Rahotep

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Disambiguazione – Se stai cercando il principe e gran sacerdote della IV dinastia, vedi Rahotep (principe).
Rahotep
Rahotep (al centro) su di una stele datata al suo I anno di regno, oggi al British Museum
Re dell'Alto e Basso Egitto
In caricaSecondo periodo intermedio
Incoronazione1622 a.C.[1] (± 30 anni)
Predecessoren.d.
SuccessoreSobekemsaf
Morte1619 a.C.[1] (± 30 anni)
DinastiaXVII dinastia egizia
ConsorteHaankhes
FigliAmeni, Sobekemheb

Rahotep (... – ...; fl. XVII secolo a.C.) è stato un faraone della XVII dinastia egizia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Spesso ricordato come il fondatore tebano della XVII dinastia, quest'opinione è ancora oggi condivisa da molti egittologi[2]; tra i pareri contrari, Thomas Schneider ritiene che prima di lui regnò Nebukheperra Antef (V) che sarebbe da considerare come il vero fondatore della dinastia, mentre secondo altri[3] Rahotep sarebbe più verosimilmente da attribuire alla tarda XIII dinastia.

La titolatura reale di Rahotep ci è nota grazie ad una stele frammentaria rinvenuta a Copto, in cui il faraone afferma di aver compiuto lavori di restauro nel tempio locale di Min sostituendo i portali in rovina con altri nuovi[4]; da Abido invece ci è giunta un'iscrizione in cui il sovrano celebra i restauri del suddetto tempio e di quello locale dedicato ad Osiride[5].
Tra le liste reali, Rahotep è citato con certezza nella Sala degli antenati di Thutmose III alla posizione 54:

N5S42V29N28
Z2

sḫm rˁ w3ḥ ḫˁw - Sekhemra Wahkhau

mentre non altrettanto certa è la sua identificazione con la posizione 1.11 del Canone Reale:

N5S42 Z1 HASH

sḫm...rˁ – Sekhem...ra

Assumendo tale identificazione come corretta, il Canone Reale fornisce una durata di regno di 3 anni, con una lacuna in luogo dei mesi e dei giorni. Oggi si tende ad assegnare a Rahotep proprio questa durata di regno.
Il nome di Rahotep compare anche su di una stele di un ufficiale e su di un arco appartenuto ad un "Figlio di re". Per molto tempo si è creduto che fosse lui il re citato nel racconto di epoca ramesside Khonsuemheb e lo spirito, ma oggi pare che si fosse trattato di una lettura sbagliata del praenomen di Montuhotep II della XI dinastia[6].

Non si sa nulla della politica estera di questo sovrano, il quale si trovò a regnare in un periodo in cui le dinastie regnanti in contemporanea su varie parti d'Egitto furono - secondo alcune cronologie - forse ben cinque: dalle morenti dinastie XIII e XIV alla neonata XVII, passando per la XV dei Grandi Hyksos rappresentata in quel periodo da Yacob-her, e la XVI vassalla della XV[7].

La tomba di Rahotep non è mai stata ritrovata, ed è soltanto un'ipotesi che il sovrano tebano sia stato sepolto nella necropoli di Dra Abu el-Naga presso Tebe. Per quanto riguarda la relazione tra questo sovrano ed il suo successore Sobekemsaf, sappiamo che il figlio di Rahotep, Ameni, ne sposò una figlia.

Titolatura[modifica | modifica wikitesto]

Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
V29S34
W3h ՚nḫ Wah-ankh Durevole nella vita
G16
nbty (nebti) Le due Signore
wsrsr
D36
M4M4M4
wsr rnpwt User reneput Poderoso negli anni
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M14HASH
w3d [...] Wadj... Che rinvigorisce...
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5S42V29N28
a
sḫm r՚ w3h ḫ՚w Sekhemra Wahkhau Potente è Ra, durevole nell'apparizione[8]
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
r
D36
N5
Z1
R4
t p
r՚ htp Rahotep Ra è contento

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Detlef Franke, Personendaten aus dem Mittleren Reich. (20.–16. Jahrhundert v. Chr.). Dossiers 1–796 (= Ägyptologische Abhandlungen. Bd. 41). Otto Harrassowitz, Wiesbaden 1984, ISBN 3-447-02484-4.
  2. ^ Gardiner, Grimal, Hayes, Ryholt, Wilkinson per citare quelli presenti in bibliografia.
  3. ^ Cimmino, op. cit. p. 191; 222.
  4. ^ H.M. Stewart: Egyptian Stelae, Reliefs and Paintings from the Petrie Collection. Part Two: Archaic to Second Intermediate Period, Warminster 1979, p. 17-18, no. 78. Qui un'immagine della stele e la sua traduzione.
  5. ^ Janine Bourriau, Ian Shaw (edit), The Oxford History of Ancient Egypt Oxford University Press, 2000. p. 205 ISBN 978-0-19-280458-7
  6. ^ Hayes, op. cit. p. 66-67.
  7. ^ Grimal, op. cit. p. 244-246.
  8. ^ British Museum Londra, numero d'inventario 283

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, Oxford University Press (Einaudi, Torino 1997), 1961, p. 148, ISBN 88-06-13913-4.
  • Nicolas Grimal, Storia dell'antico Egitto, 9ª ed., Roma-Bari, Biblioteca Storica Laterza, 2011, ISBN 978-88-420-5651-5.
  • W.C. Hayes, Egypt: from the death of Ammenemes III to Seqenenre II, in The Cambridge Ancient History vol 2 part 1: Early History of the Middle East and the Aegean Region c. 1800-1380 B.C., Cambridge, University Press, 1973 (2006), ISBN 0-521-08230-7.
  • Kim Ryholt, The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period c.1800-1550 B.C., 9ª ed., Copenhagen, Museum Tusculanum Press, 1997, pp. 392-93; file 17/1, ISBN 87-7289-421-0.
  • Toby Wilkinson, L'antico Egitto. Storia di un impero millenario, Torino, Einaudi, 2012, p. 191, ISBN 978-88-06-21043-4.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Signore dell'Alto e del Basso Egitto Successore
n.d. 16221619 a.C. (± 30 anni) Sobekemsaf