Promaco

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Promaco (in greco antico: Πρόμαχος?, Pròmachos: "che combatte in prima linea" oppure "che combatte di fronte") è il nome di differenti personaggi della mitologia greca.

Figure mitiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Promaco, fratello di Giasone, figlio di Esone e di Alcimede (o Polimela o Anfinome). Era ancora un bambino quando fu ucciso da Pelia, assieme ai suoi familiari, mentre Giasone aveva intrapreso la spedizione degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro.
  • Promaco, figlio di Partenopeo,[1][2] fece parte degli Epigoni,[1] il gruppo di protagonisti dell'aggressione della città di Tebe, un'impresa concepita allo scopo di vendicare i loro padri, morti nella spedizione dei Sette contro Tebe. Tutti gli Epigoni morirono nel tentativo di compiere l'impresa e Promaco, ucciso in battaglia, fu sepolto a sette stadi da Temesso, sulla strada che da Tebe conduce verso l'Euripe.[3] Pausania, nel ricordare le loro statue presenti ad Argo,[4] afferma invece che il gruppo sarebbe riuscito nel conquistare Tebe.[4] Altro gruppo statuario viene ricordato nel recinto sacro di Delfi.[5]
  • Promaco, fratello di Echefrone, entrambi figli di Eracle e della siciliana Psofide (Psophis), figlia del tiranno Erice, ucciso da Eracle.[6] Insieme al fratello, diede il nome della madre a una città dell'Arcadia, poi minacciata dal cinghiale di Erimanto.[6]
  • Promaco, da Itaca, fu uno dei Proci che aspiravano al matrimonio con Penelope.[7]
  • Promaco, figlio di Alegenore (o Alegenorre),[8] discendente di Anfizione e Deucalione, fu un guerriero della Beozia, menzionato tra gli Achei nell'Iliade[9]. Fu ucciso da Acamante. Viene ricordato nell'Iliade come un capitano beota, al servizio del re supremo della Beozia.[10] Omero accenna al fatto che fosse sposato ma, oltre a questa piccola informazione, null'altro si conosce su questo personaggio, la cui presenza letteraria è limitata ad alcuni versi del celebre poema epico.
  • Promaco, amante del giovane Leucocoma. La figura dell'erastès Promaco è associata a quella del suo eromenos Leucocoma, in un mito le cui vicende sono ambientate a Cnosso. Il mito di Promaco e Leucocama è attestato unicamente nelle Narrationes (Διηγήσεις) di Conone di Atene, andate perdute ma epitomate in modo molto dettagliato da Fozio. Il giovane cretese Promaco, innamorato del coetaneo Leucocoma, si sottoponeva a prove durissime per conquistare l'amato. Quest'ultimo, tuttavia, ne proponeva sempre di nuove negandosi ogni volta. Così, avendo recuperato con molte difficoltà un elmo, Promaco, al cospetto di Leucocama, lo offrì a un altro giovane. Leucocoma, indispettito dal gesto, si suicidò trafiggendosi con una spada.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Apollodorus, Library, book 1, chapter 9, section 13, su www.perseus.tufts.edu. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  2. ^ Apollodorus, Library, book 3, chapter 7, section 2, su www.perseus.tufts.edu. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  3. ^ Pausanias, Description of Greece, Boeotia, chapter 19, section 2, su www.perseus.tufts.edu. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  4. ^ a b Pausanias, Description of Greece, Corinth, chapter 20, section 5, su www.perseus.tufts.edu. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  5. ^ Pausanias, Description of Greece, Phocis and Ozolian Locri, chapter 10, section 4, su www.perseus.tufts.edu. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  6. ^ a b Pausanias : livre VII : l'Achaïe (bilingue), su remacle.org. URL consultato l'8 dicembre 2023.
  7. ^ Epitome di Pseudo-Apollodoro, 7.30 (da Perseus project: testo greco e traduzione inglese di James Frazer).
  8. ^ L'Iliade non fornisce l'esatto nome del padre di Promaco, ma si limita esclusivamente a fornire il patronimico “Alegenoride”. Per questo motivo, diversi traduttori hanno fornito varie interpretazioni sul suo nome; secondo Vincenzo Monti è “Alegenorre”; per Rosa Calzecchi Onesti è “Alegenore”.
  9. ^ Omero, Iliade, II, 475 e segg., 495 e segg.
  10. ^ Omero nomina nel suo poema numerosi capi beoti, luogotenenti di Peneleo, vero sovrano della regione. Tra questi, oltre a Promaco, Arcesilao, Clonio e Protoenore, oltre a Leito (Omero, Iliade, II, 494-495).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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