parte della facciata ad esso collegata. La facciata è l'elemento di maggior pregio dell'insieme. Unico esempio nell'area chiantigiana presenta un motivo decorativo composto da una serie di arcatelle cieche sostenute ad intervalli regolari da semicolonne e da mensole. Le colonne presentano capitelli ungulati molto simili, anche se più piccoli, della vicina Badia a Isola. Questa decorazione occupa metà della facciata quando bruscamente si interrompe tanto che nella parte destra, ricostruita dopo un crollo, il paramento è regolare ma privo di ogni decorazione.

Nei pressi della chiesa fino a pochi anni or sono si poteva vedere un fonte battesimale monolitico.

Villa Bargagli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Bargagli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Parrocchia Rencine, su banchedati.chiesacattolica.it. URL consultato il 14 luglio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Tipografia Salutati, Firenze, 1758
  • E.Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846
  • E. Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, vol. III, Granducato di Toscana, Editore Civelli, Milano, 1855
  • Istorie fiorentine, di Scipione Ammirato Edito da V. Batelli, Firenze, 1849
  • I castelli del Chianti, di Enrico Bosi e Giovanna Magi, Bonechi editore, Firenze, 1977
  • Filippo Brunelleschi, l'uomo e l'artista: ricerche brunelleschiane, di Paola Benigni, Edito dall'Archivio di stato di Firenze, Firenze, 1977
  • Le Strade del Chianti Classico Gallo Nero, di G. Brachetti Montorselli, R, Stopani, I. Moretti, Bonechi editore, Firenze, 1984
  • P. Cammarosano, Abbadia a Isola. Un monastero toscano nell'età romanica, edito a cura della Società Storica della Valdelsa, Castelfiorentino, 1993
  • AA.VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della Via Francigena tra Siena e San Gimignano, Editori dell'Acero, Empoli, 1996

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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