Primo quartiere popolare della Società Umanitaria

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Primo quartiere popolare della Società Umanitaria
I quartiere operaio di via Solaro
L'ingresso del quartiere da via Solari
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Milano
CittàMilano
CircoscrizioneMunicipio 6 di Milano
Data istituzionemarzo 1906
Codice postale20144
Mappa dei quartieri di zona Solari
Mappa dei quartieri di zona Solari

Mappa dei quartieri di zona Solari
Mappa di localizzazione: Milano
Primo quartiere popolare della Società Umanitaria
Primo quartiere popolare della Società Umanitaria
Primo quartiere popolare della Società Umanitaria (Milano)
Coordinate: 45°27′16.92″N 9°09′34.38″E / 45.4547°N 9.15955°E45.4547; 9.15955

Il Primo quartiere popolare della Società Umanitaria o, nella sua iniziale denominazione, I quartiere operaio di via Solari è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano costruito fra il 1905 e il 1906 dalla Società Umanitaria su progetto dell'architetto Giovanni Broglio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere, realizzato in coincidenza con la grande Esposizione Internazionale di Milano del 1906,[1] si sviluppa su un unico isolato sull'area allora nota come "Porta Macello"[2] fra la via Solari (all'epoca via Solaro), la via Stendhal, la via Osvaldo Viani e la via Moisè Loria nel Municipio 6 di Milano nella parte sud ovest della città. Composto di 240 appartamenti fra monolocali, bilocali e trilocali, venne messo in opera nell'aprile 1905 e consegnato il 29 marzo 1906,[3] allorché i primi mille occupanti poterono insediarvisi. Il costo dell'operazione immobiliare fu di Lire 909.000 di cui 788.000 di costi di materiali e 120.000 di costi per l'acquisto del terreno, di progettazione e di oneri finanziari.[4]

L'architettura del quartiere viene definita come liberty minore che non può presentare le elaborate decorazioni delle grandi dimore liberty borghesi del tempo: Broglio dovette infatti progettare il complesso con possibilità di spesa decisamente limitate che risultano nelle facciate lineari e omogenee e nelle decorazioni poco elaborate e prodotte in serie[5]

Il Primo quartiere popolare fu seguito, nel 1908, da una seconda struttura simile, a firma dello stesso Broglio, che venne eretta lungo l'attuale viale Lombardia, allora chiamata zona Rottole, e che prese il nome di Secondo quartiere popolare della Società Umanitaria[6] o II Quartiere Operaio.

Servizi innovativi[modifica | modifica wikitesto]

Nell solco tracciato dalla medicina sociale di quell'epoca, attraverso la quale nuove norme igieniche venivano applicate a seguito delle ultime scoperte scientifiche soprattutto nel'àmbito della batteriologia, della parassitologia e della sierologia,[7] e per stimolare la pulizia, l'igiene e la buona manutenzione dei fabbricati, l'Umanitaria stabilirà persino dei premi annui per quegli inquilini che avranno meglio conservato i locali a loro affidati”; in più nel quartiere esisteranno docce e bagni il cui uso era esteso anche al pubblico e non solo ai residenti. Saranno inoltre creati asili infantili, sale di allattamento comune e una bocciofila ancora esistente.[6]

Per completare il disegno dei servizi presenti all'interno del quartiere, il 18 ottobre 1908, alla presenza di Maria Montessori, la Società Umanitaria inaugurava la prima Casa dei Bambini di Milano, dando inizio a un esperimento unico nella storia dei servizi milanesi dedicati all'infanzia. L'intesa con la Montessori e l'applicazione del suo metodo proseguirà, nel 1909, con l'inaugurazione di una seconda Casa dei bambini che verrà aperta nel secondo quartiere operaio dell'Umanitaria di viale Lombardia.[8]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Massimo Piccaluga, Expo 1906, ecco come Milano scoprì il liberty, su Il Giornale, http://www.ilgiornale.it, 29 aprile 2009. URL consultato il 12 novembre 2014.
  2. ^ Il nome derivava dalla presenza del macello pubblico, poi demolito negli anni Trenta, che si trovava lungo l'attuale viale Papiniano, di fronte alle carceri di San Vittore, e aveva ingresso sulla odierna piazza Sant'Agostino. Il macello era servito dallo scalo bestiame, demolito nel 1931, che si trovava sull'area dell'attuale Parco Solari.
  3. ^ Società Umanitaria, p. 116.
  4. ^ Il Politecnico - Giornale dell'ingegnere architetto civile ed industriale, Le Case popolari dell'Umanitaria in via Solaro, su Emeroteca Braidense, http://emeroteca.braidense.it, ottobre 1906. URL consultato il 12 novembre 2014.
  5. ^ * Fulvio Roiter, Milano in liberty, Milano, edizioni Celip, 1993.
  6. ^ a b 1905-1909. Due moderni quartieri operai, su Società Umanitaria, http://www.umanitaria.it. URL consultato il 7 agosto 2014 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2014).
  7. ^ Breve storia della medicina, su Informagiovani d'Italia, http://www.informagiovani-italia.com. URL consultato il 12 novembre 2014.
  8. ^ Claudio A. Colombo, Marina Beretta Dragoni (a cura di), Maria Montessori e il sodalizio con l'Umanitaria : dalla Casa dei Bambini di via Solari ai corsi per insegnanti (1908-2008), Milano, Raccolto edizioni, 2008. URL consultato il 9 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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