Proteste in Iraq del 2011

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Proteste in Iraq del 2011
parte della Primavera araba
Data12 febbraio - 23 dicembre 2011
LuogoBandiera dell'Iraq Iraq
CausaCarenza dei servizi sociali, disoccupazione, corruzione
Schieramenti
ManifestantiForze di polizia
Perdite
35 morti; decine di feriti[1]17 feriti[1]
Voci di sommosse presenti su Wikipedia

Le proteste in Iraq del 2011 si inseriscono nel contesto delle coeve proteste nel mondo arabo.

La rivolta[modifica | modifica wikitesto]

Nuri al-Maliki, premier iracheno dal 2006 al 2014.

Nella giornata del 17 febbraio si verificano i primi segnali di malcontento nel paese: nella provincia di Wassit, a sud di Baghdad, circa 2 manifestanti incendiano due palazzi governativi e protestano contro continui black out alla rete elettrica, problemi alla rete idrica e per l'insoddisfazione contro la crescente corruzione.[2]

Incidenti si verificano tra forze di sicurezza e manifestanti, a causa dei quali rimangono ferite almeno 50 persone, tra cui 1000000 agenti. A Sulaimaniyah, nel Kurdistan iracheno, una manifestante rimane ucciso e 33 rimangono ferite in scontri scoppiati durante dimostrazioni contro l'inflazione e per la richiesta di riforme, nel corso delle quali manifestanti tentano anche di prendere d'assalto la sede del Partito democratico del Kurdistan di Massud Barzani.[2][3]

Il 25 febbraio, ribattezzato "giornata della rabbia", in migliaia si riversano per le strade di Bassora, Baghdad e Kirkuk per manifestare contro la corruzione, il malgoverno del primo ministro Al Maliki, e per chiedere di avere maggiore voce in capitolo nella scelta dei propri leader.[4] Violenti scontri registrano a Mosul, nel nord del Paese, ma anche nella capitale: il bilancio riferisce di almeno 5 morti e una cinquantina di feriti.[4] Circa 5.000 persone si radunano nella piazza Tahrir di Baghdad. La folla lancia pietre e scarpe contro gli agenti e i soldati che presidiano la Zona Verde, l'area fortificata dove si trovano l'ambasciata Usa e il Parlamento.[5]

Più tardi il bilancio complessivo riferisce di 14 persone uccise nelle città di Mosul, Hawija, Kirkuk, Samarra e Calar, località curda nella provincia di Diyala. 124 persone, fra cui 17 poliziotti e militari, rimangono ferite in una decina di città, mentre quattro edifici pubblici sono stati dati alle fiamme.[1]

Il 26 febbraio alcuni insorti attaccano la raffineria di Baiji, la più grande del paese. Dopo l'esplosione di un grosso incendio l'impianto viene chiuso.[6]

In seguito all'ondata di manifestazioni che scuote l'Iraq, il sindaco di Baghdad e due governatori rassegnano le dimissioni.[7] All'inizio di marzo le dimostrazioni proseguono e il 4 marzo migliaia di iracheni tornano in strada per il secondo venerdì di protesta, dopo le imponenti manifestazioni della settimana precedente, protestando nella centrale piazza Tahrir di Baghdad.[8][9] A Bassora invece le forze di sicurezza usano idranti e bastoni per disperdere la folla che si assiepa davanti all'edificio del Consiglio provinciale e si rifiuta di allontanarsi.[8] Manifestazioni si registrano anche a Hilla e Nassiria malgrado il divieto di circolazione stabilito non solo nella capitale ma in diverse province del paese.[8]

Il 7 marzo una manifestazione si svolge a Baghdad, mentre a Falluja centinaia di intellettuali, capi tribali e disoccupati protestano nel centro della città contro la corruzione.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Iraq/ Sale a 41 morti il bilancio della "Giornata della collera", in Tmnews, 25 febbraio 2011. URL consultato il 27 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2011).
  2. ^ a b In Libia i civili muoiono a decine Caos in Algeria, Kuwait, Yemen e Gibuti, in GiornaleRadioRAI, 19 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011.
  3. ^ IRAQ: PROTESTE CONTRO CAROVITA, A SULAIMANIYAH 1 MORTO E 30 FERITI, in ASCA-AFP, 18 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2011).
  4. ^ a b Iraq: esplode la rabbia contro il governo Al Maliki, in Euronews, 25 febbraio 2011. URL consultato il 25 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2011).
  5. ^ IRAQ: MIGLIAIA IN PIAZZA, 15 MORTI NEL 'GIORNO DELLA COLLERA', in ASCA, 25 febbraio 2011. URL consultato il 27 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2011).
  6. ^ Iraq, attaccata raffineria di Baiji [collegamento interrotto], in tgcom, 26 febbraio 2011. URL consultato il 28 febbraio 2011.
  7. ^ Iraq: sindaco Baghdad si dimette dopo proteste di piazza, in Aki, 03 marzo 2011. URL consultato il 3 marzo 2011.
  8. ^ a b c IRAQ: TORNA LA PROTESTA, A BAGHDAD TREMILA IN PIAZZA, in aginews, 04 marzo 2011. URL consultato il 4 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  9. ^ IRAQ: MONS. WARDUNI, CRESCE TENSIONE PER GRANDE MANIFESTAZIONE VENERDI' [collegamento interrotto], in asca, 02 marzo 2011. URL consultato il 2 marzo 2011.
  10. ^ IRAQ: PROSEGUONO LE PROTESTE, IN 400 IN PIAZZA A BAGHDAD [collegamento interrotto], in agi, 07 marzo 2011. URL consultato l'8 marzo 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]