Raffaele Schiavina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Raffaele Schiavina

Raffaele Schiavina, noto anche con lo pseudonimo di Max Sartin (Ferrara, 8 aprile 1894Salt Lake City, 23 novembre 1987), è stato un anarchico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu tra gli organizzatori degli Arditi del Popolo. Noto con lo pseudonimo di "Max Sartin", con cui ha firmato parecchi dei suoi articoli e pubblicazioni, è stato per oltre 50 anni, fino alla chiusura nel 1972, fra i responsabili del giornale L'Adunata dei Refrattari, da lui diretto a partire dal 1927.

L'"Archivio Giuseppe Pinelli" di Milano ha ricevuto in donazione da Max Sartin più di un centinaio di foto e documenti, fra i quali opuscoli, ritenuti rari, inerenti al movimento anarchico italo-statunitense e relativi al periodo della dittatura fascista, in gran parte editi a Parigi.

«Fanno parte integrante del fondo anche documenti prodotti dai GIA, dalla redazione di «Volontà», dal gruppo editoriale “L’Antistato”, scritti di Raffaele Schiavina, lettere di Luigi Fabbri a Gigi Damiani e di Sébastien Faure ad Armando Borghi e Gianni Landi: tutto materiale raccolto e conservato da Turroni e, in tal modo, sottratto a probabile dispersione[1]»

Abbraccia la causa anarchica in età giovanile, quasi adolescenziale, e ripara negli USA prima dell'inizio della prima guerra mondiale dove prosegue la sua militanza divenendo redattore del giornale Cronaca Sovversiva, pubblicazione anarchica che sosteneva le tesi "antiorganizzative", come si diceva all'epoca, in pratica indirizzate alla creazione di un movimento anarchico informale, auto-organizzato ed autonomo da federazioni, commissioni di corrispondenza o organi simili (tipici, invece, delle organizzazioni anarchiche "di sintesi", come le federazioni anarchiche), ed il cui redattore responsabile era Luigi Galleani.

Viene arrestato negli Usa con Luigi Galleani ed estradato in Italia, scarcerato nel 1920, sempre assieme a Galleani riapre Cronaca Sovversiva di cui ne vengono inviate 4000 copie negli USA con il titolo A stormo in quanto negli USA era stata censurata la testata che portava titolo Cronaca Sovversiva nell'immediato periodo successivo diviene organizzatore degli Arditi del Popolo nella zona del Vercellese[2]. Accusato di essere uno dei capi degli Arditi del Popolo gli vengono imposti due anni di carcere preventivo e l'assoluzione avvenuta il 22 ottobre 1922 gli permette di espatriare in Francia e nello specifico a Parigi dove fonda un altro noto, nel prosieguo, foglio anarchico, Il Monito, a Parigi compie un attentato ai danni del console fascista e quindi entra di nascosto negli USA dove rimane fino alla morte.

Opere scritte[modifica | modifica wikitesto]

  • Max Sartin, Berneri in Spagna, New York, Biblioteca de "L'Adunata dei Refrattari", 1938.
  • Max Sartin, Berberi in Ispana, Biblioteca de "L'Adunata dei Refrattari", senza data.
  • Max Sartin, prefazione di Luigi Galleani, La guerra che viene, 1939.
  • Max Sartin, Il sistema rappresentativo e l'ideale anarchico, New York, Biblioteca de "L'Adunata dei Refrattari", 1945.
  • Max Sartin, Mistificazioni e chimere del riformismo, 1947.
  • Max Sartin, Il sistema rappresentativo e l'ideale anarchico, Genova, Gruppi Anarchici Riuniti, 1957.
  • Max Sartin, introduzione e breve bibliografia di Gianni Carrozza, Berneri in Spagna, Iglesias, Edizioni RL, senza data.
  • Max Sartin, Pio Turroni, Osvaldo Maraviglia, Papers.
  • Autori vari, Barricate e decreti. Spagna 36-37, la rivoluzione infranta, Gratis Edizioni, 2013.
  • Max Sartin, Le systeme representatif et l'ideal anarchiste, Anar'chronique éditions, 2017.
  • Max Sartin, Sebastien Faure, Errico Malatesta, Perché gli anarchici non votano, Aprilia, Ortica Editrice, 2017.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Centro studi Libertari[collegamento interrotto]
  2. ^ Luigi Galleani ed suoi compagni sono ricordati da Francesco Leone uno dei capi degli Arditi del Popolo operanti a Biella, Vercelli e Novara nel periodo che riguarda gli attacchi degli squadristi fascisti nel Vercellese.

    «Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato Luigi Galleani, che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi...»

    intervista a Francesco Leone Archiviato il 17 maggio 2008 in Internet Archive. rilasciata a Cesare Bermani

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN61293040 · ISNI (EN0000 0000 4446 1985 · SBN SBLV185976 · LCCN (ENno2006018806 · WorldCat Identities (ENlccn-no2006018806