Principato d'Acaia

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Principato d'Acaia
Principato d'Acaia - Stemma
Principato d'Acaia - Localizzazione
Principato d'Acaia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome ufficiale(EL) Πριγκιπάτον Αχαϊας
Lingue ufficialifrancese
Lingue parlatefrancese (lingua ufficiale),
greco (lingua volgare)
CapitaleAndravida
Altre capitaliMistra
Politica
Forma di governoPrincipato
Nascita1205 con Guglielmo di Champlitte
CausaConclusione della Quarta crociata
Fine1432 con Centurione Zaccharia (Principe di Acaia auto-proclamato)
CausaAcquisizione della potestà sul Principato da parte dell'Impero bizantino
Territorio e popolazione
Religione e società
Religioni preminentiCattolicesimo Cristianesimo ortodosso
Evoluzione storica
Preceduto da Impero bizantino
Succeduto da Impero bizantino

Il Principato di Acaia (in greco Πριγκιπάτον Αχαϊας?), conosciuto nel Medioevo anche con il nome di Principato di Morea, fu uno Stato crociato sorto dopo la quarta crociata, fra il 1202 e il 1204, sul territorio dell'odierna Grecia. Fin dalla sua fondazione, fu considerato un vassallo del regno di Salonicco e, dopo la sua caduta nel 1224, i principi achei riconobbero la supremazia dell'Impero Latino, diventandone uno stato vassallo. Quando, nel 1261, le truppe di Michele VIII Paleologo catturarono Costantinopoli, il principato rimase l'unico stato forte dei crociati sulle terre di Bisanzio. Successivamente, divenne un vassallo del Regno di Napoli. Indebolito gradualmente a causa dei conflitti interni, il principato cessò di esistere nel 1432, dopo la conquista da parte del Despotato di Morea.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ebbe origine nel 1204, quando, sulla scia della Quarta crociata, terminata con il saccheggio di Costantinopoli e la spartizione dell'Impero Bizantino da parte dei principi dell'Occidente cristiano, Goffredo I di Villehardouin sbarcò nel Peloponneso nei pressi di Modone, e con Guglielmo di Champlitte conquistò gran parte della regione. Dopo aver stretto un'alleanza con l'arconte locale Giovanni Cantacuzeno, conquistò le regioni di Acaia ed Elide, occupando le fortezze di Andravida e Patrasso. Ma all'inizio del 1205, il suo alleato morì e l'erede Michele, decise di sbarazzarsi degli ospiti stranieri. Con una forza consistente in soli 100 cavalieri e 500 fanti, Goffredo si scontrò con l'esercito di Michele I Ducas, che sconfisse nella battaglia dell'oliveto di Koundouros, il che condusse alla conquista della Morea. La vittoria fu decisiva, e dopo la battaglia la resistenza offerta dai locali era limitata a pochi forti, che continuarono a essere assediati. Il forte di Araklovon, in Elide, fu difeso da Doxapatres Boutsaras sino al 1213, quando la guarnigione si arrese. Il forte di Malvasia e i castelli di Argo, Nauplia e Corinto, comandanti da Leone Sguro, resistettero sino al suo suicidio nel 1208. Nel 1212, queste ultime sacche di resistenza furono conquistate e organizzate sotto la signoria di Argo e Nauplia, e solo Malvasia riuscì a resistere sino al 1248. Guglielmo di Champlitte regnò su Acaia sino alla sua partenza per la Francia, dove aveva intenzione di ottenere un'eredità, ma morì durante il viaggio nel 1209.[1]

Il principato nel XIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte di quest'ultimo, gli successe il nipote Hugo de Champlit, ma quest'ultimo morì nello stesso anno. Goffredo riuscì ad ottenere dai feudatari locali, da papa Innocenzo III e dall'Imperatore il riconoscimento della sua Signorìa sull'Acaia, l'Elide, la Messenia e su parte dell'Arcadia, ed il titolo di Principe di Acaia. Durante il suo regno, il principato raggiunse il massimo benessere. Quando Giovanni III Vatatze assediò Costantinopoli, il principe acheo arrivò nella capitale dell'impero latino con sei vassalli, 1000 cavalieri e 800 arcieri.

Durante il regno di suo figlio, Goffredo II, il principato raggiunse l'apice della sua potenza. La corte del principe di Andravida era considerata una delle migliori e galanti d'Europa , ed egli stesso era un famoso poeta e trovatore. Il Principato aveva la sua zecca, e i quel periodo apparvero pubblicazioni proprie scritte in una variante della lingua francese. In quegli anni fu anche scritta Cronaca della Morea, una preziosa fonte sulla storia della Quarta Crociata . Nel 1249, la capitale del principato fu spostata da Andravida a Mistra, le cui fortificazioni erano state recentemente completate.

Alla morte di Goffredo II, gli succedette il di lui fratello Guglielmo (? – 1278). Questi tentò di occupare anche l'Eubea ma il tentativo fallì e nel 1255 venne sconfitto da Michele VIII Paleologo, che gli impose l'accettazione di una provincia bizantina in Morea.

Alla sua morte (1278), in base agli accordi stabiliti nel Trattato di Viterbo (maggio 1267), subentrarono al governo dell'Acaia i sovrani Angioini di Napoli, prima Carlo I e poi Carlo lo Zoppo, rispettivamente suocero e cognato di Isabella di Villehardouin che era andata sposa a Filippo d'Angiò. Carlo II d'Angiò decise di restituire ad Isabella il potere sulla Morea, con l'intenzione di mantenervi la sua sovranità: ma Isabella, rimasta vedova, si risposò (1301) con Filippo di Savoia, figlio di Tommaso III di Savoia, che assunse il titolo di Principe di Savoia-Acaia. Il Principato tornò agli Angiò nel 1307: Carlo II con un pretesto tolse l'Acaia ai due coniugi assegnandola al figlio Filippo I di Taranto.

La potestà del Principato rimase poi nel Trecento quasi stabilmente, seppure nominalmente, agli Angiò (Angiò-Durazzo e principi di Taranto); poi cambiò più volte fino a tornare 1432 nelle mani del despota bizantino Costantino XI Paleologo, futuro imperatore di Bisanzio. Poco dopo sparì, assorbito dall'Impero ottomano.


Lista dei Principi d'Acaia[modifica | modifica wikitesto]

Disambiguazione – "Principi d'Acaja" rimanda qui. Se stai cercando la stazione della metropolitana di Torino, vedi Principi d'Acaja (metropolitana di Torino).
Regno Nome Principi rivali pretendenti al titolo
12051209 Guglielmo di Champlitte
Principe della Morea
1209ca. 1228 Goffredo I di Villehardouin
Principe di Achea (nipote dello storico Goffredo di Villehardouin)
ca. 12281246 Goffredo II di Villehardouin  
12461278 Guglielmo II di Villehardouin
dal 1267 vassallo di Carlo I d'Angiò, Re di Napoli
12781285 Carlo I d'Angiò, Re di Napoli
12851289 Carlo II d'Angiò, detto lo zoppo
12891307 Isabella di Villehardouin
Principessa, anche assieme ai mariti Fiorenzo di Hainaut e Filippo I di Savoia-Acaia; deposta
1289 - 1297 Fiorenzo di Hainaut
assieme alla moglie Isabella di Villehardouin
13011307 Filippo I di Savoia-Acaia
assieme alla moglie Isabella di Villehardouin ramificatisi coi Solari di Asti
13071313 Filippo I di Taranto
Imperatore Latino
13131318 Matilde di Hainaut
assieme al marito Luigi
Margherita di Villehardouin (1312 – 1315)
13131316 Luigi di Borgogna
assieme alla moglie Matilde; titolare del Regno di Tessalonica
Ferdinando d'Aragona (1315 – 1316), marito di Isabella di Sabran (figlia di Margherita di Villehardouin), che conquistò il principato per conto del figlio, Giacomo I
13181322 Roberto d'Angiò, re di Napoli Giacomo I (1316 – 1349)
13221333 Giovanni di Durazzo Giacomo I (1316 – 1349)
13331364 Roberto di Taranto, Imperatore Latino Giacomo I (1316 – 1349) - Giacomo II (1349 – 1375)
13641373 Filippo II di Taranto, Imperatore Latino Giacomo II (1349 – 1375)
Ugo di Lusignano (1364-1370)
13731381 Giovanna I, regina di Napoli,
Principessa
1381 – luglio 1383 Giacomo del Balzo
Imperatore Latino
13831386 Carlo III di Napoli
13861396 Interregno Il principato fu conteso da cinque pretendenti, nessuno dei quali può essere considerato re effettivo
13961402 Pietro Bordo di San Superano, auto-proclamato
14021404 Maria II Zaccaria, Principessa di Costantinopoli
14041432 Centurione II Zaccaria, Principe di Acaia auto-proclamato Il principato passò all'Impero Bizantino dopo la sua morte

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) William Miller, The Latins in the Levant; A History of Frankish Greece (1204-1566), Creative Media Partners, LLC, 31 ottobre 2018, ISBN 9780344590115. URL consultato il 17 settembre 2019.

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