Premio Cattolica - Il Calendario del Popolo

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Premio Cattolica - Il Calendario del Popolo
Concorso di poesia dialettale
Assegnato daIl Calendario del Popolo
Intitolato aCattolica e Il Calendario del Popolo
PaeseBandiera dell'Italia Italia
LuogoCattolica
Anno inizio1950

Il Premio Cattolica - Il Calendario del Popolo è stato un concorso di poesia dialettale.

Origine ed evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1950 l'intellettuale napoletano Giulio Trevisani, in veste di direttore de Il Calendario del Popolo, da lui fondato nel 1945, promosse la creazione del "Premio Cattolica - Il Calendario del Popolo", il primo concorso di poesia dialettale del dopoguerra, presieduto dal critico letterario Luigi Russo. L'iniziativa era controcorrente in un'epoca in cui l'uso del dialetto veniva fortemente osteggiato, in particolare dal sistema scolastico e dalle istituzioni visto il grande sforzo di quegli anni per creare in Italia una lingua comune. Già nel secolo precedente illustri letterati avevano palesato la loro avversione ai dialetti; si pensi, per esempio, all'opinione del critico letterario Francesco De Sanctis che li considerava una «malerba che la scuola dovrebbe provvedere a sradicare». La prima edizione del concorso, nel 1950, vide premiati gli allora poco noti Pier Paolo Pasolini, per il componimento in friulano Il testament Coràn contenuto nella raccolta Dov'è la mia patria del '49 e Tonino Guerra per la poesia in dialetto romagnolo Prèst l'arivarà la primavera. Il primo premio andò al poeta sardo Giovanni Moi per il testo "Su pitzinnu mutiladu" ("Il bambino mutilato"). Il premio ebbe varie riedizioni e vide di anno in anno crescere il numero dei partecipanti. Nel 1951 si impose all'attenzione della giuria la figura di Rocco Scotellaro, poeta lucano, sindaco socialista di Tricarico, che resterà celebre per il profondo e appassionato impegno sia politico che culturale nella vita dei contadini meridionali[1]. Nel 1953 vinsero, a pari merito, Ignazio Buttitta, poeta siciliano e Ettore Piazza, scrittore, dirigente d'azienda e militante del Partito Comunista Italiano. Assieme a Giulio Trevisani e Luigi Russo, la giuria del Premio annoverava personalità di spicco della cultura italiana come il premio Nobel Salvatore Quasimodo, Eduardo De Filippo, Emilio Sereni, Antonello Trombadori e Ernesto De Martino.[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le poesie Le cartulline, La terra e U vrazzale, furono inviate al Premio Cattolica del 1951 e vennero segnalate dalla giuria, come si legge in una lettera del 19 settembre 1951 diretta dal Calendario del Popolo (Milano) a Scotellaro: «Egregio signore, siamo lieti di poterci congratulare per la segnalazione delle sue poesie fatta dalla giuria del Premio Cattolica. I commissari, unanimemente, hanno riscontrato nelle sue poesie Le cartulline, Terra beneretta e U vrazzale accenti sintetici e drammatici e linguaggio di non comune efficacia dialettale e popolare. Nella speranza di riuscire quest’anno nel nostro intento di raccogliere i versi segnalati in un’antologia che faccia conoscere i veri poeti nuovi, la preghiamo di farci avere al più presto una sua foto e una breve biografia. In attesa cordialmente la salutiamo»
  2. ^ I giurati così si espressero riguardo al pensiero di fondo che animava il Premio: «Questo Premio Cattolica non è solo il più serio di cento e cento premi che oggi si danno in Italia, per la sceltezza e la diligente laboriosità dei collaboratori, ma è il più indovinato storicamente poiché nella torbida o esangue letteratura nazionale immette la voce di tanti poeti della provincia nei quali maggiore è la vena, più genuina l’espressione letteraria e più viva la sensibilità dei nostri tempi. Questa letteratura dialettale, considerata per tanto tempo come una letteratura inferiore, muta completamente la prospettiva dei nostri valori letterari e rende giustizia non solo ai cento e cento verseggiatori delle provincie ma rende giustizia anche alle classi popolari da cui questi poeti emanano. Sarà difficile che domani uno storico della letteratura italiana possa trascurare questo contributo che ci libera dall’accademismo consueto e ci riporta alle sorgenti vive d’una cultura e d’una esperienza nuova»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ettore Piazza, Canto ancora a bocca chiusa, raccolta di poesie in piemontese, pubblicazione postuma, 1977 con la prefazione di Davide Lajolo.
  • G. Battista Bronzini, L' Universo contadino e l'immaginario poetico di Rocco Scotellaro, Dedalo editore, 1993
  • Pier Paolo Pasolini, Introduzione a Poesia dialettale del Novecento, Parma, Guanda, 1952
  • Pier Paolo Pasolini, La lingua della poesia, in Paragone, giu. 1957
  • Poeti dialettali del Novecento, a cura di F. Brevini, Torino, Einaudi, 1987
  • F. Brevini, Le parole perdute. Dialetti e poesia del nostro secolo, Torino, Einaudi, 1990

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]