Publio Servilio Casca

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Nettuno, con il nome di Casca, tridente sotto. Vittoria che cammina su scettro spezzato. BRVTVS IMP ai lati
Denario. Autunno-inverno 42 d.C.
Testa di Bruto BRVTVS IMP ai lati Trofeo militare-navale. CASCA LONGVS ai lati
Aureo. Autunno-inverno 42 d.C.
Cimbro (al centro) mostra la petizione e tira la tunica di Cesare, mentre uno dei due fratelli Casca si prepara a colpirlo da dietro. Dipinto di Karl Theodor von Piloty

Publio Servilio Casca Longo (in latino Publius Servilius Casca Longus; Roma, ... – Filippi, 42 a.C.) è stato uno degli assassini di Gaio Giulio Cesare, ucciso il 15 marzo 44 a.C..

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene la sua famiglia fosse fedele a Cesare, Publio Servilio e suo fratello Gaio Servilio Casca, anch'egli amico di Cesare, parteciparono all'assassinio. Casca sferrò il primo colpo,[1] attaccando Cesare da dietro e colpendolo sul collo, dopo che Lucio Tillio Cimbro ebbe distratto il senatore afferrandone la toga. Solo dopo gli altri assassini si unirono ai due.

Fu poi tribuno della plebe; proscritto venne privato della sua carica[2]e dovette fuggire da Roma per andare in Oriente presso Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, morì suicida nel 42 a.C. in seguito alla sconfitta nella battaglia di Filippi.

Triumvir monetalis[modifica | modifica wikitesto]

Casca è stato triumvir monetalis e ha emesso due monete, un denario e un aureo.

Sul primo è raffigurato accanto al suo nome il dio Nettuno e al rovescio, accanto al nome di Bruto e al titolo di imperator, una Vittoria che cammina sopra uno scettro spezzato[3][4].

Sull'aureo è presente al dritto il ritratto di Bruto e al rovescio è raffigurato un trofeo militare posto sopra due prore[4].

Rappresentazioni drammatiche e cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ John Hazel, Who's Who in Roman World, Routledge, 2002, p.55
  2. ^ William George Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology: Abaeus-Dysponteus, p.618
  3. ^ Wayne G. Sayles, Ancient Coin Collecting III: The Roman World-Politics and Propaganda, Krause Publications, 2007, p.16
  4. ^ a b Crawford, p. 517/8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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