Protocollo cerimoniale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Protocollo (cerimoniale))
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Un protocollo cerimoniale, nella vita di relazione, è l'insieme delle consuetudini, degli usi e delle norme che hanno disciplinato dall'antichità, e che disciplinano tutt'oggi, la vita di relazione pubblica (sul piano nazionale e internazionale) e privata.

Il Congresso di Vienna in un dipinto di Jean-Baptiste Isabey (1767-1855)

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

Questo istituto, di natura sociale ma anche giuridica, nel tempo è stato indicato con diverse denominazioni quali protocollo, prassi protocollare, cerimoniale, galateo e diverse altre. La specifica dottrina contemporanea - sempre ispirata ai principi di filosofia morale, differenti nel tempo e nello spazio, ma di massima in linea con i precetti del decalogo biblico, alla base anch'essi del diritto naturale, dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'Islam - trae spunto in special modo dal cosiddetto Cerimoniale diplomatico.

Secondo il Santantonio[1] si tratta di quel cerimoniale codificato per la prima volta nel Pace di Vestfalia del 1648 e successivamente rielaborato nel Congresso di Vienna del 1815 e, nella forma oggi vigente, nella Convenzione sulle relazioni diplomatiche di Vienna del 1961. Tale cerimoniale fissa le procedure protocollari internazionali, tra cui, ad esempio, i rapporti tra i rappresentanti diplomatici e gli stati ospitanti e le modalità per la presentazione delle credenziali da parte dei capi-missione. Sempre secondo il Santantonio, esistono varie forme riconosciute di cerimoniale e cioè quello ecclesiastico, quello diplomatico, marittimo, di Stato, ma anche quello militare e quello sportivo.

Cerimoniale e galateo[modifica | modifica wikitesto]

È opinione diffusa che parole come cerimoniale, etichetta, stile, bon ton e altre ancora possano essere senza distinzione utilizzate per descrivere e qualificare una molteplicità di attività - chiunque sia il soggetto che le pone in essere - che attengono al comportamento e al suo carattere formale. Tuttavia non è così: galateo, bon ton, etichetta, interpretano, sostengono e curano l'espressione del comportamento dell'individuo nella sfera dei rapporti personali. Costituiscono l'espressione delle convenzioni sociali, culturali, religiose che sono necessario presupposto per una convivenza civile.

Cerimonia molto complessa: Incoronazione di Napoleone I, Jacques-Louis David
La tiara papale (chiamata anche "Triregno")

Qualche codice di cerimonie esistette anche nel IV secolo ma i documenti più importanti si datano dall'VIII al XV secolo. Di fronte alla molteplicità delle raccolte il Concilio di Trento ordinò la pubblicazione di un solo cerimoniale: Liber cerimoniarum ritualis reso ufficiale sotto Clemente VIII. Nuove edizioni furono adottate da papa Innocenzo X nel 1650 e da papa Benedetto XIII nel 1727. Quest'ultimo pontefice volle regolamentati la musica e il canto, i segni di onore e di rispetto tra il vescovo e le autorità civili, i doveri dei vescovi, dignità e uffici del capitolo (canonici), ornamenti e insegne pontificali e degli arredi sacri nonché le funzioni pontificali e di alcune solennità[2].

Va ricordato, infine, che la dottrina ha ufficializzato anche il cerimoniale marittimo che disciplina lo scambio di onori tra le navi nonché le visite a bordo e a terra dei comandanti, in patria e all'estero e il cerimoniale militare che a sua volta regolamenta la resa degli onori, le riviste e le parate. Il cerimoniale sportivo cui si fa riferimento per le cerimonie di apertura e chiusura delle più importanti manifestazioni sportive.

Titoli accademici, nobiliari e cavallereschi[modifica | modifica wikitesto]

Le insegne dell'Ordine Supremo del Cristo della S. Sede

Nella vita di relazione privata, pubblica e in ambito internazionale è necessario rivolgersi propriamente ai propri interlocutori: chi è titolare di un'alta carica va chiamato con il titolo conseguente. Così, si dirà "Presidente" al Presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, al Presidente del Consiglio, ai presidenti delle Commissioni parlamentari, ai presidenti di Tribunale, ecc. e si dirà Ministro, Sottosegretario, Questore, Procuratore, Sindaco, Generale, Ammiraglio, Comandante, ecc. A fattor comune, è atto di cortesia e rispetta la tradizione premettere l'appellativo "Signore" alla denominazione delle cariche anzidette, tranne quando siano previsti altri appellativi. Così si potrà dire "Signor Presidente", "Signor Ministro", "Magnifico Rettore", "Chiarissimo Professore" e così di seguito.

Vi sono poi situazioni nelle quali il modo di rivolgersi a una personalità esige tassativamente l'uso di particolari appellativi. Così si ricorrerà al trattamento di Eccellenza[3] nel rivolgersi ad Ambasciatore titolare di Ambasciata, ovvero Eccellenza reverendissima nel rivolgersi a un vescovo, abate ordinario o arcivescovo, ovvero Altezza Eminentissima al Principe Sovrano e Gran Maestro del SMOM, ovvero Eminenza reverendissima nel rivolgersi a un cardinale, ovvero Beatitudine a un patriarca[4] e l'appellativo di Santità, o Beatissimo Padre o Santo Padre al Papa o al Patriarca di Costantinopoli-la nuova Roma[5].

Le onorificenze cavalleresche non mutano l'ordine di precedenza spettante in ragione della carica. Esse determinano il rango degli insigniti solo nell'ambito degli Ordini di appartenenza. Nel rivolgersi per iscritto a personalità che sia insignita di onorificenze cavalleresche, si potrà menzionare il grado nell'indirizzo ed eventualmente in apertura della lettera come appellativo, se non debba invece essere indicata la carica o il titolo accademico perché magari più importanti e più significativi[6].

Cavalieri e dame dell'Ordine del S. Sepolcro in processione a Charlotte, Carolina del Nord

I titoli nobiliari non danno diritto in Italia a particolari precedenze. Nelle pubbliche relazioni se ne può tenere conto se si tratta di titolati stranieri che nei loro paesi godono di speciali distinzioni giuridicamente riconosciute come in Gran Bretagna, in Spagna, ecc.[7][8]

Un particolare privilegio annette alla titolarità di alcuni titoli nobiliari (principi, duchi e "marchesi di baldacchino") il trattamento di "don" e di "donna" da premettere al nome del nobile e della consorte. Il medesimo trattamento spetta ai componenti delle famiglie che ne abbiano ottenuta particolare concessione, alle famiglie sarde che godano insieme del cavalierato e della nobiltà e a particolari categorie di famiglie milanesi e lombarde[9].[Ma anche questo non dovrebbe non essere più in vigore? Vedere paragrafo più sopra relativo all'Italia]

Inviti alle cerimonie[modifica | modifica wikitesto]

Ricevere un invito per una cerimonia, per una colazione (pasto che ha inizio dalle 12:30 alle 14:00) o per un pranzo (inizio 19:30 - 21:00) esige formalmente una risposta da dare al più presto. La risposta è data con le stesse forme con cui si è ricevuto l'invito: per iscritto oppure a voce.

Un pasto alla corte dell'Imperatore SRI Ferdinando I al Römer di Francoforte nel 1558

Ai pranzi di etichetta non devono prendere parte giovani al di sotto dei 18 anni di età, anche se familiari dei padroni di casa.

Spesso sugli inviti è riportata la sigla R.S.V.P. (Répondez, s'il vous plaît). Si chiede in sostanza una risposta affermativa o meno. Occorre senz'altro fornirla subito. Nei casi in cui non si può aderire all'invito, oltre a ringraziare, si indicheranno genericamente i motivi.

Il Santantonio era solito ripetere che comunque un invito non riscontrato 48 ore prima dell'evento era da considerare non accettato, tuttavia consigliava agli addetti al cerimoniale di usare questa regola con molta attenzione, soprattutto se gli interessati erano personalità di spicco o comunque di particolare rilievo. Insomma, nei casi complessi una buona regola è quella di contattare la segreteria del personaggio per sondarne gli intendimenti.


Cerimoniale in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cerimoniale di Stato.

Quando presenzia il Capo dello Stato, il Cerimoniale è assunto in proprio da funzionari della Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Consiglio preposti allo specifico settore. Se oltre al Capo dello Stato intervengono Autorità straniere interviene il Cerimoniale diplomatico della Repubblica, che ha sede presso il Ministero degli Affari Esteri.

Fra Giacomo della Torre del Tempio di Sanguinetto, 80º Gran Maestro del SMOM

Una fonte notevole in tema di ordine delle precedenze era costituita dal R.D. 16 dicembre 1927, n. 2210. Esso ripartiva le cariche pubbliche in 18 Categorie: nella I era previsto il solo Primo Ministro Segretario di Stato sino alla XVIII che comprendeva gli Addetti consolari, gli Uditori giudiziari, i Sottotenenti delle Forze Armate, ecc. sino ai Medici Assistenti dei Manicomi Giudiziari. Era un sistema di classificazione che prendeva come modello di riferimento la gerarchia militare sabauda, che incominciava con il Sottotenente e finiva con il Sovrano, Capo supremo delle Forze Armate. Nel 1929, il R.D. del 28 novembre, n. 2029 disciplinava le Norme relative al Sovrano Ordine di Malta e in particolare modo precisava che:

L'avvento della Repubblica mise in luce la necessità di adeguare le norme sulle precedenze. La complessità della problematica consigliò di mantenere comunque per quanto compatibili le previsioni del R.D. n. 2210/1927 integrate dalla Circolare n. 92019/12840-16 del 26 dicembre 1950 della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Gabinetto, emanata d'intesa con gli Uffici di presidenza della Camera e del Senato.

Lo stemma dell'Ordine di Malta

La Circolare del 1950 ripartisce le Alte cariche secondo la loro importanza in quattro categorie: la I categoria non aveva suddivisione e le personalità che vi facevano parte vi erano indicate in ordine di precedenza (Presidenti delle due Camere in ordine di età, Presidente del Consiglio dei ministri, Presidente della Corte Costituzionale); le categorie II, III e IV erano, invece, articolate in classi. Per rango delle personalità si intendeva l'appartenenza alla categoria e alla classe mentre per posizione di precedenza s'intendeva la collocazione nella categoria e nella classe.

La successione nelle posizioni costituisce l'ordine delle precedenze. L'ordine delle precedenze era attribuito secondo la funzione delle persone indicate dalla circ. del '50. Il limite più grande delle previsioni della Circolare era che comprendeva nelle sue previsioni solo le più alte cariche dello Stato, lasciando in situazione di incertezza personalità pubbliche anche di livello. Si pensi che nella Categoria IV, 2ª classe tra le ultime funzioni elencate erano il capo della polizia, i Comandanti Generali di Carabinieri e Guardia di Finanza, il Governatore della Banca d'Italia, Rettori delle Università, Ordinario Militare. Oltre a tali carenze, man mano che in Italia sono state istituite nuove istituzioni, nuove cariche e nuove funzioni si è avvertita sempre più l'esigenza di regolamentare il settore dell'Ordine delle precedenze adottando finalmente, con Decreto del P.C.M. del 14 aprile 2006, le "Disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra le cariche pubbliche". Dopo una sperimentazione di due anni si è pervenuti, infine, al Decreto del P.C.M. del 16 aprile 2008 contenente "Aggiornamento delle disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra cariche pubbliche".

Ordine delle precedenze[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ordine delle cariche della Repubblica Italiana.

Come già argomentato, in materia di cerimoniale l'Ordine delle precedenze tra le cariche pubbliche è regolato con Decreto del PCM. La normativa del 2006 è stata aggiornata con successivo Decreto del 16 aprile 2008 che, nel confermare di massima le precedenze protocollari del 2006, ha comunque apportato lievi variazioni nel posizionamento di alcune cariche[10].

Sergio Mattarella, XII Presidente della Repubblica
Bandiera Distintiva del Ministro della Difesa, (DM del 23/04/2002)

Oggi, pertanto, l'Ordine delle precedenze colloca al vertice delle cariche pubbliche il Presidente della repubblica. Quando in una cerimonia nazionale non è presente il Capo dello Stato ma è presente un cardinale, quest'ultimo occupa il primo posto della prima categoria, "senza peraltro assumere la presidenza della cerimonia". Se alla cerimonia è presente sia il Presidente della repubblica sia un cardinale, sono collocati entrambi al vertice dell'ordine di precedenza, pur assumendo la presidenza della cerimonia il Presidente della repubblica[11] e in sette categorie tutte le altre cariche pubbliche.

Nella 1ª categoria sono elencati i presidenti delle due Camere, quello del Consiglio dei ministri e quello della Corte Costituzionale.

Nella 2ª categoria vi sono i vice presidenti delle Camere, i Ministri, i presidenti delle Regioni in sede, i Sottosegretari di Stato, ecc.

Nella 3ª, i vertici delle magistrature, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, i parlamentari.

Nella 4ª, i prefetti in sede, i sindaci in sede, i vescovi, il capo della polizia, i Comandanti Generali di Carabinieri e Finanza, i Capi di Stato Maggiore delle FF.AA., ecc.

Nella 5ª categoria, gli assessori regionali in sede, i capi dipartimenti dei ministeri, i direttori di AISI e AISE, i comandanti militari interregionali, l'Ordinario Militare, ecc.

Nella 6ª, i capi degli uffici giudiziari, i questori in sede, i comandanti militari regionali, ecc.

Nella 7ª, gli assessori comunali e provinciali in sede, i comandanti militari provinciali, ecc.

Il R.D. n. 2015 del 1925 stabilisce l'ordine delle precedenze tra i ministri e i rispettivi dicasteri. Ovviamente le variazioni nei dicasteri, che intervengono per ogni Gabinetto, sono disciplinate per analogia.

L'ordine delle precedenze tra le varie Forze Armate e di Polizia si riferisce esclusivamente alle singole autorità, in quanto rivestite di specifica funzione. Per quanto attiene invece l'ordine di precedenza dei reparti schierati si fa riferimento al Regolamento sul servizio territoriale e di presidio che statuisce la primazia delle Forze Armate sulle Forze di Polizia.[12]

La rappresentanza[modifica | modifica wikitesto]

La rappresentanza è una delega che nel campo protocollare una personalità rilascia a un suo pari rango o a un inferiore, perché partecipi, in sua vece, a una manifestazione ufficiale.

Secondo il Santantonio la rappresentanza è caratterizzata da tre aspetti: il rango del rappresentante, il posto del rappresentante e i limiti della rappresentanza.

La ricordata Circolare del '50 chiarisce che la rappresentanza non può essere conferita se non a persone che abbiano rango in categoria pari o immediatamente inferiore. Di massima, pertanto, il Prefetto può farsi rappresentare dal Vice Prefetto vicario, il Generale di Corpo d'Armata dal Generale di Divisione, il Sindaco dall'Assessore, e così di seguito.

Di massima, coloro che intervengono nelle pubbliche cerimonie, in rappresentanza di cariche superiori a quella che personalmente ricoprono, debbono occupare il posto spettante, nell'ordine delle precedenze, alla carica che rappresentano.[13]

Tuttavia, il principio basilare della rappresentanza prevede che il rappresentante prende comunque posto subito dopo le personalità dello stesso rango dell'Autorità rappresentata. Ad esempio, un Generale di Divisione in rappresentanza di un Generale di Corpo d'Armata prenderà posto fra i Generali di Corpo d'Armata, per ultimo, e prima degli altri Generali di Divisione.

In tema di limiti della rappresentanza, il Santantonio precisa che "non è ammessa la rappresentanza nei pranzi e nei ricevimenti". Infatti, nelle riunioni conviviali l'invito è rivolto alla persona e non alla carica. La rappresentanza termina con la cerimonia.

Scambio di visite tra autorità[modifica | modifica wikitesto]

Un momento importante della vita di rappresentanza è lo scambio di visite tra le Autorità. Al riguardo esistono consuetudini ormai consolidate che, in Italia, traggono origine da un documento ufficiale, la Circolare del 21 gennaio 1926 n. 761/46, firmata da Benito Mussolini che ritenne di estendere a livello nazionale quanto praticato sino ad allora nel solo ambiente militare.

In buona sostanza, secondo il Santantonio, lo scambio di visite consiste nelle visite di dovere e nelle visite di cortesia.

Le visite di dovere sono quelle dovute, in ambiente militare, ai superiori della propria linea gerarchica. Esse sono rese nell'ufficio del superiore e vengono compiute entro tre giorni dall'assunzione dell'incarico. Le visite di commiato vengono rese non oltre la data di trasferimento o di cessazione dall'incarico.

Le visite di dovere non vengono restituite.

Le visite di cortesia rappresentano una componente importante nella vita di relazione tra coloro che detengono cariche pubbliche e rendono di fatto più agevole l'inserimento dei nuovi titolari di uffici o funzioni nella realtà in cui si trovano a operare. La prassi protocollare, al riguardo, prevede che "Le Autorità politiche, civili e militari (ma ciò vale anche per le autorità religiose) che prendono possesso di una carica:

  • rendono visita di cortesia alle Autorità politiche, civili e militari che appartengono a categorie superiori alla propria;
  • ricevono la visita delle Autorità di livello pari o inferiore.

Entrambe le visite vengono richieste appena assunta la carica ed effettuate quando fissate da chi deve riceverle (entro tre giorni salvo giustificati impedimenti).

Quando, invece, tali Autorità lasciano la carica:

  • rendono visita di commiato alle Autorità che appartengono a categorie superiori o pari;
  • ricevono la visita dalle Autorità di categoria inferiore, sempre che queste siano avvertite ufficialmente e tempestivamente dalla stessa Autorità che lascia la carica"[14].

Sempre in tema di visite di cortesia si deve precisare che non è mai ammessa la rappresentanza nel rendere visita mentre è consentita la rappresentanza nella restituzione della visita. Il Santantonio, al riguardo, era solito raccomandare di ricorrere alla rappresentanza nella restituzione delle visite solo in casi eccezionali e con molta oculatezza.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Santantonio, Il cerimoniale nelle pubbliche relazioni, Gesualdi ed., Roma, 1998, pp. 19 ss.
  2. ^ Così E. Foschi, Il cerimoniale a Montecitorio e dintorni, Gangemi, Roma, 1996; A. Gentili, Etica, cerimoniale e galateo per la Guardia di Finanza, Laurus, Ostia Antica, 1994, pp. 62 ss.; A. Serra, Manuale di storia dei trattati e di diplomazia, ISPI, Milano, 1980, p. 258. Ampl. vds. anche A. Gentili, Brevi note sull'ordinamento giuridico dello Stato Città del Vaticano, in Rassegna Arma CC, Roma, n. 4/1990, pp. 53 ss.
  3. ^ Il titolo/trattamento di Eccellenza venne disciplinato nella storia contemporanea italiana anche con il R.D. 16 dicembre 1927, n. 2210, in seguito abolito dal D.L.Lgt. 28 giugno 1945, n. 406. Poiché però tale Decreto non fu mai convertito in legge, fu seguito dalla Circ. 23.V.1950 n. 39568, che precisava che il titolo era stato abolito. Ciò non vale, però, per gli Ambasciatori titolari di Ambasciate, cui il trattamento di Eccellenza è riconosciuto da una convenzione internazionale, né per i Vescovi cui è riconosciuto dall'ordinamento canonico.
  4. ^ Si ricorda che la Chiesa cattolica di occidente ha ancora due soli Patriarchi, quello di Venezia e quello di Lisbona. Essendo però tali Patriarchi dei Cardinali, ci si rivolge loro con l'appellativo di questi ultimi.
  5. ^ M. Santantonio, Op. cit., pp. 306 ss.
  6. ^ Infatti, come appellativo si potranno usare il titolo di "Cavaliere" o quello di Commendatore" ma sono inadatti quelli di "Cavaliere ufficiale", "Grand'Ufficiale" o "Cavaliere di Gran Croce".
  7. ^ Infatti nel Regno Unito vige un Ordine delle precedenze che, oltre le varie posizioni dei membri della famiglia reale, prescrive un minuzioso elenco delle posizioni dei nobili, quali ad esempio: "...il Gran Ciambellano della Casa Reale, il Grande Scudiere, i Duchi d'Inghilterra,...i figli primogeniti dei duchi di sangue reale, i marchesi nello stesso ordine dei duchi, il vescovo di Londra,...i figli minori dei conti, ecc.".
  8. ^ In Spagna, invece, molto più semplicemente, nell'Ordine delle precedenze della città di Madrid si trovano nelle prime quattro posizioni il Re o la Regina, il Consorte del / lla Sovrano/a, Principe o Principessa delle Asturie, Infanti di Spagna, quindi seguono il Presidente del Governo, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Senato, ecc.
  9. ^ Art. 39 dell'Ordinamento dello stato nobiliare italiano, approvato con R.D. 7 giugno 1943, n. 651.
  10. ^ Ampl. vds. pure M. Sgrelli, Il Cerimoniale-il cerimoniale moderno e il protocollo di Stato- Regole scritte e regole non scritte, Master ed., Roma, 2006.
  11. ^ Quando in una cerimonia nazionale non è presente il Capo dello Stato ma è presente un Cardinale, quest'ultimo occupa il posto che sarebbe stato riservato al Presidente della Repubblica. Ciò in virtù del fatto che i cardinali sono equiparati ai principi ereditari delle monarchie.
  12. ^ Cfr. art. 147 della pubblicazione SMD-G-106 "Regolamento sul servizio territoriale e di presidio".
  13. ^ Così la circolare del Capo del Governo n. 571-16 del 23 maggio 1925.
  14. ^ Così M. Santantonio, Op. cit., pp. 111 ss.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Massimo Sgrelli, Il Cerimoniale - Il cerimoniale moderno e il protocollo di Stato - regole scritte e non scritte - Manuale per la pubblica amministrazione e le relazioni esterne di impresa, quarta edizione, Master Edizioni, Roma, 2005.
  • Marco Consentino - Stefano Filippone-Thaulero, Il buon cerimoniere. Regola da seguire e soluzioni di emergenza per chi si occupa di pubbliche relazioni, Gangemi Editore, Roma, 1999; *[1] Archiviato il 28 ottobre 2016 in Internet Archive..
  • Enrico Foschi, Il Cerimoniale a Montecitorio e dintorni, Gangemi Editore, Roma, 1996.
  • Leonardo Visconti di Modrone, Consuetudini di Cerimoniale Diplomatico, Tipolitografia Vitaliano Calenne, Roma, 2008.
  • Fabio Cassani Pironti, Ordini in ordine, manuale d'uso delle decorazioni per il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Sovrano Militare Ordine di Malta ed i rispettivi dignitari, Laurus Robuffo, Roma, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]